Le linee guida in questione sono state stilate dalla Fondazione Aiom in collaborazione con numerose associazioni
in collaborazione con ITALPRESS
Sono almeno duecentomila i pazienti oncologici che con l’allentamento del lockdown e l’avvio della Fase 2 devono tornare in ospedale per visite di controllo e accertamenti diagnostici. Numerosi si sono già rivolti a Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) per ricevere informazioni, anche attraverso il sito e i canali social: il timore del rischio di contagio nelle strutture sanitarie è la domanda più frequente.
A questo dubbio Fondazione Aiom è stata chiamata a fornire risposte, chiedendo quindi alle Istituzioni di adottare un decalogo di regole per garantire la ripresa in sicurezza di esami, visite e trattamenti antitumorali anche durante la Fase 2.
“Fino a ora – ha spiegato la presidente Stefania Gori, direttore del Dipartimento di Oncologia medica al Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar – come Fondazione Aiom abbiamo invitato i pazienti e i caregiver a seguire le regole comportamentali dettate dal ministero della Salute per evitare il contagio da nuovo Coronavirus. Oggi la situazione sta, anche se lentamente, volgendo alla normalità e per le persone con tumore è indispensabile tornare a seguire le cure in ospedale in totale sicurezza. Deve essere ridotto al minimo il rischio di contagio e devono quindi essere mantenute le stesse procedure e regole previste nella Fase 1. Un paziente con tumore e test positivo per nuovo Coronavirus (tampone naso-faringeo) oppure con malattia Covid-19 non può infatti continuare il trattamento antitumorale. Ecco perché abbiamo lanciato un appello alle Istituzioni affinché facciano proprie le indicazioni del Decalogo predisposto da Fondazione Aiom insieme a molte associazioni di pazienti”.
Il decalogo predisposto da Fondazione Aiom prevede:
1) Percorsi differenziati per i pazienti oncologici rispetto ai pazienti affetti da Coronavirus negli ospedali in cui sono presenti sia reparti Covid che reparti/strutture oncologiche;
2) Personale sanitario dedicato ai pazienti con cancro, evitando che medici e infermieri utilizzati nei reparti Covid siano al contempo utilizzati anche nei reparti oncologici;
3) Sorveglianza del personale sanitario. Effettuazione periodica, negli asintomatici, del tampone naso-faringeo per test Sars-Cov-2;
4) Effettuazione del triage agli operatori sanitari prima dell’inizio di ogni turno lavorativo;
5) Disponibilità dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi) necessari a tutto il personale sanitario e non sanitario;
6) Effettuazione del tampone naso-faringeo a tutti i pazienti oncologici prima del ricovero nelle degenze oncologiche per far sì che vengano ricoverati in questi reparti solo i pazienti Sars-Cov-2-negativi;
7) In assenza di particolari necessità, vietare le visite ai pazienti ricoverati nelle degenze oncologiche;
8) Effettuare il triage a ogni paziente oncologico ambulatoriale: solo i pazienti asintomatici e senza conviventi Sars-Cov-2 positivi sono ammessi in Day hospital/ambulatorio;
9) Vietare la presenza di familiari o accompagnatori nelle sale di attesa dei Day hospital/ambulatori oncologici, se non strettamente necessario per motivi assistenziali;
10) Attivazione di sostegno psicologico attraverso modalità telefoniche o telematiche.
Garantire strutture oncologiche Covid-free è un modo per evitare ai pazienti con cancro di poter essere contagiati in ambiente ospedaliero, l’ambiente in cui ogni giorno si recano per curare il loro tumore.