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Emergenza sicurezza a Catania, Trantino aveva chiesto l’invio dell’Esercito: il “ni” del Governo, e i risultati…

Emergenza sicurezza a Catania, Trantino aveva chiesto l’invio dell’Esercito: il “ni” del Governo, e i risultati…
Trantino-Meloni

La proposta puntava a un incremento straordinario dei controlli e a un rafforzamento delle misure di sicurezza. Roma ha nicchiato. Forse troppo

 Sarebbe stata utile una risposta positiva del governo nazionale alla richiesta avanzata dal sindaco Enrico Trantino – attraverso un dossier consegnato alla premier Giorgia Meloni lo scorso giugno – di rafforzare la presenza dell’Esercito a Catania? Alla luce degli ultimi fatti di cronaca, la valutazione sembra andare in questa direzione.

La proposta inascoltata (per ora) del sindaco

La proposta del sindaco, che richiamava le operazioni “Strade Sicure” e “Vespri Siciliani” – quest’ultima portò in Sicilia circa 150 mila militari tra il 1992 e il 1998 – puntava a un incremento straordinario dei controlli e a un rafforzamento delle misure di sicurezza.

“In tal senso – si legge nella nota diffusa dal Comune a margine dell’incontro romano – il sindaco Trantino aveva chiesto al Capo del Governo l’invio di un numero consistente di unità militari, da dislocare nelle aree più a rischio, con l’obiettivo di dissuadere comportamenti illeciti e, al contempo, rassicurare la popolazione, sempre più esposta a fenomeni di microcriminalità che alimentano un crescente senso di insicurezza”.

Apertura, ma non troppa…

La richiesta, tuttavia, non sembra avere trovato riscontro. Dopo un’apertura del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il 15 giugno – pochi giorni dopo l’incontro a Roma con la premier – è arrivato il “no” del sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano.

“L’Esercito è già impegnato da diversi anni nell’operazione Strade Sicure. Il contrasto alla criminalità spetta alle Forze di Polizia: ognuno deve fare la propria parte. Inoltre, l’attuale contesto internazionale di crisi impone alla Difesa di pensare prioritariamente alle esigenze di sicurezza esterna”, aveva dichiarato Mantovano a margine della conferenza stampa organizzata in Comune per la presentazione del Piano Caivano.

I contatti con il Viminale si sono riaccesi in queste ore, dopo l’omicidio di Corso Sicilia.

“Sono in contatto con i sottosegretari Nicola Molteni e Wanda Ferro – ha spiegato Trantino in una nuova nota – i quali hanno garantito interventi concreti, tra cui un aumento di uomini e mezzi per le Forze dell’Ordine, a sostegno dell’azione di sicurezza in città”.

La commissione antimafia

Intanto, si profila anche un intervento della Commissione Antimafia. “Con la presidente Chiara Colosimo – ha aggiunto il sindaco – abbiamo condiviso l’opportunità di una missione a Catania già dalla prossima settimana, per valutare ulteriori strumenti di contrasto al crimine e sostenere le proposte normative già rivolte al Governo, ad esempio sul tema dei parcheggiatori abusivi”.

“Poliziotti eccellenza ma senza rinforzi non si va avanti”

“Siamo consapevoli del momento che attraversa il Paese, ma siamo altrettanto consci che il trend va assolutamente invertito e ricondotto alle attuali esigenze di sicurezza pubblica di un territorio, quello catanese, che necessita con urgenza di interventi ministeriali. La Polizia di Stato e i suoi operatori lavorano ormai ben oltre i limiti logistici e operativi: i ritmi di impiego sono insostenibili. Non si può garantire la sicurezza di una città metropolitana con slogan da giornale o da social, né si possono scaricare attività amministrative oppressive sulla pelle dei cittadini, tanto meno esporre al rischio decine di poliziotti costretti a lavorare quotidianamente senza adeguate garanzie di sicurezza personale e sanitaria, con ritmi assurdi”. A scriverlo è il sindacato Siap Catania.

“Organico ridotto”

“A fronte di un organico ridotto, avanti con l’età e spesso non disponibile per ragioni fisiche o per istituti giuridici previsti dalle leggi italiane, i pochi operatori devono dividersi tra innumerevoli impieghi e ulteriori decine di interventi, sopperendo persino alla scarsità di personale delle altre forze di polizia locali e militari. Un territorio che vive di crescente turismo e di un apparato produttivo in forte sviluppo necessita di un sistema continuativo di controllo del territorio con forze adeguate. Le pattuglie della Polizia rappresentano non solo un punto di riferimento, ma anche l’eccellenza del controllo e della prevenzione dei reati, affidati all’U.P.G.S.P. e ai Commissariati”, si legge nella nota.

Operatori che si privano di riposi e congedi, accumulando dal 2023 numerose ore di lavoro straordinario ancora non retribuito: i numeri sono considerevoli, con molti poliziotti che in soli sei mesi hanno superato le 800 ore eccedenti senza fermarsi. “Intanto la città è teatro di situazioni incresciose e pericolose che portano i cittadini a convivere con un presente segnato da sparatorie notturne, frutto di chi vuole il controllo del territorio in sfida aperta allo Stato. Reati predatori come rapine e furti risultano in calo rispetto a qualche anno fa, e gli arresti non mancano, ma le carcerazioni sono difficili a causa di una magistratura priva di strumenti legislativi efficaci, aggravata da carenze organiche e logistiche”.