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Fine Vita, 55enne può accedere al suicidio assistito ma è paralizzata: “Aiutatemi a morire”

Fine Vita, 55enne può accedere al suicidio assistito ma è paralizzata: “Aiutatemi a morire”
Suicidio assistito – Eutanasia – fine vita – Imagoeconomica

La donna ha tutti i requisiti per accedere al suicidio assistito ma nella pratica non può procedere perché non può prendere da sola il farmaco letale

“Il limite della mia sopportazione è stato superato. Chiedo l’aiuto di un medico per poter morire“. Questa è la storia di “Libera“, 55enne toscana è paralizzata dal collo in giù a causa della sclerosi multipla. La donna ha tutti i requisiti per accedere al suicidio assistito ma nella pratica non può procedere perché non può prendere da sola il farmaco letale. Il paradosso sta che non esiste nessun dispositivo per l’autosomministrazione.

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Il percorso della 55enne

Libera” nel luglio 2024 ha ottenuto il via libera dall’Asl della Toscana (prima regione a dare il benestare all’applicazione del Fine Vita) per accedere al suicidio assistito. La donna è assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, ha presentato nel marzo 2025 un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze affinché il suo medico fosse autorizzato a somministrarglielo.

Il giudice aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale in base all’art. 579 del codice penale che parla di reato di omicidio del consenziente. La Corte costituzionale si è infine espressa a luglio scorso chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale e internazionale, e non solo regionale, dell’esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione del farmaco per il suicidio assistito. 

“Il limite della sopportazione è stato superato”

“Ho letto i pareri e devo constatare quindi che non esiste una soluzione per me e che non c’è alcuna garanzia che possa essere realizzato un dispositivo idoneo in tempi compatibili con il mio livello di sofferenza” – commenta Libera. “Il limite della sopportazione umana del dolore fisico e psichico, per quanto mi riguarda, è stato superato. La mia volontà e richiesta di essere aiutata a morire hanno assunto un carattere di urgenza assoluta e non più rinviabile. Chiedo che venga immediatamente autorizzata l’unica modalità di assistenza compatibile con la mia richiesta: l’aiuto medico alla somministrazione della sostanza letale. In mancanza di tale autorizzazione, ogni ulteriore rinvio sarà per me equivalente a un diniego, di fronte al quale mi vedrò costretta a intraprendere un’altra strada, a effetto immediato”.