Gli studenti italiani, ormai da diversi giorni, sono in stato di mobilitazione e d’agitazione. Ad accendere la scintilla della protesta è stata la decisione del Ministero dell’Istruzione, che ha optato per un ritorno alla normalità in vista dell’esame di stato, prevedendo due prove scritte oltre al colloquio orale.
Una netta inversione di tendenza rispetto a quanto avvenuto nei due anni precedenti, seppur a fronte dell’ennesimo anno scolastico funestato da Dad e restrizioni varie. Il malcontento degli studenti, espresso in numerose iniziative di piazza, riguarda anche l’alternanza scuola – lavoro, soprattutto in seguito alla tragica morte del 18enne Lorenzo Parelli.
Il Qds.it ne ha parlato con Sofia Cunsolo, presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Catania e con Maurizio Pacifico, presidente nazionale di ANIEF (Associazione nazionale insegnanti e formatori).
Le richieste degli studenti
In seguito all’ondata di proteste il titolare dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha incontrato l’Ufficio di Coordinamento Nazionale, massimo organo di rappresentanza delle CPS di tutta Italia, per ascoltare richieste e proposte degli studenti.
“Nel corso dell’incontro, racconta Cunsolo, ciascun coordinatore regionale ha espresso il malcontento degli studenti a causa del reinserimento della seconda prova scritta per l’Esame di Stato dell’anno 2022. Riteniamo inopportuno e precoce, il reinserimento di tale prova considerando che negli ultimi 2 anni, i nostri studenti abbiano alternato DAD e DDI. Pertanto, i coordinatori si sono espressi contro una seconda prova scritta, ritenendo efficace la sola prova scritta di Italiano.
Il ministro si è dimostrato aperto all’ascolto, restando comunque fermo sulle sue decisioni riguardanti la seconda prova scritta. D’altra parte però, ha ben accolto la richiesta dei nostri coordinatori di ricalibrare i crediti formativi dando maggior peso al percorso scolastico piuttosto che alle prove scritte, comunicando che quest’ultima sarà tenuta in considerazione”.
Il MIUR, dunque, tira dritto, anche a dispetto del parere del CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione), che ha recentemente bocciato la tanto contestata seconda prova scritta. Altro tema caldo, come si diceva in premessa, è quello dell’alternanza scuola – lavoro. I recenti fatti di cronaca hanno messo al centro il tema della sicurezza sul luogo di lavoro ma, evidenzia il presidente della CPS di Catania, le criticità sono strutturali e riguardano lo stesso meccanismo formativo: “Spesso l’indirizzo scuola – lavoro è completamente diverso rispetto a quello del proprio indirizzo di studi. Nel mio caso è anche complicato parlarne, perché pur essendo al quinto anno non ho mai iniziato il mio percorso”. Anche i docenti sembrano scherarsi al fianco dei ragazzi, ne ha parlato il presidente dell’Anief Marcello Pacifico. CONTINUA LA LETTURA

