L’Unione nazionale dei consumatori ha stilato la classifica delle città partendo dai dati Istat. I costi per i servizi sono saliti in media del 18%. Palermo è quinta per aumenti (+25,8%)
PALERMO – Le ferie degli italiani stanno entrando nel vivo e l’Unione Nazionale Consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rincari per quanto riguarda i servizi di alloggio e di ristorazione, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di giugno.
Alloggi più cari del 18% rispetto al 2021
I servizi di alloggio, ossia alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù a giugno costano in media nazionale il 18% in più rispetto allo scorso anno. Una stangata non indifferente ma che diventa astronomica in alcune città.
A guidare la classifica della città con i maggiori rialzi nel settore alberghiero è Milano, con un balzo astronomico del 71,4% rispetto a giugno 2021, complice il successo del Salone del mobile. Al secondo posto Firenze, con un incremento annuo del 35,7%. Medaglia di bronzo a Siena con +30,4%. Appena giù dal podio Varese, +27,7% che sfrutta la vicinanza con Milano, così come Como, in settima posizione con +24%.
In quinta posizione Palermo con +25,8%, poi Pisa (+24,8%). Seguono Parma e Viterbo (entrambe +24%). Chiude la top ten Napoli, +23,8%.
Sull’altro versante della graduatoria, 3 città sono in deflazione: Trapani (-3,5%), Novara (-0,9%), Caltanissetta (-0,8%). Rialzi notevoli anche rispetto a maggio 2022. In appena un mese a Milano gli alberghi decollano del 36,8%, Firenze +21,9%, Varese al 3° posto con +20,5%. A Torino, invece, essendo esplosi a maggio per via dell’Eurovision Song Contest, a giugno precipitano del 22,5%.
Quando sale la domanda i prezzi salgono
“È normale che quando sale la domanda i prezzi salgano, ma c’è un limite al comunque senso del pudore oltre il quale significa volersi approfittare di un evento importante per tartassare chi vuole partecipare a quella manifestazione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Rincari meno evidenti nella ristorazione
Per i servizi di ristorazione, ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria, i divari tra le città sono meno clamorosi rispetto agli alberghi, ma sempre consistenti. A fronte di un’inflazione annua pari, per l’Italia, al 4,4%, a Verona i ristoranti rincarano rispetto a giugno 2021 del 9,1%, più del doppio della media nazionale. Al secondo posto Gorizia, con +7,8% e al terzo Brescia, +7,6%. Seguono Palermo (+7,3%), Forlì-Cesena (+7,2%), Sassari (+7%), Novara (+6,8%). In ottava posizione Lecco, Trento e Olbia-Tempio (+6,6% tutte e 3).
La città più risparmiosa è Campobasso (0,9%), in seconda posizione Massa-Carrara e Lodi (entrambe a +1,3%). Al terzo posto Ancora (+1,7%).