Il Tribunale di Enna ha accolto la richiesta di una donna di diventare un uomo: la sentenza risale allo scorso 15 aprile
“Attribuire il sesso maschile in luogo di quello femminile” nonchè il nuovo nome richiesto, autorizzando anche l’eventuale intervento chirurgico. A sancirlo è una sentenza del tribunale di Enna, pronunciatosi lo scorso 15 su un ricorso di una cittadina italiana che chiedeva il cambio di sesso. I suoi legali, gli avvocati Lucia Mirabella e Salvatore Timpanaro, hanno sostenuto che la donna, anagraficamente registrata come Elisabetta (nome di fantasia), nubile e senza figli, nata con caratteri biologici, anatomici e genitali di tipo femminile, “ha vissuto, sin dalla tenera età, la propria identità psico-sessuale come maschile”.
“Disagi, discriminazioni e rifiuti dal contesto sociale e familiare”
“Ha sempre dimostrato – hanno evidenziato i legali – la immedesimazione nel genere percepito e vissuto in discordanza, dunque, con il sesso biologico e tale situazione di discrepanza, tra il sesso alla nascita e l’identità di genere percepita, è sempre stata fonte di disagio e sofferenze causati dalle discriminazioni e reazioni di rifiuto provenienti sia dal contesto sociale che, soprattutto, da quello familiare. Il tribunale in una articolata motivazione – proseguono i legali – ha accolto in pieno tutte le richieste formulate dai difensori, osservando che la connotazione sessuale femminile attribuita alla nascita si sia posta come impedimento a una completa realizzazione personale”.