Ora si parla di vera e propria emergenza (che rischia di diventare anche sanitaria). La città di Catania è sommersa dai rifiuti, dalle periferie al centro città è un susseguirsi di cassonetti strabordanti di spazzatura (in cui trovano terreno fertile anche i ratti, vedi nostro precedente articolo), l’aria diventa irrespirabile, il caldo, che sta tornando prepotente in questi giorni, non aiuta a gestire la situazione.
Il problema è che la discarica di Lentini della società Sicula Trasporti Spa non è più in grado di ricevere la spazzatura indifferenziata.
Per risolvere questa emergenza, proprio ieri la Regione siciliana ha emanato una direttiva (firmata dall’assessore Baglieri) per conferire i rifiuti in altre discariche, per i prossimi 60 giorni.
“Tenuto conto delle possibili gravi refluenze di carattere igienico-sanitario e di ordine pubblico – si legge nell’ordinanza -, aggravate dall’attuale condizione pandemica”, si richiamano i Gestori Catanzaro Costruzioni srl, Oikos spa, Impianti SRR ATO 4 Caltanissetta di ricevere per i prossimi 60 giorni (…) i rifiuti non più smaltibili nell’impianto originariamente preposto.
Abbiamo sentito l’assessore all’ecologia del Comune di Catania, Fabio Cantarella, sull’emergenza in corso.
“La Regione ha trovato una soluzione per 60 giorni, ma il problema si riproporrà, oggi abbiamo una riunione con tutti i sindaci dei paesi interessati (cui parteciperà anche il nostro sindaco Salvo Pogliese) e la Srr per parlare del problema”.
“Noi ci stiamo mettendo il massimo impegno, abbiamo trovato una situazione veramente difficile al comune di Catania, con un vecchio appalto che prevedeva il porta a porta per appena il 10% della popolazione, abbiamo finalmente aggiudicato l’appalto nuovo, che dal 1° novembre farà sì che nel lotto Nord e nel lotto Sud – che sono le zone più critiche della città, nei cui cassonetti, viene buttata la spazzatura anche dai residenti dei paesi limitrofi – potremo finalmente fare il porta a porta totale”.
Però rimane il problema degli impianti. Io, Comune di Catania, che ho la differenziata all’1,5% non so dove portare l’umido perché me lo respingono, perché i gestori degli impianti non hanno la capacità di gestire la mole di umido di una grande città, si preferisce ricevere l’umido dei piccoli comuni ma si respinge quello di Catania; è per questo motivo che ci vogliono gli impianti.
Noi avevamo progettato un impianto per la divisione dell’umido in Pantano d’Arci (che ci hanno fatto fare in fretta e furia), abbiamo deliberato in consiglio comunale e fatto l’atto di concessione, ma la Regione ci deve ancora dire a che punto è questo impianto. L’umido è la frazione più importante della raccolta differenziata, intorno al 33/35%. Per noi è importante questo impianto anche perché dimezzeremmo i costi passando da 105 euro a tonnellata a 60. Risparmi enormi, oltre al fatto che ci permetterebbe di produrre bio gas e ci consentirebbe di rispettare maggiormente l’ambiente”, ha concluso l’assessore.
Dario Raffaele