Acireale, manda anche il figlio a chiedere l'estorsione: in manette 36enne

Acireale, manda anche il figlio a chiedere l’estorsione: in manette 36enne

Antonino Lo Re

Acireale, manda anche il figlio a chiedere l’estorsione: in manette 36enne

martedì 05 Luglio 2022

I Carabinieri di Acireale hanno arrestato un 36enne per estorsione. La denuncia da parte di un barista dopo le continue richieste di denaro

I Carabinieri di Acireale hanno arrestato un 36enne per estorsione. La vicenda ha avuto inizio nello scorso mese di maggio quando l’esercente di un bar del centro cittadino di Acireale, un acese 37enne, aveva subito un furto nelle ore notturne all’interno del proprio locale.

La “protezione”

Questo però era stato solo lo spunto iniziale per piegare la sua volontà, con intimidazioni esplicite o sottintese di cui sarebbe stato successivamente vittima, perché, infatti, solo dopo una settimana aveva ricevuto la visita nel suo bar del 36enne. Nel corso della discussione quest’ultimo aveva paventato alla sua vittima la possibilità di evitare ulteriori furti con la “protezione” che egli avrebbe potuto offrigli in cambio di denaro, quindi l’esercente, per quieto vivere, gli aveva consegnato del denaro nella speranza che le richieste si sarebbero fermate ma, come solitamente accade, le “visite” di quest’ultimo sarebbero divenute frequenti.

L’estortore quotidianamente si presentava dalla vittima

Manifestandogli necessità di carattere personale correlate alla salute dei propri figli, oppure per la necessità di dover “pagare gli avvocati degli amici”, l’estortore si presentava alla vittima con cadenza quasi quotidiana con la medesima richiesta, talvolta accompagnato dal figlio minore al quale, in un’occasione, aveva consegnato un cellulare con un messaggio vocale con la richiesta di denaro da far ascoltare al malcapitato barista che in quell’occasione aveva però rifiutato di consegnare i soldi al bambino. Al suo diniego il padre era immediatamente accorso per reclamare il “dovuto”, avvertendolo che gli avrebbe fatto chiudere l’esercizio commerciale e che, diversamente, sarebbe intervenuto un altro personaggio a lui sovraordinato nella gerarchia criminale, minacce che avevano nuovamente piegato la vittima che gli ha consegnato il denaro.

In effetti, dopo qualche giorno, il barista aveva ricevuto la visita di un altro uomo da egli conosciuto come gravitante nell’ambiente criminale, il quale gli aveva intimato di raggiungerlo all’esterno del locale per parlare in maniera riservata, ma il 37enne aveva rifiutato di seguirlo rivolgendosi in seguito ai Carabinieri ai quali ha raccontato la propria storia.

Le continue richieste di denaro

Dopo soli cinque giorni, intorno alla mezzanotte del 23 giugno, il 36enne lo aveva nuovamente raggiunto asserendo che la figlia era affetta da una gravissima malattia. L’esercente, pur consapevole della falsità della motivazione, aveva elargito all’uomo la metà della somma di denaro richiestagli ma, stante l’insistenza di quest’ultimo, aveva concordato di consegnargli l’indomani la parte rimanente, appuntamento al quale, però, avrebbero partecipato anche i Carabinieri del Nucleo Operativo.

I militari hanno documentato l’arrivo del 36enne a bordo di un’auto insieme a moglie e figli minorenni, uno dei quali inconsapevolmente, sceso dal veicolo, è entrato nel bar con un biglietto datogli dal genitore con “l’invito” rivolto alla vittima di consegnargli il denaro, richiesta alla quale quest’ultimo non ha ottemperato causando l’irritazione del padre che, pertanto, gli è andato incontro personalmente con fare minaccioso.

L’arresto

A quel punto uno dei carabinieri ha ascoltato le sue intimidazioni, stante le quali avrebbe detto alla vittima che, qualora non gli avesse dato i soldi, sarebbe stato nuovamente vittima di furti e sarebbe divenuto preda di altri personaggi (malavitosi). Il 36enne, appena ricevuto l’ulteriore denaro dalle mani del barista, è stato bloccato dai militari e quindi associato al carcere catanese di Piazza Lanza, dove tuttora permane all’esito dell’udienza di convalida.

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