Il premier, “Un Mezzogiorno più competitivo renderà più forte l’Italia intera”. Il ministro Provenzano, “Non è la soluzione, servono altre politiche”. Per ridurre carenze infrastrutturali e rispondere più efficacemente alla crisi
ROMA – Lo scossone provocato all’economia dal blocco delle attività dovuto alla pandemia Covid-19 ha avuto quanto meno il merito di focalizzare l’attenzione sul gap tra Nord e Sud Italia. È finalmente stata conclamata la necessità di investire al Sud in infrastrutture, incentivi per lo sviluppo delle imprese e creazione di posti di lavoro. Da quando è cominciata la crisi per il Coronavirus, il Sud, già di per sé depresso, è piombato nel baratro con la chiusura di migliaia di piccole imprese, con il crollo del settore del turismo, che rappresenta una grossa fetta dell’economia soprattutto in Sicilia.
Il governo di Roma ha constatato la necessità di appostare risorse al Sud ed ecco che da ieri è entrata in vigore la fiscalità di vantaggio, per tutte le aziende del Sud.
“Tutte le imprese che operano nelle regioni del Mezzogiorno – ha detto il presidente del consiglio Giuseppe Conte – potranno contare su un taglio del 30% del costo lavoro per tutti i loro dipendenti. I lavoratori non subiranno alcuna riduzione delle proprie retribuzioni”. “È una misura che abbiamo introdotto anche grazie all’impegno del ministro Giuseppe Provenzano che interviene in maniera concreta a favorire le aree produttive del Paese che avvertono urgente bisogno di misure di sostegno al fine di ridurre carenze infrastrutturali e rispondere più efficacemente alla crisi generata dalla pandemia. Vogliamo rendere questa boccata di ossigeno stabile e duratura in modo da favorire la ripartenza e il rilancio produttivo del Sud – annuncia il premier – Un Sud più solido e competitivo renderà più forte l’Italia intera”.
Per Provenzano non è un provvedimento che può bastare. “Noi veniamo da anni di disinvestimenti nel Sud che ha aggravato la questione meridionale e questo ha una conseguenza in tutto il Paese. Il Sud ha meno infrastrutture, meno servizi e questo ha un costo per imprese e Mezzogiorno – ha aggiunto il ministro -. La fiscalità di vantaggio non è la soluzione, servono altre politiche, tre mesi non bastano, ma stiamo lavorando per prolungarla per i prossimi anni”.
Il sindacato della Cisl ritiene necessaria la creazione di una cabina di regia per utilizzare al meglio i fondi provenienti dall’Unione europea. “Abbiamo bisogno di aprire un confronto serio con la Presidenza del Consiglio – ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan – per condividere insieme le priorità per un utilizzo efficace delle risorse del Recovery fund. E non possiamo consentirci di rinunciare ai miliardi del Mes per rafforzare anche la nostra sanità pubblica. Non si capisce perché tarda ad arrivare la convocazione da parte del Presidente del Consiglio. Nessuno può farcela da solo – ha aggiunto -. Abbiamo bisogno di unità e di scelte condivise. Dobbiamo creare le condizioni – ha aggiunto – perché ci siano meno diseguaglianze e un po’ più giustizia sociale”.
Anche il governo regionale ha adottato provvedimenti per incentivi previsti dalla legge di stabilità attraverso Irfis Finsicilia SpA. Le recenti Delibere di Giunta, già condivise dalla Commissione Bilancio dell’Assemblea e i Decreti dell’Assessore per l’Economia consentiranno alla Società finanziaria regionale di avviare entro l’anno le erogazioni di credito e di contributi alle imprese ed ai professionisti danneggiati dall’epidemia da Covid-19, nonché a società sportive rafforzando il ruolo dell’Irfis di Società finanziaria a supporto degli operatori economici della Regione.