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Falcone e Borsellino, 30 anni dopo: le iniziative per il 23 maggio

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Falcone e Borsellino, 30 anni dopo: le iniziative per il 23 maggio

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martedì 17 Maggio 2022

Nel corso della cerimonia agli interventi istituzionali si alterneranno i racconti di alcuni dei protagonisti dei tragici giorni degli attentati del '92

È stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede della Rai di Viale Mazzini a Roma, il programma e l’impegno di informazione, cultura e intrattenimento della Rai per le commemorazioni del XXX anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio nelle quali morirono i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo e i poliziotti Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Alla conferenza stampa hanno preso parte Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la presidente della Rai Mariella Soldi, il direttore della Distribuzione Rai Marcello Ciannamea, il curatore generale del progetto culturale Spazi Capaci Comunità Capaci Alessandro De Lisi, il Vice Capo vicario della Polizia di Stato, il generale Massimo Mennitti, Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, e il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher, che ha condiviso e sostenuto il progetto della Fondazione Falcone mostrando come l’Italia tutta, da nord a sud intende sostenere un cammino comune per contrastare le mafie.

Le iniziative

La Provincia Autonoma di Bolzano, la Regione Trentino Alto Adige e il comune di Ortisei sono partner primari del progetto della Fondazione Falcone, come già la Fondazione Federico II, diretta da Patrizia Monterosso, l’Assemblea Regionale Siciliana, la Regione Siciliana e il Comune di Palermo e molte altre importanti istituzioni locali e d’area del Paese. Schierati in prima fila tutti i direttori dell’informazione Rai iniziando da Monica Maggioni (Tg1), Gennaro Sangiuliano (Tg2), Simona Sala (Tg3), Paolo Petrecca (Rainews24) e Andrea Vianello (Radio1 – Grr). Il tema scelto per questa occasione speciale dalla Fondazione Falcone è la “memoria di tutti”. Si intende ricordare così chi non c’è più, uomini e donne delle istituzioni, politici, magistrati, sacerdoti, sindacalisti e giornalisti, semplici cittadini morti per un Paese libero dalle mafie, ma anche chi è vivo e con il suo impegno si batte ogni giorno per la democrazia e la giustizia.

Nel corso della cerimonia agli interventi istituzionali si alterneranno i racconti di alcuni dei protagonisti dei tragici giorni degli attentati del ’92, come i componenti della squadra dei Vigili del Fuoco che, per primi, arrivarono sul luogo della strage a Capaci, di esponenti del mondo della cultura come Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo che testimonierà l’importanza della cultura nella battaglia sociale per la legalità, e di altri testimoni di riscatto civile e di impegno come Selima Giuliano, Sovrintendente alle Belle Arti di Palermo, figlia di Boris Giuliano, il vicequestore ucciso dalla mafia tra i primi a intuire i legami economici tra Cosa nostra siciliana e i clan americani e un rappresentante dell’associazione antiracket Addiopizzo. Prosegue inoltre, nel XXX anniversario delle stragi del ’92, lo speciale progetto d’arte contemporanea per la promozione della memoria civile Spazi Capaci-Comunità Capaci che coinvolge diversi artisti di fama internazionale, anima i luoghi simbolo della rinascita e della vittoria collettiva contro i ricatti di Cosa nostra e coinvolgerà, dopo Palermo, diverse altre città italiane ed europee.

Chi ci sarà

Noti influencer, cantanti, attori, intellettuali hanno raccolto l’invito della Fondazione Falcone e hanno girato video in cui hanno ricordato il loro 23maggio del 1992. Dove erano, cosa stavano facendo, cosa ha significato per loro quella data. Un contributo che ha dato vita a una challenge rivolta a tutto il popolo dei social invitato a raccontare cosa ricordano di una giornata che ha segnato la storia italiana. Molte le adesioni importanti come quelle del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, dello scrittore Roberto Saviano, del giornalista e direttore de L’Espresso Lirio Abbate, di magistrati, attori come i Sansoni, Ficarra e Picone e molti altri.

“La pandemia e l’isolamento sociale – ha spiegato Alessandro De Lisi, curatore generale del progetto SpaziCapaci-Comunità Capaci – ci hanno spinto a prendere la rincorsa e percorrere un nuovo spazio capace di accogliere una più ampia partecipazione diretta delle città, laddove l’isolamento della cultura nelle stanze protette del sistema dell’arte non era più tollerabile: abbiamo liberato l’arte contemporanea dal lockdown del mercato e abbiamo fatto appello agli artisti di lavorare sugli spazi capaci di indicare a tutti, comprensibili e dirette, le piccole storie della vita dei protagonisti che sono stati assassinati per mano mafiosa e per interessi ad essa afferenti.

Spazi Capaci è il primo progetto in Italia di potenziamento sociale attraverso l’arte per la formazione e la partecipazione culturale contro le mafie e per la memoria risvolto ai giovani dati dopo il 1992 e alle scuole, come anche alla popolazione che vive nei luoghi delle installazioni: opere, artisti, progettisti, elementi concreti della cultura internazionale invitano studenti e cittadinanza a rivivere gli spazi più importanti delle città colpite dal tritolo e dalle stradi di Cosa nostra nel 1992 e nel 1993, da Palermo a Milano. Oggi, che la mafia ha deciso di immergersi nel rassicurante silenzio della finanza e del mercato del lavoro più fragile occorre far più rumore, come tamburi di Palermo, per rivelarne la pericolosa presenza, in Sicilia come al nord, fino al Brennero e ben più su in Europa. Grande il contributo quest’anno da parte della comunità alpina ladina e altoatesina, a sottolineare l’urgenza di ‘nazionalizzarè un nuovo approccio alla formazione permanente e urbana per la cultura della lotta alle mafie, da nord a sud senza confini”.

Le parole di De Lisi

“La pandemia e l’isolamento sociale – ha spiegato Alessandro De Lisi, curatore generale del progetto SpaziCapaci-Comunità Capaci – ci hanno spinto a prendere la rincorsa e percorrere un nuovo spazio capace di accogliere una più ampia partecipazione diretta delle città, laddove l’isolamento della cultura nelle stanze protette del sistema dell’arte non era più tollerabile: abbiamo liberato l’arte contemporanea dal lockdown del mercato e abbiamo fatto appello agli artisti di lavorare sugli spazi capaci di indicare a tutti, comprensibili e dirette, le piccole storie della vita dei protagonisti che sono stati assassinati per mano mafiosa e per interessi ad essa afferenti. Spazi Capaci è il primo progetto in Italia di potenziamento sociale attraverso l’arte per la formazione e la partecipazione culturale contro le mafie e per la memoria risvolto ai giovani dati dopo il 1992 e alle scuole, come anche alla popolazione che vive nei luoghi delle installazioni: opere, artisti, progettisti, elementi concreti della cultura internazionale invitano studenti e cittadinanza a rivivere gli spazi più importanti delle città colpite dal tritolo e dalle stradi di Cosa nostra nel 1992 e nel 1993, da Palermo a Milano. Oggi, che la mafia ha deciso di immergersi nel rassicurante silenzio della finanza e del mercato del lavoro più fragile occorre far più rumore, come tamburi di Palermo, per rivelarne la pericolosa presenza, in Sicilia come al nord, fino al Brennero e ben più su in Europa. Grande il contributo quest’anno da parte della comunità alpina ladina e altoatesina, a sottolineare l’urgenza di ‘nazionalizzarè un nuovo approccio alla formazione permanente e urbana per la cultura della lotta alle mafie, da nord a sud senza confini”.

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