Estorsione a imprenditore con supermercati di Taormina, 2 arresti

I supermercati “sotto controllo”, imprenditore minacciato e vittima di estorsione: 2 arresti

I supermercati “sotto controllo”, imprenditore minacciato e vittima di estorsione: 2 arresti

Redazione  |
sabato 27 Aprile 2024

Tra gli arrestati dopo la denuncia ai carabinieri di Taormina anche un 80enne, che vantava legami con il clan Laudani.

I carabinieri della compagnia di Taormina hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di un 48enne e un 80enne, residenti in provincia di Catania, quest’ultimo già condannato in via definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso, ritenuti entrambi responsabili del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore.

A emettere il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della Procura della Repubblica.

Estorsione a imprenditore di Taormina, 2 in carcere

L’operazione è il risultato di un’indagine coordinata dalla DDA della Procura di Messina e condotta dai carabinieri dell’Aliquota Operativa della compagnia di Taormina e delle stazioni di Sant’Alessio Siculo e Roccella Valdemone (ME). L’indagine è partita alla fine dello scorso anno, subito dopo la presentazione di una denuncia alla caserma dei carabinieri di Sant’Alessio Siculo, da parte di un imprenditore residente in un paese della fascia jonica della provincia messinese, che riferiva di essere sotto estorsione.

Gli accertamenti condotti hanno permesso di riscontrare quanto dichiarato dal denunciante e di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due arrestati.

L’indagine

Dal 2019, gli indagati avrebbero prima costretto l’imprenditore, che in passato gestiva una catena di supermercati nella provincia etnea, a rifornirsi di carne in un’azienda per la quale lavoravano come rappresentanti, in modo da potersi garantire provvigioni sicure. In un secondo momento, anche dopo la cessazione dell’attività imprenditoriale della vittima, il 48enne e l’80enne, evocando l’appartenenza di quest’ultimo al clan mafioso dei Laudani, avrebbero iniziato a pretendere del denaro per il pagamento di un presunto debito, in realtà non giustificato.

Come documentato dagli investigatori, i due indagati si sarebbero recati più volte in casa della vittima, spesso in prossimità delle festività, per estorcerle somme di denaro, dietro la minaccia di un pericolo dell’incolumità dell’imprenditore e dei familiari o del danneggiamento dei loro beni, come la casa e l’auto. In alcuni casi le consegne del denaro erano avvenute anche a Catania e, in un caso, la vittima sarebbe stata costretta a recapitare il denaro richiesto nell’abitazione di uno degli indagati per l’estorsione, mentre questo si trovava ai domiciliari.

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Minacce e intimidazioni

Nel corso dell’attività investigativa è emerso un interesse spasmodico degli indagati di riscuotere le somme ingiustamente pretese, anche attraverso diversi appostamenti e messaggi minatori, tanto che gli stessi avrebbero monitorato anche i profili social della moglie della vittima e avrebbero cercato di entrare in contatto con lei, al fine di indurla a convincere il marito a versare le somme richieste.

Sulla scorta di quanto accertato, i due indagati avrebbero estorto complessivamente una somma di circa 6.000 euro, oltre a quanto ricevuto dall’imprenditore per le singole forniture di carne. Nei confronti dell’80enne è contestato anche il reato di falsa attestazione sull’identità, in quanto, per portare a termine l’estorsione, si sarebbe recato negli uffici del Comune dove abita l’imprenditore e, fingendosi avvocato, si sarebbe fatto consegnare un certificato di residenza della vittima, in modo da reperire l’esatto numero civico della sua dimora.

Dopo le formalità di rito, i due sono stati ristretti in carcere. La loro posizione, tuttavia, sarà definitiva solo dopo sentenza passata in giudicato.

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