Fase 2, la Cisl dell'Isola ora vuole un patto post lockdown - QdS

Fase 2, la Cisl dell’Isola ora vuole un patto post lockdown

redazione web

Fase 2, la Cisl dell’Isola ora vuole un patto post lockdown

sabato 16 Maggio 2020

Il sindacato spiega che in Sicilia sono stati persi tre miliardi di euro per ogni mese di stop e propone al governatore Musumeci un master plan in dodici punti in vista delle riaperture. Il segretario Cappuccio, "occorre un colpo d'ala". Accendere i riflettori anche su Infrastrutture, Sanità e Lavoro

Un master plan in 12 punti per puntare al dopo-emergenza da Covid-19.

A proporlo al Governo Musumeci è la Cisl Sicilia in vista delle riaperture di lunedì secondo le nuove linee-guida concordate tra lo Stato e le Regioni.

“Il lockdown di questi mesi – sostiene il segretario Sebastiano Cappuccio – per l’economia siciliana ha portato una perdita di giro d’affari pari a tre miliardi di euro ogni mese. E la disoccupazione reale, che in epoca ante-virus in Sicilia sfondava il tetto del quaranta per cento, ora rischia di tradursi in paralisi sociale in una terra dalla quale ogni anno a fare le valigie e andare via sono già venticinquemila persone”.

Insomma, il virus ha acceso un’ipoteca.

“Ma ora si impone un colpo d’ala e di guardare avanti – assicura il leader sindacale -. Altrimenti, senza una visione, ripartire sarà come navigare a vista”. 

Da qui il Piano per la ricostruzione economica e sociale e l’efficienza burocratica della Regione, che il sindacato consegna al Governo Musumeci.

Analisi e proposte su infrastrutture, lavoro, salute e sicurezza, sanità e medicina del territorio, welfare, istruzione e formazione, turismo e beni culturali, ambiente, agroalimentare, pubblica amministrazione, edilizia, industria.

Nella convinzione, afferma Cappuccio, che “la Sicilia abbia bisogno, ora più di prima, di un patto sociale e per il lavoro, modello ponte Morandi, che getti le basi dell’architettura del prossimo futuro, sui fronti sociale, dello sviluppo, della semplificazione burocratica, della modernizzazione. Pensiamo a un tavolo permanente di confronto tra governo e parti sociali, per definire accordi, obiettivi, tempi e risorse”.  In ogni caso, per il sindacato va accelerata l’entrata a regime delle Zes, le Zone economiche speciali e “si potrebbe anche pensare a Zes specializzate per i distretti turistico-culturali”.

C’è bisogno poi di “un piano straordinario di assunzioni per una pubblica amministrazione sburocratizzata”.

Dev’essere recuperato “il ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione” anche attraverso compensazione con i debiti fiscali e contributivi, per tutti i livelli istituzionali. Servono incentivi selettivi agli
investimenti privati, all’innovazione e alla creazione di occupazione produttiva ed è necessario un approccio nuovo allo smartworking e alle politiche per la salute.

Al riguardo, “le risorse del Mes – argomenta la Cisl – per regioni come la nostra sarebbero fondamentali per sostenere la riqualificazione e il rinnovamento della rete ospedaliera. Ma non solo”.

“Insomma – conclude Cappuccio -, la Sicilia ha necessità di un piano di rilancio e di una politica espansiva che abbia almeno un respiro di medio periodo. Ma il futuro non può essere demandato solo ai fondi comunitari e al fondo di sviluppo e coesione, risorse tra l’altro quasi totalmente assegnate e programmate”.

Inoltre, il governo regionale dovrebbe impegnarsi a sollecitare a Roma “il rispetto della clausola del 34 per cento di investimenti pubblici che per legge deve essere destinato al Sud”.

Accendere i riflettori anche su Infrastrutture, Sanità e Lavoro

“La Sicilia ha necessità del ‘modello Morandi’ per sbloccare opere per più di 12 miliardi. Serve semplificare e accelerare e per questo è importante pensare a gestioni commissariali per le opere strategiche e per itinerari che possano
costituire grandi dorsali di comunicazione”.

A dirlo è la Cisl Sicilia, che, dopo la proposta al Governo Musumeci di un patto post lockdown, vuole accendere i riflettori su infrastrutture e lavoro.

“Per far fronte alla crisi più devastante dal dopoguerra, gli ammortizzatori sociali devono essere estesi e l’assegno di ricollocazione va erogato a tutti i disoccupati, non solo ai percettori del reddito di cittadinanza”, spiegano dal sindacato.
Inoltre, servono un forte investimento su politiche attive, formazione, riorganizzazione, smartworking, competenze digitali e la riforma dei centri per l’impiego.

Capitolo a parte la salute. Per la Cisl, l’attuazione del protocollo nazionale sul contrasto alla diffusione del virus nei luoghi di lavoro, sottoscritto il 14 marzo e integrato il 24 aprile, è “imprescindibile”. Idem riguardo all’intesa
regionale del 19 marzo, ma vanno anche rilanciati “ruolo e funzioni del già esistente comitato regionale di coordinamento”.

Mai più, afferma la Cisl, scure sulle politiche per la salute. Per il sindacato, “va adeguata e riqualificata la rete ospedaliera siciliana e anche per questo le risorse del Mes senza condizionalità, a una regione come la nostra, farebbero molto comodo”.

Inoltre, va ridisegnata la medicina del territorio restituendo “nuova centralità ai medici di famiglia”.

Serve poi un nuovo welfare.

“Desideriamo – puntualizza la Cisl – un sistema di welfare universale, solidale, inclusivo e sussidiario, che abbia al centro chi è più fragile: famiglie povere, minori e giovani, persone anziane, disabili, i non autosufficienti, i malati cronici”.

Il sistema attuale, invece, è “frammentato, disomogeneo, emergenziale, riparatorio e assistenziale”.

C’è poi un’altra esigenza che riguarda il mondo della scuola e della formazione.

“Occorre riorganizzare subito le attività scolastiche, dei nidi e delle scuole dell’infanzia, per essere pronti a settembre”, rimarca la Cisl sollecitando “investimenti in ristrutturazione e adeguamento dell’edilizia scolastica, con misure a integrazione di quelle nazionali”.

Sul fronte del turismo il piano della Cisl propone interventi che vadano “al di là dell’emergenza” e che tengano conto dell’elevatissimo numero di stagionali per i quali il lavoro per quest’anno è compromesso. “Si potrebbe pensare a Zes centrate sui distretti turistico-culturali”. Il tema di fondo resta la sburocratizzazione.

“Pensiamo a una pubblica amministrazione efficiente, snella, semplificata e che garantisca i livelli essenziali dei servizi. Per questo c’è bisogno di riorganizzazione e di potenziare gli organici con un piano di assunzioni stabili”, conclude il sindacato.

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