Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom, commenta la risoluzione della vertenza. “Ita ha capito che era più proficuo avvalersi della loro professionalità ventennale”
ROMA – Fino a poco più di due mesi fa il pessimismo regnava sovrano e le diserzioni al primo incontro del 20 aprile, non lasciavano presagire nulla di buono. Qualche giorno fa, invece, il coup de théatre: Alfredo Altavilla, Presidente operativo di Ita Airways, si presenta al tavolo delle trattative con un piano che ribalta completamente la situazione.
La vicenda è quella dei lavoratori del call center ex Alitalia, servizio che una ventina di anni fa la compagnia di bandiera ha esternalizzato, affidandolo ad Almaviva.
Il resto è storia recente: Alitalia cessa l’attività e la neocostituita Ita Airways indice un bando di gara per l’affidamento del customer care. Ad aggiudicarselo, Covisian che – così come prevede la clausola sociale, inserita nell’ultimo contratto delle tlc – avrebbe dovuto assorbire tutti i dipendenti adibiti a quella commessa, garantendo altresì il principio di territorialità.
Traduzione: gli oltre 530 collaboratori Almaviva suddivisi tra le sedi di Palermo e Rende (alle porte di Cosenza) non si sarebbero dovuti muovere dalle rispettive residenze, continuando a svolgere le proprie mansioni per Ita all’ombra dei Quattro Canti o nella città che fu del filosofo Bernardino Telesio.
Poco più di due mesi fa, invece, la doccia fredda: dall’oggi al domani viene comunicata la cessazione della commessa Ita-Covisian. Inizia un rimpallo di responsabilità tra le parti e, nel mezzo, oltre 500 persone e le rispettive famiglie. Una situazione che, appunto, qualche giorno fa, dopo lunghe ed estenuanti trattative, si ribalta completamente. Con viva soddisfazione dei protagonisti. Su tutti, di Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom. Il Quotidiano di Sicilia lo ha intervistato.
Segretario Ugliarolo: un risultato oltre ogni aspettativa.
“Be’, se pensiamo che all’inizio Ita era disposta a “salvare” non più di cinquanta posti di lavoro…”
Vuol dire che avete lavorato bene.
“Il ringraziamento più grande credo debba essere rivolto, alle lavoratrici e lavoratori che, insieme alle sigle territoriali hanno combattuto per difendere il loro lavoro. Inoltre, un ringraziamento va, al Ministro Orlando, che per questa vertenza si è speso in prima persona oltre che all’onorevole Romina Mura, Presidente della Commissione Lavoro e all’onorevole Carmelo Miceli, che hanno letteralmente “martellato” con interrogazioni, interpelli, richieste di audizioni”.
Cosa prevede il piano?
“Duecento persone verranno assunte direttamente da Ita Airways: 150 già dal primo luglio, gli altri a settembre, utilizzando l’importante strumento dello smart working. I rimanenti 330 confluiranno gradatamente in Covisian, in tre tranche: due coincidenti con quelle di Ita, la terza a gennaio 2023. Tutti, nell’attesa di essere riassorbiti, continueranno a percepire la cassa integrazione: il Ministero ha garantito anche gli ammortizzatori sociali”.
Tutti i posti di lavoro salvi, dunque.
“Non solo. Visto che gli occupati resteranno a Palermo o a Rende, siamo riusciti nel fondamentale intento di salvaguardare uno dei punti chiave della clausola sociale: il principio di territorialità”.
Quali sono stati i fattori che hanno influito sul cambio di rotta?
“Essenzialmente due. Primo, il previsto aumento, dopo due anni pesanti di pandemia, della bigliettazione aerea. A fare la differenza, però, secondo me, è stata la consapevolezza acquisita da Ita, anche di fronte alle numerose segnalazioni di clienti che lamentavano disservizi qualitativi e quantitativi nelle risposte, che forse era più proficuo avvalersi della professionalità di lavoratori che da oltre vent’anni facevano quello. Infine, last but not least, un’azienda pubblica che vuole andare sul mercato è più appetibile senza vertenze o intoppi”.
Cosa lascia come insegnamento, per il sindacato, questo accordo?
“Se un’azienda a totale controllo pubblico ha provato a mettere in discussione una legge dello Stato, quale è la clausola sociale, è il segnale che dobbiamo presidiare ancora di più questo importante e fondamentale strumento, mettendoci nel contempo all’opera per rafforzarlo ulteriormente. È stata una conquista sindacale che ha consentito, in questi anni, di salvaguardare l’occupazione e non possiamo permettere che qualcuno rimetta indietro le lancette dell’orologio”.