Figli, figli degli altri e deserti - QdS

Figli, figli degli altri e deserti

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Figli, figli degli altri e deserti

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 22 Febbraio 2023

Il mondo che sembrava immutabile sta cambiando, e molto velocemente. E in questo mondo come vivranno i nostri figli? Il commento di Giovanni Pizzo.

Da anni discettiamo di cambiamenti climatici, di Accordi di Kyoto, di deserti che avanzano e ghiacci che si sciolgono, di ragazzine svedesi che protestano, di colture che soffrono. Sono diventati ormai quasi argomenti da bar, come con la fine delle mezze stagioni, che non ci fa più comprare giacche primaverili

Il mondo che sembrava immutabile sta cambiando, e molto velocemente. Ma a noi che importa? Abbiamo i nostri piccoli problemi italiani, inflazione e caro voli, che non ci fa più vedere i figli sparsi per il mondo. I figli, appunto. Ma in un mondo che muta come gli X-Men che fine fanno? Dove e come vivranno? Berranno vino come gli antichi e condiranno l’insalata con l’olio, o vivranno immersi nella soya e mangeranno cavallette?

Mia figlia Costanza fa la ricercatrice, fa ricerca di frontiera, quella che guarda i confini del mondo e le sue mutazioni. Sta nel deserto della Tunisia per buona parte del suo tempo, tra Wadi e Oasi, dove vivono popolazioni abituate a sopravvivenza, che qui non si chiama resilienza, culture e colture estreme. Dove l’acqua è la forma di Dio sulla Terra, dove un peperone o una melenzana è un ortaggio che ha il senso di una vita da scorpioni sotto la sabbia. Dove il vento cambia i paesaggi e disegna nuovi orizzonti.

Lei è lì a cercare di capire come aiutare a resistere, a fare diga di umanità, prima che, come in Balla coi lupi, la frontiera scompaia. Se e quando questa forma di millenaria resistenza umana dovesse cedere vorrà dire che i flussi di popolazioni sottostanti dilagheranno in Occidente, e questo non avrà muri per contenere.

Davanti alla natura, alla demografia, al clima, i muri sono i castelli di sabbia sulle spiagge di fronte al mare. Mia figlia Costanza si preoccupa dei figli degli altri, per individuarne un futuro possibile, che oggi si chiama sostenibile, parole nel vento del deserto per i beduini. Il deserto e più spesso dentro di noi, che ci applichiamo a clessidre vuote, che sbagliano il tempo della Storia.

Così è se vi pare.

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