«Noi siamo favorevoli e non siamo da soli, infatti, l’anno scorso abbiamo fatto un documento congiunto con Wwf e GreenPeace esprimendoci favorevolmente a ipotesi di questo tipo, ovviamente verificandole e seguendole. Ancora il progetto del parco eolico nel Mediterraneo si sta definendo e modificando, ed è stato anche oggetto di cambiamenti che noi abbiamo auspicato. Intanto, il parco sarà galleggiante e molto lontano dalla costa, quasi invisibile dalla terra ferma. La nuova tecnologia prevede che le pale saranno galleggianti e fluttuanti, non saranno piantate nel fondo marino. Infine, le pale saranno tenute con delle funi».
«Non solo non impatterebbe, ma sarebbe una presenza estremamente positiva per la fauna ittica. Tra le modifiche richieste, una è arrivata dalla Capitaneria di Porto perché il progetto prevedeva che le pale galleggianti fossero distanziate tre chilometri e mezzo una dall’altra, per permettere la navigazione tra le pale, ma la Capitaneria ha prescritto che non è possibile navigare tra le pale, per cui la distanza è stata ristretta a quella necessaria. In questo modo la superficie di mare occupata si è ridotta di 1/3 rispetto al progetto iniziale e saranno interdette la navigazione e la pesca. Questa non è una cattiva notizia, visto che da studi condotti dalla società che vuole realizzare questo impianto, l’80% del fondale marino sopra cui dovrebbe sorgere il parco eolico è totalmente distrutto dalla pesca a strascico. Pertanto si creerebbe un’area protetta, che permetterà al mare di “riprendersi”. Ci tengo a smentire anche la bufala che si è diffusa secondo il quale sotto quel fondale si troverebbero chissà quali siti archeologici, perché sono stati fatti dei rilievi e sono state trovate tre ancore e due aerei della seconda guerra mondiale. È chiaro che questa archeologia subacquea neanche esiste. Fermo restando che le pale galleggianti non influiscono sui fondali».
«I termovalorizzatori sono contro le energie rinnovabili, quindi, noi vogliamo invece decarbonizzare la Sicilia, non dobbiamo più produrre CO2 da immettere nell’atmosfera. È proprio questa una delle principali ragioni per essere contro gli inceneritori, i quali producono CO2 e gas clima alteranti che fanno aumentare la temperatura del pianeta. Noi siamo favorevoli a questo impianto eolico, ma ovviamente non può essere l’unica soluzione».
«Perché no? È una delle ipotesi che stiamo portando avanti su Pantelleria, ad esempio. La risposta a non produrre più CO2, a decarbonizzare la Sicilia, deve essere multipla non soltanto l’offshore o le pale eoliche a terra. Devono esserci anche i pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni industriali e delle case, perché ognuno può produrre la propria energia. È possibile sfruttare anche l’agrivoltaico per fare degli impianti nelle campagne e nelle montagne. Devono essere tante le risposte alternative».
Sonia Sabatino