Feneal Uil Trapani: “È nei territori che si gioca la partita dello sviluppo” - QdS

Feneal Uil Trapani: “È nei territori che si gioca la partita dello sviluppo”

Vito Manca

Feneal Uil Trapani: “È nei territori che si gioca la partita dello sviluppo”

martedì 10 Maggio 2022

Focus sull’edilizia trapanese del segretario Feneal Uil, Tumbarello: “Il sindacato punta alla sostenibilità sociale dei bonus per i cantieri, ogni euro del Pnrr dovrà creare lavoro regolare e stabile e ben pagato”

TRAPANI – Il Pnrr è qui ed ora e sarà decisivo, un treno in corsa da prendere al volo. Ha una dimensione nazionale, sfrutta i fondi dell’Unione europea, ma è nei territori che si gioca la partita dello sviluppo.
“Un piano davvero importante, ma che per produrre gli effetti desiderati ha bisogno che chi ci amministra, anche e soprattutto localmente, sappia cogliere le opportunità, presentando progetti nei termini giusti e che facciano al caso del nostro territorio”.

Feneal Uil Trapani, focus sul territorio trapanese

Il segretario provinciale Feneal Uil Giuseppe Tumbarello – confermato dal congresso di categoria per un altro mandato – pone sul tavolo del confronto con le istituzioni, e con le altre parti sociali, un esame dettagliato delle condizioni economiche dell’area trapanese, un focus sull’edilizia che si fonda su un punto cruciale: “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza porterà in Italia più di 230 miliardi di euro da destinare alla conversione verde e digitale, per la quale servono infrastrutture”.

Servono infrastrutture per il Pnrr

E se servono nuove infrastrutture, l’edilizia, in tutte le sue articolazioni, non potrà che avere un posto in prima fila. Il sindacato al tavolo del confronto vuole sedersi a queste condizioni: “Noi attiveremo tutti gli strumenti di partenariato previsti dal decreto per dare agli investimenti e ai relativi progetti un forte impatto sociale ed occupazionale. Ogni euro erogato dovrà difendere e creare lavoro. Lavoro regolare, stabile, ben pagato e contrattualizzato”.

Il settore edile rappresenta l’anello fondamentale di una catena essenziale

Tumbarello va oltre: “Senza dubbio sono necessarie la riduzione e la qualificazione delle Stazioni Appaltanti – per far questo servono assunzioni di giovani con competenze tecniche moderne – e serve la qualificazione delle imprese. Si possono avere infrastrutture di qualità solo se vengono realizzate da lavoratori specializzati, ben pagati, che lavorano in sicurezza ed ai quali si applica il contratto collettivo nazionale dell’edilizia”. Qualità del lavoro e delle opere che risponde ad una strategia di territorio: “È nostra convinzione che il settore edile rappresenta l’anello fondamentale di una catena essenziale. Fa da collante tra agricoltura e turismo e quindi è la principale fonte dell’economia trapanese. Può dunque svolgere una funzione di grande sostegno al percorso di fuoriuscita dalla ormai crisi decennale”.

Alla Regione mancanza di programmazione e di progettazione

Centralità, quella dell’edilizia, che tuttavia non trova riscontro nelle scelte di governo. Tumbarello taglia corto: “Alla Regione riscontriamo, da sempre, mancanza di programmazione e di progettazione, oltre all’assenza di leggi chiare e definitive. Oltre ad una burocrazia che rende tutto più difficile e complicato. Questo quadro d’insieme, che si registra alla Regione, lo scontiamo, purtroppo, anche qui nella provincia di Trapani”.

Criticità che vanno superate al più presto perché c’è in gioco il futuro di un intero territorio. E futuro è il ripristino della linea ferrata Trapani-Milo per raggiungere Palermo. Il segretario entra nei dettagli: “La linea è interrotta dal 2013 a causa di alcuni eventi franosi. Il progetto di Rete Ferroviaria italiana prevede anche la riqualificazione della fermata di Segesta Tempio, in prossimità dell’Area Archeologica, e della stazione di Calatafimi. È un’opera inserita nel Pnrr con un investimento di circa 100 milioni di euro, con due anni e mezzo di lavoro e l’impiego di 150 maestranze. Consentirà poi una interconnessione più rapida con gli aeroporti di Birgi e Palermo”.

L’impegno di RFI si estende all’elettrificazione della linea e ad una serie d’interventi nelle stazioni di Trapani e Marsala. Tumbarello sottolinea l’importanza di un’altra opera che segue la stessa strategia, il sottovia a Trapani. Un investimento di 12,5 milioni di euro ed un anno e mezzo di lavori che permetteranno di eliminare alcuni passaggi a livello: “Il nuovo sottovia, lungo oltre 100 metri, eliminerà i punti d’interferenza con la linea ferroviaria migliorando la fluidità e la sicurezza del traffico stradale e garantirà una maggiore regolarità alla circolazione dei treni”.

La questione aeroporto

Il focus del segretario punta sullo scalo aeroportuale: “Dovrà vedere la luce, entro i prossimi 3 anni, la nuova stazione ferroviaria all’aeroporto di Birgi, con un investimento di 40 milioni di euro”. Ancora Birgi al centro dell’attenzione con la bretella autostradale Palermo-Mazara del Vallo ed il collegamento con l’aeroporto.
Una storia infinita che ha qualche punto fermo: “Quest’anno, oltre alla progettazione definitiva, si dovrebbe procedere alla valutazione di impatto ambientale, agli espropri necessari per la realizzazione dell’opera – 134 milioni di euro – ed alla gara d’appalto”.

Vertenza porti

La Uil, da tempo, ha anche aperto la vertenza porti (Trapani, Marsala, Castellammare del Golfo, Mazara del Vallo). C’è l’Autorità Portuale di Sistema ma c’è pure un problema da superare: “I nostri porti non funzionano. Sono blindati, bloccati. E se non si capisce che i porti fanno grandi le città non andremo da nessuna parte”.

Nel focus di Tumbarello non potevano mancare i bonus (110%, Eco bonus, Bonus Facciate, Sisma Bonus). L’esperienza sul campo consente d’indicarli come “la grande scintilla che ha fatto ripartire il settore dell’edilizia”. Ma per il segretario è però necessario una modifica sostanziale: “I bonus sono sicuramente utili a riqualificare il costruito e a ridurre la classe energetica degli immobili, rendendoli quindi più sostenibili, ma noi rivendichiamo l’uso dei bonus anche per una sostenibilità sociale. Abbiamo visto che i bonus sono stati usati per lo più da chi avrebbe comunque ristrutturato anche senza gli incentivi. Questo vuol dire che chi se lo poteva permettere ha investito. Chi invece non se lo poteva permettere continua a vivere in contesti degradati; quindi reputiamo giusta l’introduzione della valutazione dell’Isee per l’uso dei bonus pubblici”.

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