Ex Pip Regione siciliana, attesa la sentenza del tribunale del lavoro - QdS

Ex Pip Regione siciliana, attesa la sentenza del tribunale del lavoro

Ex Pip Regione siciliana, attesa la sentenza del tribunale del lavoro

Michele Giuliano  |
giovedì 24 Marzo 2022

Nelle prossime settimane attese le sentenze dei ricorsi avanzati dagli Ex Pip che reclamano la stabilizzazione. Da vent'anni al servizio della Regione siciliana

La condizione di precarietà a tempo indeterminato dei lavoratori ex Pip potrebbe giungere a un momento di svolta. E la posizione assunta dalla Regione nei confronti della categoria potrebbe portare a risultati nefasti per le casse siciliane.

“Presto la Regione subirà le condanne del tribunale del Lavoro – sostiene Vincenzo Figuccia, deputato della Lega all’Assemblea regionale siciliana -, sono attese nelle prossime settimane le sentenze dopo i ricorsi presentati per il riconoscimento delle differenze retributive e contributive, e la conversione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro.

Ex Pip, da vent’anni al servizio della Regione

Da oltre vent’anni questa platea di lavoratori presta servizio in tanti settori dell’Amministrazione regionale, nei Comuni e negli ospedali. Parlamento e governo regionali si muovano immediatamente per chiudere questa triste pagina di precariato e per dare risposte concrete a tante famiglie siciliane”.

Il rischio è che la regione debba pagare caro la propria inadempienza: secondo l’onorevole Figuccia, infatti, a breve arriveranno ulteriori aggravi per i risarcimenti ai lavoratori ex Pip per le violazioni contrattuali e per le spese legali che incideranno per diversi milioni di euro nelle casse regionali.

Il percorso di stabilizzazione degli ex Pip

Il percorso di stabilizzazione aveva trovato un nuovo passo dopo l’approvazione anche al Senato dell’emendamento al decreto “mille proroghe”, che crea le condizioni per l’uscita dall’attuale condizione di precariato. L’emendamento si presenta come una misura di contrasto all’emergenza sanitaria e prevede che “venga creato un ruolo speciale a esaurimento per il transito dei Pip censiti alla data del 31 luglio 2020 in atto utilizzati dalle pubbliche amministrazioni e al fine di far fronte al fabbisogno di risorse umane per contrastare gli effetti del Covid”.

La Corte Costituzionale sul processo di stabilizzazione

Ciò consentirebbe di far fronte alla questione posta della sentenza della Corte Costituzionale numero 194 del 2020, che ha cassato la norma approvata dall’Ars con la quale si prevedeva la stabilizzazione del personale all’interno della società Resais.

La corte costituzionale, infatti, con la sentenza 194 del 2020, ha deciso di cassare gli articoli della finanziaria regionale del 2018 “nella parte in cui prevede il transito dei soggetti indicati con contratto a  tempo indeterminato anche parziale presso la Resais Spa. È stato considerato illegittimo l’articolo 23 nella parte in cui prevede il transito di soggetti titolari di contratto di lavoro a tempo determinato presso la Resais spa con contratto di lavoro a tempo indeterminato”.

Ex Pip, una categoria da salvaguardare

Insomma, si lavora su tutti i fronti per salvaguardare questa categoria, eppure le certezze esposte dal deputato regionale Figuccia su ciò che succederà in sede giudiziaria non sempre trovano riscontro nella conclusione, nelle stesse sedi, di storie simili a quelle degli ex-Pip. Ad esempio niente stabilizzazione e niente risarcimento o riconoscimento di stipendi maggiorati ai 35 precari contrattualizzati come Asu in servizio ai Comuni di Alcamo, Castellammare del Golfo e Valderice. Secondo il tribunale del lavoro di Trapani non hanno diritto a nessun riconoscimento perché non è possibile il passaggio automatico all’assunzione a tempo indeterminato senza concorso in una pubblica amministrazione e non è provato che abbiano svolto mansioni superiori a quelle effettivamente a loro consentite. Si è chiusa in questo modo una vertenza che era partita nel 2019 con alcuni lavoratori che avevano deciso di adire le vie legali facendo ricorso al tribunale civile per vedere riconosciute le loro ragioni di eterni precari.

Michele Giuliano

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