Il prof. Foti: “Puntare sulla qualità dell’offerta, l’obiettivo è far restare i laureati qui in Sicilia” - QdS
2 Marzo 2025

Il prof. Foti: “Puntare sulla qualità dell’offerta, l’obiettivo è far restare i laureati qui in Sicilia”

Il prof. Foti: “Puntare sulla qualità dell’offerta, l’obiettivo è far restare i laureati qui in Sicilia”

giovedì 30 Gennaio 2025

Ordinario di Idraulica e già direttore del Dicar, è in campo nella corsa al Rettorato: “L’ateneo deve offrire un’integrazione con il mercato del lavoro locale, occorre un dialogo continuo con le aziende”

Il Professor Enrico Foti, ordinario di Idraulica, ha ricoperto ruoli di rilievo all’interno dell’Università di Catania. Dal 2014 al 2022 ha assunto la carica di direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e architettura (Dicar) dell’Ateneo. Inoltre, nel 2017, si è candidato alla carica di rettore per il sessennio 2017-2023, presentando un programma incentrato su trasparenza, legalità e partecipazione.

Come giudica l’operato del Rettore?
“Certamente è subentrato in un momento estremamente difficile, se non drammatico, per l’Università di Catania. È stato eletto dopo lo scandalo di Università Bandita, uno dei momenti più critici per l’Ateneo. Aver riportato l’università a una condizione di normalità, pur con tante difficoltà, non può che farmi ringraziare il professore Priolo per il suo operato e per essersi assunto la responsabilità in un periodo complesso, riuscendo a ristabilire l’ordinaria amministrazione dell’ente”.

Che impronta vorrebbe dare al suo sessennato?
“Voglio convincere i colleghi, anche individualmente, della necessità di uno slancio in avanti in termini di ambizione. Dobbiamo essere ambiziosi sia nella ricerca accademica, dove abbiamo già un alto livello di competenza – come ho potuto constatare conoscendo gli altri dipartimenti – sia nella didattica, mettendo al centro lo studente. Troppo spesso si sono fatte scelte senza considerare il benessere e la formazione degli studenti, inseguendo solo numeri e parametri quantitativi. Molti corsi di laurea, una volta eliminato il numero programmato, sono stati costretti a erogare la didattica con aule collegate tra loro, generando un aumento degli iscritti ma non un miglioramento della qualità. Ci sono dipartimenti che non dispongono di spazi adeguati per consentire una dignitosa pausa pranzo agli studenti. Per non parlare del programma Erasmus: molte borse di studio vengono abbandonate perché gli studenti sono scoraggiati dalla mancanza di un supporto logistico adeguato. Dobbiamo puntare sulla qualità, non sui numeri. Una didattica efficace funziona se docenti e personale tecnico-amministrativo – senza il quale l’università non può progredire – sono valorizzati. La qualità non si abbassa perché il docente non è preparato, e non è certo il caso del nostro Ateneo, ma perché progressivamente manca l’assistenza adeguata, non ci sono aule idonee e il personale è insufficiente”.

La qualità, quindi, servirà ad aumentare anche le iscrizioni?
“Secondo me sì. Pensiamo alle nostre sedi decentrate, come Siracusa e Ragusa: dobbiamo decidere se puntare con determinazione su di esse o trovare una strategia alternativa. Ritengo che vadano potenziate, garantendo servizi adeguati. Uno studente di Siracusa o Ragusa paga le stesse tasse di uno di Catania, ma non ha accesso agli stessi servizi, come quelli offerti dal Cus. A Ragusa si sta parlando della creazione di una cittadella sportiva, e questo è un passo importante, ma l’iniziativa deve essere progettata tenendo conto fin dall’inizio degli aspetti logistici. L’università deve essere fortemente connessa al territorio. Il nostro obiettivo non deve essere solo ‘Studiare in Sicilia’, ma ‘Studiare e lavorare in Sicilia’. L’Ateneo deve offrire non solo una formazione di eccellenza, ma anche un’integrazione con il mercato del lavoro locale. È necessario instaurare un dialogo continuo con le aziende, prima dell’ingresso dello studente in università, durante il suo percorso e dopo la laurea. La collaborazione deve essere costante per formare risorse localmente e permettere loro di operare con una visione internazionale.

Immagina un’Università di Catania “Mediterranea”?
“Non mi limiterei al Mediterraneo, voglio essere ambizioso. Quando ci impegniamo seriamente, sappiamo fare le cose molto bene e riceviamo apprezzamenti a livello internazionale. Durante l’ultima scuola estiva che ho organizzato a Catania, 15 studenti dell’Università di Catania, provenienti non solo dalla Facoltà di Ingegneria, hanno lavorato per 15 giorni con 15 studenti del Mit di Boston. La selezione era basata esclusivamente sulla conoscenza dell’inglese e su una media accademica adeguata. I nostri studenti hanno lavorato fianco a fianco con cinque docenti del Mit, tra cui due direttori di dipartimento e un premio Nobel, senza sfigurare. La nostra formazione è di livello assoluto”.

Il Quotidiano di Sicilia, recentmeente, ha pubblicato un’analisi sui dati Ocse che evidenzia come le migliori prestazioni del Nord di fatto siano raggiunte grazie all’apporto dei cervelli in fuga dal Sud. Lei cosa ne pensa?
“Trovo che questa narrazione, secondo cui prima si partiva con le valigie di cartone e oggi in aereo in cerca di lavoro, sia superata. Non credo che al Nord ci sia una formazione migliore o che il mercato del lavoro sia così diverso. Le competenze che il mercato richiede al Nord sono necessarie anche in Sicilia. Per questo dobbiamo essere ambiziosi e costruire un futuro ‘all’altezza dei nostri sogni’, per citare Raffaele Bensasson”.

Qual è il suo giudizio circa le università telematiche?
“Le università telematiche non sono in concorrenza con quelle tradizionali. Tutto ciò che porta innovazione nella formazione è un arricchimento. Le telematiche puntano sui numeri e offrono servizi diversi, per un’utenza diversa. Questo non significa che non possiamo integrare la didattica a distanza con quella in presenza. Quest’ultima non è solo una lezione ex cathedra, ma comprende laboratori, visite tecniche e attività pratiche. Ad esempio, i miei studenti hanno svolto visite tecniche al Porto di Genova, dove sto collaudando un’opera. La didattica in presenza è un’esperienza di vita: favorisce le relazioni sociali, avvicina gli studenti alla ricerca e permette di sviluppare competenze pratiche. Tuttavia, per alcune categorie di studenti – lavoratori, atleti, madri, o chi non può permettersi di vivere a Catania – la didattica a distanza resta una soluzione valida”.

E sul tema della stabilizzazione dei ricercatori?
“Per garantire una didattica di qualità, dobbiamo avere docenti adeguatamente formati. Attualmente, l’Ateneo conta oltre 200 ricercatori a tempo determinato (RTDa), figure su cui sono stati investiti anni di formazione, dal dottorato all’assegno di ricerca. Sono una presenza indispensabile per il mantenimento dei requisiti ministeriali dei corsi di laurea, ma al momento non esiste alcun piano di stabilizzazione per loro. L’università deve assumersi la responsabilità di offrire loro un futuro professionale adeguato”.

Ritiene che l’intelligenza artificiale rappresenti un’opportunità da sfruttare per l’ateneo?
“Un recente articolo del Sole 24 Ore ha mostrato che solo dieci università italiane hanno adottato una regolamentazione sull’uso dell’Intelligenza artificiale. Questo strumento deve essere potenziato e diffuso in tutti gli ambiti accademici. È come se oggi insistessimo a fare calcoli a mano avendo a disposizione una calcolatrice. Dobbiamo formarci e attrezzarci per sfruttarlo al meglio”.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017