Il leghista Figuccia (Ars) riaccende i riflettori sull’emergenza rifiuti. Irresponsabile no ad impianti ha ridotto la Sicilia ad una grande discarica
PALERMO – L’emergenza rifiuti in Sicilia non dà tregua nemmeno nei mesi invernali e la necessità di trovare una soluzione in tempi brevi è sotto gli occhi di tutti. Il commissario regionale della Dc Totò Cuffaro insiste su questo tema: “La Sicilia ha bisogno quanto prima dei termovalorizzatori. Le discariche siciliane sono sature e l’acuirsi della difficoltà nello smaltimento dei rifiuti nelle grandi città rende necessaria e non più procrastinabile la realizzazione. Soltanto nel Palermitano, ci sono 12 Comuni che non sanno dove conferire i loro rifiuti. Per smaltire i rifiuti siciliani si è costretti ad andare nel nord Italia o, in alternativa, conferire in impianti di termovalorizzazione presenti in Europa sostenendo costi enormi”. Per Cuffaro bisogna fare presto: “Basta perdere tempo”.
Anche Vincenzo Figuccia (Lega) è convinto che bisogna agire con determinazione: “Continuiamo ad assistere all’ipocrisia e al buonismo di certe realtà che, in nome dell’ambiente, hanno lasciato la Sicilia in mano alle discariche e al malaffare. Sono numerosissime le segnalazioni che stanno arrivando da parte dei palermitani, e non solo, sull’aumento spropositato della tassa sui rifiuti. Un saldo Tari salato che è frutto del ‘sistema-discarica’ ereditato per la scelleratezza amministrativa degli ultimi cinquant’anni”.
“Cogliere l’opportunità dei termovalorizzatori – conclude il leghista – significa risolvere, nel giro di poco tempo e definitivamente il problema, riconvertendo i rifiuti in una vera e propria risorsa. Siamo certi che questo governo non si farà scoraggiare da certi buonisti”.
Quella in favore dei termovalorizzatori è una battaglia che il Quotidiano di Sicilia porta avanti da anni, con inchieste, dati, approfondimenti e appelli rimasti inascoltati. Già nel 2019 il nostro quotidiano spiegava come la produzione di energia generata dai termovalorizzatori, può essere utilizzata per riscaldare le case, come già in quell’anno accadeva in Danimarca e su Change.org aveva lanciato una petizione per chiudere le discariche, malsane, e realizzare termocombustori di ultima generazione. Ma a giugno del 2020 l’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva avvertito che la Sicilia doveva gestire i rifiuti trovando soluzioni alternative alla loro combustione. L’appello del Quotidiano di Sicilia non si è fermato e gli articoli si sono susseguiti nel tempo fino ad oggi, caparbiemente, rilevando anche la scarsa coerenza del Partito democratico che a Roma si è mostrato favorevole a questo tipo di impianti (vedi quello di Brescia) e in Sicilia con il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo fermamente contrario. Oggi i Radicali Italiani vogliono proporre un referendum perché siano i cittadini a decidere su questo argomento per evitare strumentalizzazioni politiche.
“Crediamo sia necessario consultare coloro che ogni giorno subiscono le inefficienze del sistema rifiuti romano – ha detto Massimiliano Iervolino, segretario di RI – tramite lo strumento di democrazia per eccellenza, ovvero il referendum”. Resta fermamente contrario invece il Movimento Cinquestelle che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti contro l’inceneritore voluto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “Uno strumento superato, (il termovalorizzatore) ecologicamente insostenibile – è scritto in una nota – lontano dagli obiettivi ambientali europei e velenoso per il paesaggio circostante va contrastato con tutte le frecce al nostro arco. Abbiamo appena scagliato la prima: sia chiaro che non deroghiamo e non derogheremo in alcun modo ai nostri princìpi, ma lotteremo fino in fondo a difesa di Roma e della salute dei nostri concittadini”.