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Euro 2032, la sfida di Palermo e del Barbera: un anno per entrare tra le sedi ospitanti

Euro 2032, la sfida di Palermo e del Barbera: un anno per entrare tra le sedi ospitanti

Entro ottobre 2026 il capoluogo siciliano deve avere tutto in regola a livello progettuale secondo gli standard dell’Uefa per far parte delle candidate che diventeranno sedi effettive

Palermo spera. Palermo ci crede. E se mancano 2.688 giorni al calcio di inizio di Euro 2032, ossia circa sei anni e otto mesi, manca un anno per far sì che il Barbera entri nel lotto dei cinque stati italiani che ospiteranno la fase finale dei campionati europei di calcio del 2032.

Entro ottobre 2026, infatti, il capoluogo siciliano deve avere tutto in regola a livello progettuale secondo gli standard dell’Uefa per far parte delle candidate che diventeranno sedi. Sarà una lunga rincorsa, una sfida per arrivare a quello che sarà un onore e, al tempo stesso, un onere. Come lo fu l’organizzazione 35 anni fa di Italia ’90 che rimodellò lo stadio ma ridisegnò anche parte della città.

Tra le altre cose vennero realizzate il prolungamento di viale Croce Rossa, la sistemazione dell’attuale piazza Giovanni Paolo II di fronte lo stadio, la linea metropolitana Palermo-Notarbartolo-Giachery (con la stazione Imperatore Federico che si chiama anche Stadio), via Lanza di Scalea, il raddoppio di via Monte Pellegrino, il ponte di via Autonomia Siciliana.

Anello: “Stiamo lavorando per presentare la candidatura”

L’assessore allo Sport al Comune di Palermo Alessandro Anello ha detto a Qds.it: “Stiamo lavorando per presentare la candidatura dello stadio Barbera in modo da ospitare i campionati europei. Abbiamo la certezza che Palermo debba presentare un progetto e uno studio di fattibilità al più presto. In estate incontreremo l’Uefa”.

I sindaci delle città interessate subcommissari

In vista di Euro 2032 il governo ha instituito una figura commissariale per la ristrutturazione degli stadi. I sindaci delle città interessate sono subcommissari in ciascun Comune. Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha detto pochi giorni fa, in occasione dell’inaugurazione della Pink Week, ossia la settimana rosa che si chiuderà l’1 novembre e che porterà il club rosanero a festeggiare i 125 anni di storia, le seguenti parole: “Questo rafforzerà ulteriormente il rapporto con i club, che purtroppo inciampa nelle difficoltà quotidiane della burocrazia: confermo il mio impegno nei confronti di una tifoseria che ogni domenica riempie lo stadio con numeri che non sono da Serie B. Nella variazione di bilancio, che tratteremo nelle prossime settimane in Comune, abbiamo previsto una quota di riconoscimento per i lavori che sono stati anticipati dalla società“.

Sulla stessa lunghezza d’onda Mirri, secondo il quale “lo stadio sarà il secondo gradino dopo il centro sportivo, ma è un gradino altissimo perché non basta la condivisione: il commissariamento aiuterà, ma ci vuole visione e volontà di costruire qualcosa che durerà per sempre”.

Comune, Palermo e City Football Group insieme per Euro 2032

Non sono mancati gli incontri tra il Comune, il Palermo e il City Football Group (proprietario del club rosanero). La volontà è quella di investire forte sullo stadio Barbera per renderlo idoneo. Il nodo più grande, però, rimane quello della burocrazia. Se questo dovesse essere sciolto Palermo potrebbe essere annoverata tra le sedi ospitanti.

Palermo e le altre candidate italiane per Euro 2032

Undici le città italiane candidate ad Euro 2032. Palermo e il Barbera fanno parte della lista della Figc (non di quella Uefa, così si è visto in un articolo sul sito ufficiale in italiano della federazione calcistica continentale). Solo cinque, però, saranno sedi ufficiali. Le altre cinque sono in Turchia, l’altro Paese che ospiterà la massima rassegna continentale per nazioni.

Ricordiamo che ad aprile 2023 il capoluogo siciliano venne escluso (piuttosto clamorosamente) dal dossier della Figc da presentare all’Uefa per la candidatura per Euro 2032. Quindi, a pensarci bene, la corsa – che era già in salita – appare con questa organizzazione congiunta – piuttosto complicata.

Tuttavia, mai dire mai. Le dieci città italiane che appaiono sul sito della Uefa sono le seguenti:

Milano: Stadio San Siro – Giuseppe Meazza
Roma: Stadio Olimpico
Bari: Stadio San Nicola (da ristrutturare)
Napoli: Stadio Diego Armando Maradona (da ristrutturare)
Firenze: Stadio Artemio Franchi (nuovo stadio)
Torino: Juventus Stadium
Genoa: Stadio Luigi Ferraris (da ristrutturare)
Verona: Stadio Marcantonio Bentegodi (da ristrutturare)
Bologna: Stadio Renato Dall’Ara (nuovo stadio)
Cagliari: Stadio Sant’Elia (nuovo stadio).

Come si evince, non c’è Palermo con il Barbera. Si tratta di impianti con la loro storia. Tutti hanno ospitato le partite di Italia 90. All’epoca le sedi furono 12 e mancano a questa lista ufficiale proprio Palermo e Udine. Con la competizione che si disputerà nel 2032, l’Italia ospiterà l’Europeo per la quarta volta, due di queste in esclusiva: la prima nel 1968 (tre sedi Roma, Napoli e Firenze), la seconda nel 1980 (Roma, Milano, Torino e Napoli), mentre nel 2020 – poi giocata nel 2021 per l’emergenza Covid – Roma fu l’unica sede del nostro Paese in un’edizione itinerante e con sedi in tutto il continente. Ora l’Europeo con la Turchia in dieci sedi: cinque a testa.

Solo lo Juventus Stadium è già in regola con i requisiti, Napoli e Milano no

Lo Juventus Stadium di Torino è l’unico impianto ad essere in regola con i requisiti richiesti dall’Uefa (sono 130) per Euro 2032. L’Olimpico di Roma e il Franchi di Firenze hanno necessità di alcuni interventi ma la situazione è ampiamente alla portata. Potrebbe esserci anche il nuovo stadio della Roma in zona Pietralata.

Rischiano, invece, San Siro a Milano e lo Stadio Maradona. Sul primo, alcune settimane fa il Comune del capoluogo lombardo ha dato il via libera all’acquisto da parte di Inter e Milan dell’area (impianto incluso) per 187 milioni di euro. Potrebbe sorgere lì il nuovo stadio. Ma al momento queste due sedi, per quanto ricche di blasone e storia, non potrebbero ospitare le partite di Euro 2032.

I criteri Uefa

Sono 130 i criteri Uefa. Tra quelli fondamentali avere almeno 30.000 posti tutti a sedere, coperti, senza barriere architettoniche e senza balaustre in modo tale da poter vedere liberamente le partite senza vetri (o reti) di protezione. Poi altri requisiti che riguardano la città.

A Palermo, dunque, si dovrà lavorare moltissimo. L’unico settore ad essere coperto è la tribuna. E sono presenti le divisioni tra spalti e campo. È richiesta anche un’area vip e posti riservati ai diversamente abili. Ma bisognerà fare una imponente opera di ristrutturazione di un impianto che non viene seriamente toccato dalle opere di ristrutturazione per i mondiali di Italia 90. Questo significa anche rifondare aree interne ma anche la stessa impiantistica e, tra le tante cose, i servizi igienici.

La capienza di 30.000 servirà per poter ospitare partite dei gruppi eliminatori e al massimo gli ottavi di finale. La finale, invece, dovrà essere giocata in un impianto di almeno 60.000 posti.

La corsa di Palermo per Euro 2032, l’iter burocratico per ottobre 2026

Nelle settimane scorse è stato presentato un crono-programma. Le tappe fondamentali di questo iter sono le seguenti:

Docfap – ossia il Documento di fattibilità delle alternative progettuali. L’Amministrazione comunale e la società dovranno scegliere il miglior progetto possibile in base a costi e benefici ed elaborare scenari e soluzioni progettuali sostenibili. Deve esser pronto per dicembre.

Dip – il Documento di indirizzo di progettazione. Il lavoro in questa fase dovrà essere pronto a febbraio 2026.

Progetto di fattibilità tecnico economica. Dovrà essere definito entro aprile 2026 per essere presentato in Comune entro la prima metà di maggio.

La documentazione dovrà essere presentata alla Figc entro e non oltre luglio 2026. Da qui la Federcalcio sceglierà le sue sedi da sottoporre alla Uefa che darà la sua decisione definitiva a ottobre 2026. A quel punto, a gennaio 2027 cominceranno i lavori di ammodernamento dello stadio Renzo Barbera.

Lo stadio Barbera e Italia 90

Palermo, come ricordiamo, ospitò le partite del girone F dei mondiali di Italia ’90. All’allora Favorita venne rimesso a nuovo dopo un lungo percorso di ristrutturazione che costrinse la squadra rosanero (all’epoca in C1) ad emigrare a Trapani e che vide anche anche una tappa dolorosissima: il 30 agosto del 1989 un traliccio che serviva da sostegno per la copertura della tribuna crollò provocando la morte di cinque operai Antonino Cusimano, Serafino Tusa, Giovanni Carollo, Domenico Rosone e Gaetano Palmeri. Una targa all’ingresso della tribuna li ricorda.

Nonostante questo gravissimo incidente, i lavori proseguirono e vennero portati a termine con successo. L’impianto, nuovissimo, venne inaugurato il 30 maggio del 1990 in occasione della finale di ritorno di Coppa Italia di Serie C tra Palermo e Lucchese (vinsero i toscani ai rigori) con la benedizione dell’allora cardinale del capoluogo siciliano Salvatore Pappalardo.

Tredici giorni dopo, il 12 giugno, l’impianto ospitò l’incontro della prima giornata del gruppo F dei mondiali tra Paesi Bassi ed Egitto che si chiuse 1-1; il 17 giugno si giocò Eire-Egitto che finì 0-0 ed entrò nella storia: nessun tiro in porta e melina costante delle due formazioni che spinse la Fifa a studiare soluzioni per evitare questo tipo di spettacolo (accelerò l’introduzione della regola che vietò al portiere di raccogliere con le mani il pallone su retropassaggio di piede del compagno di squadra). L’ultimo incontro della kermesse iridata è datato 21 giugno: Eire-Paesi Bassi si diviserò la posta con un pareggio per 1-1 che qualificò entrambe agli ottavi di finale.