Ancora poche le informazioni sull'Sfl del Governo Meloni, tanti i ritardi del programma Gol per i percettori del reddito in Sicilia. Da agosto il sussidio cambierà
A partire dall’1 agosto tra 40 e 45mila persone under 60 in Sicilia resteranno senza reddito di cittadinanza. Eppure sul percorso che dovrebbe accompagnarli verso un corso di formazione e quindi verso la nuova misura da 350 euro al mese pensata dal governo Meloni, l’Sfl (Supporto per la formazione e il lavoro), regna il caos.
“Cosa devo fare adesso?”, è la domanda che si sentono rivolgere patronati, sportelli informativi, operatori dei centri per l’impiego da parte dei percettori a rischio. E la risposta è unanime: un’alzata di spalle. Perché non si sa.
Senza reddito di cittadinanza in Sicilia, cosa succede adesso
In Sicilia i corsi di formazione del programma Gol, destinati proprio ai percettori di reddito, non sono ancora partiti a causa dei ritardi degli uffici regionali. “Forse a settembre”, è la voce che rimbalza tra gli addetti ai lavori, mentre in altre Regioni i primi corsi hanno avuto inizio a fine 2022. Così come non si sa ancora quale sia la procedura per accedere all’Sfl. Una cosa è certa: la Legge di Bilancio che ha modificato la normativa sulla Reddito di cittadinanza impone che nel 2023 un percettore definito occupabile (under 60, senza figli minori e senza disabili nel nucleo famigliare) possa ricevere al massimo sette mensilità.
Ecco perché la data dell’1 agosto sarà una tagliola. Questo limite temporale non si applica per i percettori presi in carico dai servizi sociali del Comune, che continueranno a ricevere il Rdc fino a dicembre 2023.
Quanti perderanno il reddito
Nei primi cinque mesi del 2023 in Sicilia 250.577 nuclei hanno preso almeno una mensilità di Reddito o pensione di cittadinanza; le persone coinvolte – cioè quelle che in definitiva con questi sussidi ci vivono – sono 576.840. L’importo medio è stato di 612 euro. Nel 2021 e 2022 si era arrivati a toccare un numero molto più alto di persone coinvolte: fino a 733mila. Se allarghiamo lo sguardo a tutto il Meridione, comprese le isole, negli ultimi sei mesi 1,9 milioni di persone hanno contato sulla misura.
Nel mese di maggio del 2023, ultimo dato Inps disponibile, in Sicilia 188.339 nuclei hanno avuto accesso al Rdc. Le persone coinvolte in totale arrivano a 447mila, così suddivise: 150.700 in provincia di Palermo, 109.551 a Catania, 42.126 a Messina, 34.264 a Trapani, 32.884 a Siracusa, 32.341 ad Agrigento, 19.596 a Caltanissetta, 14.911 a Ragusa e 10.600 a Enna. Guardando al tasso di inclusione, cioè il numero dei percettori rispetto alla popolazione residente, in Sicilia ogni mille abitanti ci sono 148 persone che prendono il Reddito. Un tasso più alto si registra solo in Campania. E questo dato medio si impenna a Palermo, dove i percettori sono 189 ogni mille abitanti, e a Catania, dove sono 166 ogni mille.
Quante persone perderanno il reddito di cittadinanza? Secondo l’ufficio parlamentare Bilancio, sarà il 22,9 per cento del totale a livello nazionale. Se a maggio in Sicilia i percettori sono stati 188mila, a rimanere senza sostegno dovrebbero essere tra 40 e 45mila persone nel periodo compreso tra agosto e dicembre 2023.
Per loro la prima cosa da fare sarebbe iscriversi a un corso di formazione che duri almeno sei mesi: non un’optional, ma un obbligo già dal 1 gennaio 2023 introdotto dalla Legge di Bilancio. “In caso di mancata frequenza del programma assegnato – recita la norma – il nucleo familiare del beneficiario decade dal diritto alla prestazione. Le Regioni sono tenute a trasmettere all’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro l’elenco dei soggetti che non rispettano l’obbligo di frequenza; l’Agenzia medesima mette a disposizione dell’INPS tale elenco, ai fini dell’adozione dei provvedimenti di decadenza del beneficio”.
Social card e contributi post-RdC
Al di là della social card – una tantum da 382 euro – la misura pensata per non abbandonare completamente i percettori definiti occupabili, è il Supporto per la formazione e il lavoro, “utilizzabile – spiega l’Inps – dai componenti dei nuclei familiari di età compresa tra 18 e 59 anni, con un valore dell’ISEE familiare, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro annui e che non hanno i requisiti per accedere all’ADI (l’Assegno di inclusione che invece andrà ai non occupabili ndr)”.
“Il Supporto per la formazione e il lavoro è incompatibile con il Reddito di cittadinanza e la Pensione di cittadinanza e con ogni altro strumento pubblico di integrazione o di sostegno al reddito per la disoccupazione ed è pari a un importo mensile di 350 euro erogato per tutta la durata dei programmi formativi sopra indicati e, comunque, entro un limite massimo di dodici mensilità. Il beneficio economico è erogato mediante bonifico mensile da parte dell’INPS”.
Il nuovo sussidio dovrebbe essere erogato a partire da settembre. Nuove circolari che illustrino le modalità di accesso sono attese dall’Inps nelle prossime settimane. I centri per l’impiego – dove è scattata la protesta dei dipendenti che si rifiutano, dopo anni in cui è stato tollerato per non paralizzare le attività, di svolgere mansioni superiori alla loro categoria di appartenenza – saranno chiamati a gestire un importante carico di lavoro aggiuntivo nel mese di agosto.