Economia

L’esportazione che non decolla e va sotto, un anno da dimenticare per la Sicilia

L’export siciliano continua a non trovare la strada giusta per crescere in maniera costante e duratura. Il 2023, purtroppo, è stato un anno di conferma dell’andamento negativo del settore: secondo i dati pubblicati dall’Istat le esportazioni siciliane nell’anno passato hanno raggiunto un valore di 13 miliardi e mezzo euro, con una perdita, rispetto all’anno precedente, del 19,3%. Una perdita consistente, che va a ridurre notevolmente quanto fatto nei due anni precedenti. Il 2021 e il 2022, infatti, sono stati due anni di notevole crescita, tanto da passare, in termini di valore, dai 7 miliardi e mezzo del 2020 ai quasi 17 milioni di euro nel 2022. Insomma, la Regione sembra aver scoperto le proprie potenzialità in termini di esportazione dei propri prodotti, ma non riesce a capitalizzare quanto acquisito e perde terreno. Il meccanismo virtuoso si è in qualche modo inceppato, ancora peggio di quanto successo nel resto d’Italia.

In perdita la manifattura e i prodotti petroliferi raffinati

Sono diversi i settori che segnalano un andamento in perdita nell’export siciliano, a partire dai prodotti petroliferi, che incidono pesantemente sul totale nazionale e si riducono del 27,5%. In perdita anche il settore dei prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, in discesa del 17,9%, e le sostanze e prodotti chimici, che scendono del 31,1%. In forte crescita, invece il settore degli apparecchi elettrici, che crescono dell’84%, e i prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, in salita del 34,3%. A livello provinciale, in negativo si segnala Siracusa, che insieme ad Ascoli Piceno, Cagliari e Roma, segnala i risultati peggiori nella penisola. In positivo, si rileva l’andamento del quarto trimestre 2023, che finalmente vede un recupero della regione, che segna, rispetto al resto dell’anno, dell’1,1%. Un segnale che si spera si concretizzi in un andamento in tal senso anche nel 2024.   

La Sicilia segna tra i peggiori risultati a livello nazionale

Per la penisola il 2023 è stato l’anno dell’equilibrio, dopo i due anni di crescita del periodo covid, che non sono stati comunque così esplosivi come quelli siciliani. Nel complesso dell’anno passato, le regioni più dinamiche all’export sono la Campania, al +28,9%, il Molise, al +21,1%, la Calabria, al +20,9%. Quelle che invece registrano le flessioni più ampie, insieme alla Sicilia, sono la Sardegna, al -24,2% e la Valle d’Aosta, al -21,1%. I contributi positivi maggiori derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+390,8%), della Campania verso Svizzera (+99,6%) e Stati Uniti (+53,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+24,1%). Quelli negativi più ampi derivano dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,0%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-33,2%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%).