Enna, Ospedale Umberto I, nuovo ambulatorio dedicato alla fibrillazione atriale - QdS

Enna, Ospedale Umberto I, nuovo ambulatorio dedicato alla fibrillazione atriale

redazione

Enna, Ospedale Umberto I, nuovo ambulatorio dedicato alla fibrillazione atriale

mercoledì 21 Settembre 2022

La nuova struttura consentirà agli esperti che operano al suo interno di seguire con maggiore costanza i pazienti affetti da una patologia che può notevolmente peggiorare la qualità della vita

ENNA – Nuovo importante traguardo per la Cardiologia dell’Umberto I, con il potenziamento dei suoi servizi grazie all’apertura di un nuovo ambulatorio dedicato alla fibrillazione atriale. “Un modo – hanno sottolineato dall’Asp – per seguire con costanza una patologia che viene curata con la massima attenzione nella Cardiologia dell’Umberto I, affidata a un equipe di primo livello guidata dal primario Lello Vasco”.

“L’impegno quotidiano dei miei colleghi Rosario Bonanno e Michele Di Silvestro – ha sottolineato Vasco – coadiuvati da infermieri professionali altamente qualificati, ci ha permesso in pochi anni di raggiungere livelli encomiabili nella diagnosi e nella cura di tutte le aritimie, si pensi infatti alla recente pratica della criablazione, l’innovativa tecnica che utilizza l’energia fredda contro le aritmie. Per accedere all’ambulatorio sarà sufficiente una semplice prescrizione medica da parte del medico curante”.

La fibrillazione atriale è l’aritmia più diffusa nella popolazione generale, la sua prevalenza tende a crescere con l’aumentare dell’età, per questo è piuttosto comune. Spesso i suoi sintomi peggiorare la qualità di vita, a causa delle complicanze che essa genera.

“Nella fibrillazione atriale – ha spiegato il primario del reparto, Lello Vasco – l’attività elettrica degli atri è completamente disorganizzata e non corrisponde a un’attività meccanica efficace. A causa di questa irregolarità nella trasmissione della conduzione atrioventricolare i ventricoli si contraggano in maniera irregolare e rapida. Condizione che determina una riduzione del volume di sangue espulso a ogni sistole, dando così un alterato apporto ematico a tutti gli organi generando, a volte, sintomi e segni di scompenso cardiaco. I sintomi più frequenti? Palpitazioni cardiache, affaticamento e affanno”.

“Curare efficacemente la fibrillazione atriale – ha aggiunto – significa prevenire complicanze quali ictus e scompenso cardiaco. Per fortuna, questa patologia può essere trattata farmacologicamente, con la cardioversione (una particolare scarica elettrica), l’ablazione trans-catetere o la crioablazione”.

Il laboratorio di elettrofisiologia del nosocomio ennese si occupa da anni della cura delle aritmie. Impianti di pacemaker, defibrillatori e dispositivi che monitorano costantemente l’attività cardiaca (loop recordere) rappresentano attività quotidiane. “Ora – ha concluso Vasco – i nostri pazienti affetti da fibrillazione atriale acquisiranno un altro servizio a loro dedicato che consentirà a tutta l’equipe cardiologica di migliorare la qualità della assistenza”.

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