Finanziaria in difficoltà in Sicilia tra dibattiti e idee confuse

Finanziaria in difficoltà in Sicilia tra dibattiti e idee confuse: i lavori riprendono il 27 dicembre

Finanziaria in difficoltà in Sicilia tra dibattiti e idee confuse: i lavori riprendono il 27 dicembre

Mauro Seminara  |
mercoledì 25 Dicembre 2024

Il rischio di gestione provvisoria dietro l’angolo

Tra voti segreti e palesi, in Sala d’Ercole sono passati emendamenti delle opposizioni e sono apparse incrinature tra le fila della maggioranza. Le opposizioni attaccano e sul maxiemendamento sono pronte le barricate. Si palesa all’orizzonte il rischio di gestione provvisoria.

Pausa natalizia per la finanziaria della Regione Siciliana che all’una di notte del 23 dicembre – ormai vigilia di Natale – ha sospeso i lavori in Sala d’Ercole per riprendere la discussione in Assemblea regionale venerdì 27, con due giorni utili per riuscire nell’impresa di convertire in legge il disegno di legge di stabilità triennale entro i 45 giorni dal recepimento in Parlamento. Sulla strada dell’approvazione dell’Assemblea il cammino sembra tutt’altro che in discesa. I lavori d’aula sono stati sospesi al termine di una nuova animata discussione su un articolo, con annessi emendamenti, che si trova ancora a circa metà articolato del testo deliberato dalla Commissione bilancio.

Idee confuse e dibattito acceso all’Ars

Malgrado la presenza in Sala d’Ercole della giunta Schifani, con il presidente della Regione Siciliana seduto tra i banchi del governo, la maggioranza è risultata poco coesa nelle proprie decisioni. Momenti di critica, o tensione, non sono mancati anche a margine del contenuto dei singoli emendamenti discussi. Ad esempio quando un assessore del governo Schifani ha dato parere favorevole ed un altro, in questo caso l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, ha smentito la collega esprimendo parere negativo pur non essendo l’emendamento in questione motivo di ulteriore spesa per la Regione.

In Sala d’Ercole tutti contro tutti, maggioranza inclusa

“Schifani ora spieghi ai siciliani che la manovra non è stata esitata non per le barricate delle opposizioni contro una manovra, pur indecente, ma per colpa di un governo che non riesce a parlare con la sua maggioranza dentro la quale le spaccature sono evidentissime”, ha commentato a lavori sospesi il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca. “É prevalsa la ragione politica sugli interessi dei siciliani”, ha detto caustico De Luca circa l’esito del convulso pomeriggio a Palazzo dei Normanni, dove la giornata è trascorsa tra lavori d’aula e di backstage in egual misura se non addirittura con preminenza di consultazioni politiche dietro le quinte a discapito di Sala d’Ercole.

Il rischio di gestione provvisoria dietro l’angolo

Secondo il capogruppo dei cinque stelle, “per la Sicilia è l’ennesima occasione sprecata. Hanno tenuto in ostaggio per ore il Parlamento e i dipendenti dell’Ars, rinviando a dopo Natale, sperando in un clima più disteso per evitare lo spettro della gestione provvisoria che, a questo punto, comunque non mi sento di escludere”. La gestione provvisoria a questo punto è davvero dietro l’angolo, ed il rischio di esercizio finanziario provvisorio – che Renato Schifani voleva scampare per il secondo anno consecutivo dopo un lunghissimo triste record siciliano – pretenderà un importante sforzo politico per trovare una chiara intesa tra i gruppi, a cominciare dalla stessa maggioranza.

La maggioranza di Schifani schricchiola?

“Ancora una volta la maggioranza va in frantumi”, commenta il capogruppo del Partito Democratico all’Ars Michele Catanzaro dopo la sospensione natalizia di Sala d’Ercole. “È bastata l’approvazione di un emendamento del Pd all’articolo 11 della finanziaria – ha affermato Catanzaro – per fare esplodere tutti i limiti e le contraddizioni di questo centrodestra irresponsabile, che invece di governare pensa solo a litigare. Mentre la maggioranza fuggiva, il gruppo del Partito Democratico con senso di responsabilità è sempre rimasto in aula, insieme con le altre forze di opposizione”. Alle nove di sera era stata sospesa l’aula e, dopo la fibrillante pausa in cui trovare la quadra nei gruppi aveva priorità anche sul mangiare un boccone prima del ritorno in aula, la ripresa con l’articolo successivo della finanziaria non ha visto la svolta che il governo forse sperava.

Il maxiemendamento atteso con un clima da trincea

“Restiamo fermi sulla nostra posizione, se il governo intende presentare un maxiemendamento, si individuino poche norme di alto profilo per provare a dare risposte vere alle emergenze della Sicilia”, ha affermato Michele Catanzaro a margine dei lavori d’aula aggiungendo: “Ci auguriamo che alla riapertura dei lavori, il 27 dicembre, prevalga il buonsenso”. La finanziari all’esame dell’aula è quella da oltre 600 milioni che, appunto, attende ancora il maxiemendamento del governo con le risposte ai quesiti – e forse alle pretese – dei gruppi politici, inclusi quelli che compongono la maggioranza. Da quanto abbiamo appreso e vi abbiamo informato, sulla bozza del maxiemendamento pare esserci un’altra mezza finanziaria. Se non per risorse almeno per consistenza dell’articolato.

Se la sanità pubblica perde ancora “pezzi” con i gettonisti

Tra i grandi temi per i quali i gruppi di opposizione si aspettavano interventi più cospicui, proporzionati alla crisi da risolvere, c’é la questione sanità. “È stata approvata dall’Ars la norma contenuta nell’articolo 5 della finanziaria fortemente voluta dal M5S e accorpata a quella governativa per contrastare la fuga dei camici bianchi verso il privato”, rivendica il capogruppo cinque stelle Antonio De Luca con riferimento ai diciottomila euro in più l’anno per i medici dei pronto soccorso e delle aree di emergenza, degli ospedali delle aree disagiate e di quelli con carenza di organico.

“È una norma che avevamo fatto inserire anche nella scorsa finanziaria – dice il capogruppo M5S all’Ars – perché importantissima per questo settore nevralgico della sanità che rischia di crollare anche sotto l’attacco delle cooperative e dei medici gettonisti che incentivano la fuga verso il privato”. 

Sanità, grandi criticità e piccole risorse

La previsione di investimento stanziata dalla Regione Siciliana per risolvere le criticità della sanità regionale ormai in zona rossa nazionale per Livelli essenziali di assistenza dovevano essere, secondo le opposizioni, almeno il doppio perché qualche risultato tangibile arrivasse alla percezione dei siciliani. “Purtroppo la somma stanziata di 10 milioni di euro non è sufficiente, ce ne volevano almeno 20, si poteva e si doveva fare di più”, afferma Antonio De Luca all’esito del miglioramento ottenuto con l’emendamento targato M5S.

“È comunque un segnale importante – prosegue il commento di Antonio De Luca – verso questa categoria che è uno dei pilastri su cui si regge la sanità pubblica. Questo incentivo deve comunque essere il punto di partenza di una serie di interventi che garantiscano all’intera categoria dei sanitari e parasanitari del settore pubblico situazioni economiche e lavorative migliori”.

Scritture, riscritture e navigazione a vista

L’aula dell’Ars ha visto fino all’ultima giornata di lavori prima della sospensione natalizia riscritture di articoli e commi. Il primo era stato quello sull’agenzia per l’attrazione degli investimenti, minato dalla stessa maggioranza con un “messaggio” alla Presidenza della Regione Siciliana sotto forma di mancata approvazione delle spese di rappresentanza e cerimoniale previste nel Bilancio consolidato.

L’articolo era stato rimodulato ed il Consiglio dell’agenzia era divenuto una task force con numero di membri analogo al numero di gruppi politici che sostengono la maggioranza di governo. Fino all’ultimo, nella votazione dell’articolato della finanziaria, gli uffici hanno lavorato con il governo a riscritture per viaggi di andata e ritorno dall’aula di parti della Legge di stabilità prima di lettura e votazione.

Lavori svolti in tempo reale, senza la possibilità di leggere, esaminare e valutare la posizione in merito a quanto appena tornato in aula dopo modifiche “al volo”. In questo clima si attende adesso un maxiemendamento che, a giudicare dai tempi per la votazione dell’articolato del testo base della finanziaria, in caso di “blindatura” con maxi non subemendabile, potrebbe fare andare in scena trincee e campi minati in Sala d’Ercole.

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