Sono passati meno di due mesi dall’elezione dei nuovi consigli metropolitani – e nel caso dei liberi consorzi anche dei presidenti oltre che dei consigli – e per le ex Province è giunto il momento di risanare i debiti contratti con la Regione Siciliana.
Il risultato negativo
Detta così potrebbe sembrare il primo risultato negativo della restituzione agli enti di area vasta della rappresentanza politica, dopo un decennio di commissariamento seguito alla riforma abortita dell’era Crocetta.
In realtà si tratta di una misura in linea con le previsioni normative regionali che nel 2016 – nell’ambito della legge di stabilità – ha introdotto una disposizione secondo cui “per i crediti non riscossi nei confronti degli enti locali, a qualsiasi titolo, la Regione procede alla riduzione dei trasferimenti ordinari”.
La legge prevede che sia l’assessore regionale agli Enti locali a siglare il provvedimento che restringe il rubinetto nei confronti delle amministrazioni periferiche, in questo caso le ex Province. Nei giorni scorsi, l’assessore Andrea Messina ha firmato una circolare per esplicitare le modalità con cui i vari rami della pubblica amministrazione regionale dovranno comunicare i vari crediti vantati.
La circolare
La nota siglata da Messina è stata indirizzata anche alla Corte dei conti. “Al fine dell’attuazione per il corrente anno della norma in relazione ai crediti vantati dalla Regione nei confronti dei Liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane – si legge nella circolare – con il decreto assessoriale. n. 270 del 28 maggio 2025 è stata stabilita nel 2,50 per cento dell’ammontare delle attribuzioni determinate con riparto disposto con il decreto assessoriale n. 229 del 9 maggio 2025, la misura massima delle riduzioni dei trasferimenti regionali da applicare per l’eventuale recupero dei predetti crediti regionali”.
Prima di procedere alla riduzione dei trasferimenti, i singoli rami della pubblica amministrazione regionale dovranno occuparsi di accertare “la sussistenza di crediti nei confronti delle Città metropolitane e dei Liberi Consorzi comunali dell’Isola per un ammontare non superiore” alla quota prevista in relazione alle somme di cui ogni singola ex Provincia dovrebbe beneficiare.
“Al fine di consentire il loro recupero a valere sui trasferimenti ordinari determinati per il corrente anno è indispensabile che gli uffici competenti alla gestione delle relative entrate attestino, mediante apposita dichiarazione del dirigente responsabile – si legge nella circolare – che i crediti sono stati registrati nella contabilità regionale, precisando gli estremi del provvedimento di accertamento, dell’entrata e della relativa registrazione; che di tali crediti sono stati informati gli enti locali debitori, al fine di consentire ai medesimi di tenerne conto in sede di predisposizione del bilancio, precisando gli estremi della relativa comunicazione e – infine – che i crediti in questione non sono stati in alcun modo contestati dall’ente debitore”.
Debiti di importi superiori
Nel caso le somme da recuperare siano maggiori al 2,50 per cento dei trasferimenti previsti per le ex Province, la circolare prevede che “il recupero sarà effettuato dando priorità ai crediti il cui accertamento risulta più remoto”. Gli uffici regionali avranno tempo fino all’11 luglio per comunicare nel dettaglio i crediti da recuperare.
I trasferimenti
Tenendo conto della quota del 2,50 per cento, sono queste le somme che potrebbero essere trattenute per ogni singola provincia in caso di debiti: 490.344,25 euro per la Città metropolitana di Catania; 379.152,76 euro per la Città metropolitana di Messina; 564.209,87 euro per la Città metropolitana di Palermo; 261.370,16 euro per il Libero consorzio di Agrigento; 187.150,55 euro per il Libero consorzio di Caltanissetta; 164.833,09 euro per il Libero consorzio di Enna; 166.871,97 per il Libero consorzio di Ragusa; 244.524,55 euro per il Liberto consorzio di Siracusa e, infine, 241.542,79 euro per il Libero consorzio di Trapani.

