Come oggi, 1° febbraio, iniziò l'eruzione dell'Etna che minacciò i paesi attorno Catania. La storia del miracolo del velo di Sant'Agata.
Quello di febbraio non è un mese come gli altri per i catanesi. In questi giorni, infatti, nella città dell’elefante fervono i preparativi per la festività di Sant’Agata, Patrona di Catania.
Un rapporto viscerale quello che da sempre i cittadini etnei intrattengono con la martire. Più volte, infatti, Sant’Agata sarebbe intervenuta per proteggere la sua città natale dalle minacce dell’uomo e della natura.
Sant’Agata, la minacciosa eruzione dell’Etna
Il 1° febbraio ricorre proprio l’anniversario di una delle tante intercessioni della Santa a favore dei suoi fratelli e delle sue sorelle.
L’1 febbraio 352 d.C. iniziò un’importante eruzione sul versante meridionale dell’Etna a quota 820 metri. La frattura si formò a un’altitudine relativamente bassa, vicina ai centri abitati. La colata lavica infatti minacciò i paesi che sorgevano nel Catanese, con i residenti terribilmente preoccupati per l’avanzamento del magma in direzione delle loro case.
Sant’Agata, il miracolo del velo
Gli abitanti, quindi, decisero di affidarsi al velo di Sant’Agata, morta in martirio appena un anno prima. Il velo, che cingeva il sepolcro della martire, venne dunque prelevato dai cittadini e portato in processione proprio dinnanzi al flusso lavico.
Miracolosamente, il velo di colore bianco divenne rosso – così come appare ai giorni nostri – e il magma incandescente si fermò nel giorno del 5 febbraio, esattamente nel giorno della morte di Sant’Agata.