Femminicidio, la consulta femminile ha incontrato associazioni e istituzioni - QdS

Femminicidio, la consulta femminile ha incontrato associazioni e istituzioni

Stefania Zaccaria

Femminicidio, la consulta femminile ha incontrato associazioni e istituzioni

venerdì 10 Maggio 2019

La presidente Giuseppina Pavone: “Forse è arrivato il momento di fermarci a riflettere”. Chiesto al prefetto Filippina Cocuzza un tavolo tecnico per affrontare il problema

RAGUSA – Ci sono stati due casi di femminicidi a Ragusa negli ultimi sei mesi ed è il momento di interrogarsi. È nato con questa urgenza l’incontro che si è svolto martedì nel capoluogo ibleo per discutere di quello che sta succedendo in città. Il ‘Collettivo donne’ e la Consulta Femminile “vogliono uscire da quella che definiamo ‘la nebbia’ che avvolge la città ed andare oltre la marea di orrore e dolore che i due femminicidi consumatisi nel giro di 6 mesi nel ragusano hanno provocato nelle coscienze”.

È questo appunto il motivo di fondo che ha spinto le due organizzazioni a promuovere un incontro con tutti gli operatori culturali, sociali e istituzionali presso il Centro Servizi culturali di via Diaz. “Un modo per capire il disagio che è esploso attraverso i social – ha sottolineato la presidente della Consulta femminile Giuseppina Pavone – per incentivare un risveglio delle coscienze. Forse è arrivato il momento di fermarci a riflettere, ma dobbiamo farlo tutti, uomini e donne assieme; la cosiddetta ‘società civile’ ha il dovere di assumersi ‘in toto’ la responsabilità di affrontare il problema alla radice, di avviare un serio percorso di consapevolezza che abbia come ‘focus’ la relazione uomo-donna, al fine di individuare adeguate strategie d’intervento che promuovano un serio processo di cambiamento culturale”.

“Ancora oggi – ha aggiunto la presidente Pavone – il binomio ‘prevaricazione maschile/subordinazione femminile’ è significativamente presente, anche se in molti casi mimetizzato da una parvenza di parità (formale, ma non sostanziale, non interiorizzata, né supportata da consapevolezza); non si può negare né sottovalutare il fatto che la violenza sulle donne, compreso il femminicidio, sia fondamentalmente un problema culturale, per cui è su questo che bisogna agire, ed è questo aspetto che chiama in causa le Istituzioni”.

La Consulta ha chiesto intanto l’istituzione di un tavolo tecnico al prefetto, Filippina Cocuzza, per una formale ‘presa in carico’ da parte degli Organismi di governance del territorio, prefettura, Comune, Asp, Usp, Forze dell’Ordine, del problema con tutte quelle associazioni che hanno come mission nel proprio Statuto il contrasto di ogni forma di violenza familiare, sulle donne e sui minori.

“Quel che si osserva oggi – ha aggiunto Pavone – è una sempre più drammatica precarietà relazionale che sembra caratterizzare in maniera pervasiva ogni contesto di vita; tra l’altro, spesso i modelli di rapporto uomo donna trasmessi dai diversi sistemi sociali (famiglia, scuola, lavoro, economia, media eccetera) si rivelano contraddittori, quando addirittura non favoriscano il perpetuarsi di anacronistici stereotipi che cristallizzano i ruoli, impedendone l’evoluzione e la crescita positiva. La difficoltà ad evolversi in parallelo con tale complessità fa vivere male, crea disagio a volte espresso con modalità mal definite”.

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