L'ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato una tendenza all'incremento, pur se con andamento oscillante
Nuova attività al Cratere di Sud-Est, l’Etna si è risvegliato nella notte nascosto dalle nuvole. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia alle 23 circa di ieri, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato una tendenza all’incremento, pur se con andamento oscillante. Tale tendenza è risultata molto più evidente nella notte quando i valori d’ampiezza hanno raggiunto un livello alto.
Cosa dice l’Ingv
“La localizzazione del centroide delle sorgenti del tremore vulcanico, per motivi tecnici, al momento non è affidabile. – scrive l’INGV – L’ultima localizzazione affidabile poneva il centroide nell’area del cratere di Sud-Est. Anche la localizzazione degli eventi infrasonici è affetta da problemi tecnici, ma al momento è possibile, in ogni caso, osservare un incremento del numero di eventi infrasonici caratterizzati da una modesta ampiezza e presumibilmente localizzati al Cratere di Sud-Est”.
Etna, l’eruzione del 19 giugno. Il nuovo comunicato dell’Ingv
Con un nuovo comunicato diramato alle 12.17, l’INGV (l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) spiega come adesso “l’attività eruttiva, segnalata nel comunicato precedente, è proseguita con la formazione di esplosioni stromboliane visibili a partire dalle ore 04:10 UTC circa. Tale attività produce una nube vulcanica che alle ore 07:30 UTC raggiungeva un’altezza di circa 6000 metri sul livello del mare, e che si disperde principalmente in direzione nord. Inoltre, è stato osservato un trabocco lavico dal Cratere di Sud-Est, che alimenta una modesta colata in direzione della Valle del Leone, visibile attraverso le telecamere di sorveglianza a partire dalle ore 03:55 UTC circa. Alle 09:35 UTC è visibile un piccolo trabocco anche in direzione sud-est”.
La presenza di copertura nuvolosa
Successivamente, prosegue la nota di aggiornamento dell’INGV: “Si segnala che la presenza di copertura nuvolosa limita la visibilità e l’osservazione dettagliata dell’attività eruttiva. Rispetto all’ultimo comunicato, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato una ulteriore tendenza all’incremento sino alle ore 04:30 (UTC) circa. Successivamente, ha mostrato un andamento quasi stazionario su valori alti, pur se oscillanti, sino alle 09:30 (UTC) quando i valori d’ampiezza hanno mostrato una tendenza all’ulteriore incremento. La localizzazione del centroide delle sorgenti del tremore vulcanico, per motivi tecnici, continua a non essere affidabile. Il rilevamento degli eventi infrasonici, oltre ad essere affetto da problemi tecnici, è ostacolato dalle avverse condizioni meteo che interessano il vulcano. In coincidenza con l’ulteriore incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico delle 09:30 (UTC) si è osservato un significativo incremento dell’ampiezza degli eventi infrasonici. Gli eventi infrasonici, che è stato possibile localizzare, sono ubicati al Cratere di Sud-Est”.
Le conclusioni sul tema dell’Ingv
E ancora, spiega l’Istituto: “I segnali delle deformazioni del suolo hanno mostrato una variazione dell’ordine di 0.20 microradianti alla stazione clinometrica di Punta Lucia e una variazione di strain dell’ordine di 106 nanostrain alla stazione dilatometrica di Monte Ruvolo. Non si misurano variazioni significative nei dati della rete GNSS permanente disponibili” – conclude il nuovo comunicato da parte degli esperti in servizio presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Il precedente del 2 giugno
Nel giorno della Festa della Repubblica, l‘Etna era tornata a ruggire. In modo prepotente e vigoroso. A provocare la massiccia fuoriuscita di fumo e materiale vulcanico, secondo l’INGV, sarebbe stato un flusso piroclastico probabilmente prodotto da un collasso di materiale del fianco settentrionale del cratere di Sud-Est. Il materiale caldo, da osservazioni preliminari, sembra non avere oltrepassato l’orlo della Valle del Leone. Contestualmente, l’attività esplosiva dal cratere di Sud-Est è passata a fontana di lava.
Gli ultimi aggiornamenti
L’attività eruttiva dell’Etna sta rallentando. Secondo i dati del monitoraggio dell’Osservatorio Etneo dell’Ingv, intorno alle 18:00 il tremore vulcanico è in diminuzione e si attesta ora su valori medio-alti, con una tendenza al ribasso. Questo parametro indica la quantità di energia legata alla risalita del magma nei condotti interni del vulcano. La riduzione del tremore è accompagnata anche da un indebolimento dell’attività eruttiva in corso.