Non basta ammodernare i vagoni. I lavori in corso? In alcuni casi non verranno ridotti i tempi di percorrenza: tra Palermo e Messina, per esempio, non ci sarà nessun beneficio. E converrà passare da Catania...
Proseguono i lavori dei circa 32 chilometri di raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto-Castelbuono, in provincia di Palermo. Spesa prevista per il progetto diviso in due lotti: oltre un miliardo di euro. Fine lavori entro il 2027. Miglioramento in termini orari di percorrenza per i pendolari che viaggiano tra il capoluogo siciliano e Messina: nessuno. È questo uno dei tanti paradossi dei progetti operati da Rfi in Sicilia per una spesa complessiva di 23 miliardi di euro (18 dei quali già finanziati, ndr).
Opere in larga parte gestite da WeBuild, colosso in predicato della realizzazione del Ponte. Il cantiere ricadente in territorio palermitano è però gestito dalla Toto Costruzioni, altro colosso che in Sicilia ha fatto affari d’oro nonostante i ritardi in alcuni casi accumulati. Tra questi, i quasi sette anni in più richiesti per il completamento del viadotto Ritiro (consegnato al Cas lo scorso luglio, ndr), sulla tangenziale di Messina.
Ma torniamo alle ferrovie. Mai così tanti soldi pubblici erano stati spesi nell’Isola dal dopoguerra a oggi, come aveva evidenziato, lo scorso 31 maggio a Messina, Matteo Salvini. Progetti che però penalizzano, in maniera evidente, proprio la città dello Stretto: quella che per ragioni logistiche connesse con il ponte, più delle altre province avrebbe dovuto beneficiarne.
Arriviamo così a un altro paradosso: dal 2030 in poi – ammesso che il ritardo già accumulato sui cantieri possa essere recuperato – chi dovrà recarsi a Palermo da Messina impiegherà meno tempo se lo farà via Catania. Il tempo di percorrenza previsto oggi tra le due province più a nord dell’Isola è di circa 3 ore; nel 2030 sarà invece di 2 ore e 45 minuti, ma passando dal capoluogo etneo, con un allungamento del percorso di 100 chilometri….