Fai Cisl-Flai, Cgil-Uila UIl, "In Sicilia un operaio su tre lavora in nero" - QdS

Fai Cisl-Flai, Cgil-Uila UIl, “In Sicilia un operaio su tre lavora in nero”

redazione

Fai Cisl-Flai, Cgil-Uila UIl, “In Sicilia un operaio su tre lavora in nero”

giovedì 16 Luglio 2020

L'appello dei sindacati: "Coldiretti, Cia e Confagricoltura sblocchino il rinnovo dei contratti provinciali di categoria per garantire sicurezza e diritti"

Sono
145 mila gli operai agricoli censiti in Sicilia, almeno 70 mila quelli
sfruttati in nero. Oltre il 30 per cento dei “regolari”,
inoltre, non raggiunge neppure contributi per 51 giornate annue. Gli strumenti
per migliorare salari e tutele dei lavoratori contrattuati, ma anche per
contrastare caporalato e sommerso esistono. Restano, però, inattuati o fermi ai
blocchi di partenza. Emblematico è il caso dei contratti provinciali di
categoria, in attesa di rinnovo ormai da sei mesi. Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil
hanno, quindi, indetto per oggi in tutta Italia il “CPLDAY” per chiamare le
organizzazioni imprenditoriali al tavolo delle trattative: “Occorre
sottolineare centralità e valore della contrattazione provinciale agricola per
dare risposte a tutti i lavoratori agricoli”, affermano i segretari generali di
Fai-Flai-Uila Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino che hanno
illustrato stamattina priorità e proposte sindacali nel corso di una videoconferenza
stampa. L’iniziativa è stata dedicata alla memoria di Adnan Siddique e di tutte
le vittime di caporalato, nel cui nome Fai-Flai-Uila chiedono ormai da tempo
alla Regione siciliana l’approvazione di una normativa contro lo sfruttamento
criminale sul lavoro per rendere ancora più incisiva sul nostro territorio la
legge nazionale 199.

La
piattaforma di Fai-Flai-Uila prevede alcuni punti salienti. Per le tre
organizzazioni di categoria, intanto, vanno previste nella contrattazione
provinciale misure per regolamentare il sistema degli appalti, monitorando così
la legittimità della concessione sia nei confronti del committente che
dell’appaltante. Altro elemento-chiave, la questione salariale: “Non può essere
considerata solo come un elemento di costo – affermano gli esponenti di Fai-Flai-Uila
– È, invece, uno strumento che concorre all’incremento del reddito e, quindi,
risulta indispensabile per invertire il calo dei consumi, contribuire al
rilancio del mercato interno, aiutare la crescita del Paese”. Contro sfruttamento
e caporalato, invece, Fai-Flai-Uila ritengono fondamentale nel rinnovo
contrattuale la definizione del costo del trasporto degli operai agricoli sui
luoghi di lavoro e la sua ripartizione con le aziende, oltre alla piena
attuazione dell’accordo-quadro per il contrasto alle molestie e alla violenza
nel settore.

Altra
richiesta: l’insediamento e la piena operatività degli Osservatori Regionali,
necessari per armonizzare i contratti provinciali, eliminando le differenze più
eclatanti di inquadramento. “È necessario dare vita – dichiarano Manca, Russo e
Marino – a un unico organismo bilaterale per ciascun territorio provinciale in
cui unificare le funzioni attualmente distribuite nei diversi organismi e a cui
attribuire anche nuovi compiti, valorizzando sempre più il ruolo della
bilateralità. Rivendichiamo anche attenzione sul tema della formazione che, assieme
a tutela della salute e sicurezza, costituisce una sfida e un investimento per
il futuro dell’agricoltura”.  Fai-Flai-Uila, inoltre, rimarcano una netta
opposizione a qualunque richiesta relativa ai salari di raccolta, mentre
propongono di puntare sul salario di risultato/produttività utile per stabilire
incrementi economici ai lavoratori agricoli, beneficiando della detassazione.
Nella piattaforma i sindacati prevedono, poi, il sostegno alla
maternità/paternità attraverso misure quali il “bonus bebè”, il rimborso spese
per asili-nido e/o per l’istruzione, il sostegno agli operai agricoli a tempo
indeterminato che sono stati licenziati, a integrazione di quanto già
assicurato dall’Eban.  

“Cia,
Coldiretti e Confagricoltura – concludono Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino
– avviino immediatamente la contrattazione con i sindacati per varare i rinnovi
contrattuali. Vanno garantiti i diritti di una categoria che opera in un
settore fondamentale per la Sicilia e per l’Italia e che durante l’emergenza
pandemica ha ancora una volta dimostrato di essere indispensabile”.

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