Femminicidio Lorena Quaranta: il fidanzato condannato all'ergastolo

Femminicidio Lorena Quaranta a Furci Siculo: il fidanzato condannato all’ergastolo

Femminicidio Lorena Quaranta a Furci Siculo: il fidanzato condannato all’ergastolo

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giovedì 14 Luglio 2022

Lorena Quaranta era una promettente studentessa universitaria, frequentava l'ultimo anno della facoltà di Medicina, e presto si sarebbe laureata

Condannato all’ergastolo, Antonio De Pace responsabile dell’omicidio di Lorena Quaranta a Furci Siculo (Messina), avvenuto il 31 marzo 2020, in pieno lockdown. La sentenza è della Corte d’assise di Messina al termine di una lunga camera di consiglio. 

La ricostruzione dell’omicidio

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, De Pace ha tramortito e poi strangolato la povera 27enne che stava per laurearsi in Medicina. Originaria di Favara (Agrigento) è ricordata come una ragazza solare e una studentessa modello.

Dopo l’omicidio di Lorena Quaranta era stato lo stesso De Pace a chiamare i carabinieri dopo aver anche tentato il suicidio procurandosi dei tagli. Poi, all’arrivo dei militari, si era chiuso nel silenzio senza spiegare le ragioni del suo gesto. Probabilmente la giovane donna era stata uccisa al culmine di una violenta lite scoppiata nella villetta in cui i due fidanzati convivevano.

Lorena, come confermato dall’autopsia è morta per asfissia.

Chi è Antonio De Pace

Il fidanzato – infermiere originario di Vibo Valentia – conviveva con lei in un appartamento in via delle Mimose. Dopo averla uccisa, ha tentato il suicidio procurandosi dei tagli e ha chiamato i carabinieri.

Il commento sui social dello zio di Lorena

Scrive in un post pubblicato nel suo profilo facebook, lo zio si Loredana, Giuseppe Quaranta: “L’ergastolo è poca cosa in confronto ad una “Vita Spezzata”, ma è quanto era necessario attendersi e ambire. Che possa servire da monito, che possa fermare la mano di tanti che si nascondono dietro una maschera di perbenismo e pseudo sorriso. Che possa adesso fermare il tempo a chi si è reso protagonista di tanto orrore, e possa finalmente elaborare e comprendere il male, l’orrore e la tragedia che le sue mani hanno portato a termine con estrema leggerezza. Il dolore mai assopito, che con il passare dei giorni, dei mesi e degli anni, è diventato lancinante, possa adesso attraversare quelle barriere alzate, e farsi sentire con tutta la sua Potenza in modo che possa essere perennemente presente in ogni suo respiro”.

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