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Si torna sugli Enti locali: dalla ricandidabilità dei sindaci all’assessore in più per i Comuni

Si torna sugli Enti locali: dalla ricandidabilità dei sindaci all’assessore in più per i Comuni
Ars Sala d’Ercole

All’Ars i lavori in sospeso riprendono dal terzo mandato per i primi cittadini dei piccoli centri. Abbate (Dc): “Possibilità di spostare l’entrata in vigore delle norme alla legislatura successiva”

PALERMO – Dopo la pausa di festività e ricorrenze, ma soprattutto dopo la priorità politica siciliana per le elezioni di secondo livello delle ex Province, Sala d’Ercole torna a discutere stralci di disegni di legge che si trascinano da mesi. Dalla tentata riforma degli Enti locali, smontata e frammentata, si arriva oggi al seguito della discussione del disegno di legge che vuole istituire con legge regionale, tra le altre norme, la rieleggibilità dei sindaci di Comuni sotto i 15.000 abitanti al terzo mandato.

Il Centro studi sottolinea criticità che potrebbero portare a impugnative

Il testo era stato rinviato a fine aprile per un seguito di discussione dell’articolato e nel frattempo ha anche subito emendamenti e rilievi. Questi ultimi da parte del Centro studi dell’Ars, che sottolinea alcune criticità sul ddl che, in alcuni casi, potrebbero anche far incorrere la norma, qualora varata dal parlamento siciliano, in impugnative del governo nazionale.

Oltre la “ricandidabilità”, come il Centro studi suggerisce di ridefinire la rieleggibilità dei sindaci in conformità a quanto previsto dal legislatore nazionale, appare critica la rilevazione in materia di consigliere supplente nei Consigli comunali. Secondo i consulenti del Centro studi, la figura del “consigliere comunale supplente” descritta nel testo del ddl stralcio non è contemplata dalla legislazione statale o delle altre Regioni speciali. “Si prevede, invece, la figura del supplente – recita un passaggio della relazione del Centro studi dell’Ars – solo nelle ipotesi in cui intervenga la sospensione temporanea della carica di consigliere comunale in base alla cosiddetta legge Severino”.

Gli emendamenti riguardano anche la rappresentanza di genere

Gli emendamenti al testo invece riguardano gli assessori degli Enti locali e le quote di rappresentanza di genere, e sono stati proposti dallo stesso proponente del ddl, il democristiano Ignazio Abbate. “Le modifiche principali degli emendamenti, che ho presentato anche io, riguardano la possibilità di spostare alla successiva legislatura l’entrata in vigore delle norme – spiega il presidente della Commissione affari istituzionali dell’Ars, Ignazio Abbate – che nel testo approdato in aula prima di Pasqua era previsto si applicassero trascorsi novanta giorni dall’entrata in vigore della legge regionale. La quota di genere non inferiore al 40% invece verrà proposta in votazione di articolato a Sala d’Ercole con applicazione al rinnovo dei Consigli comunali”.

In fase di aggiustamento e tra rilievi non entusiasti dei tecnici di palazzo e aria tesa tra i gruppi dell’Ars, il testo verrà anche aggiornato con un emendamento che propone una norma per l’aumento di un assessore in Giunta per tutti i Comuni siciliani. In mancanza di intesa, per rappresentanza di genere e consigliere supplente, l’emendamento annunciato da Abbate metterebbe tutti d’accordo con il compromesso del rinnovo consiliare per l’applicazione della norma. Adesso però si aprirà una nuova discussione che riguarda l’emendamento con cui lo stesso deputato regionale democristiano spiega sarà consentito a tutti i 391 comuni siciliani di poter attribuire deleghe a un assessore in più rispetto a quanto previsto dalle attuali norme.

L’aula si riunirà oggi pomeriggio carica, con le frizioni dovute all’esito delle elezioni di secondo livello che hanno visto corse all’arrembaggio per i consiglieri delle nove aree vaste e per le presidenze dei sei Liberi Consorzi comunali, senza unità di coalizione nel centrodestra e con scelte diverse nelle singole province per l’opposizione. In questo contesto entra adesso in scena il tentativo di apportare le modifiche sopraesposte all’ordinamento degli Enti locali, inclusa l’introduzione dell’assessore in più per tutti i Comuni.