Fotografia, l'amore negli scatti incisivi di Letizia Battaglia - QdS

Fotografia, l’amore negli scatti incisivi di Letizia Battaglia

redazione web

Fotografia, l’amore negli scatti incisivi di Letizia Battaglia

lunedì 14 Dicembre 2020

In mostra a Palermo immagini intime ritratte dalla reporter antimafia. La curatrice Agata Polizzi, "Non è solo la relazione tra due individui, ma una concentrazione di relazioni, intensità e consapevolezze"

Non ci sono soltanto immagini di delitti di mafia, scorci del degrado delle città, politici sotto processo, nell’archivio della reporter palermitana Letizia Battaglia.

Dalle migliaia di stampe catalogate emerge “anche anche un’inaspettata quantità di lavori intimi e poetici, tracce di un’incredibile umanità. Vite di persone lontane ormai nel tempo e molte disperse nello spazio, vite che hanno certamente amato”.

Lo hanno sottolineato gli organizzatori della mostra “Minime d’amore”, a cura di Agata Polizzi, che si potrà visitare da domani nella galleria d’Arte di Francesco Pantaleone, a Palermo.

L’esposizione declina l’amore nelle sue varie sfaccettature.

“Non è solo la relazione complessa tra due individui, ma contempla una concentrazione ben più grande di relazioni, intensità e consapevolezze”, ha spiegato la curatrice.

“Abbiamo deciso di provare a illustrare – ha affermato Agata Polizzi -la potenza di queste relazioni, le varie sfaccettature di uno stesso sentimento, l’alchimia di uno sguardo tra due innamorati, la dolcezza del bacio di una madre, la fedeltà di un animale al suo umano, il narcisismo, l’altalena infinita dell’abbandono. L’umanità di Letizia Battaglia è colta nell’autenticità del sentimento amoroso, i suoi occhi hanno visto l’arcobaleno delle emozioni”.

Ecco che si dipana una carrellata di foto che hanno anche segnato la storia di un’epoca.

“C’è così l’amore – ha aggiunto la curatrice – per la dignità di Felicia Bartolotta madre di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia, che soffoca il dolore, nella ricerca della verità, c’è un bambino in viaggio con la fantasia, stretto al suo amico immaginario, c’è la passione di due amanti che nella loro potenza non sanno di assomigliare a due divinità arcaiche. Su tutto c’è l’amore di Letizia per la bellezza che, attraversando il suo occhio d’artista, si tuffa nell’immagine e la rende irripetibile”.

Letizia Battaglia ha iniziato la sua carriera nel 1969 collaborando con il giornale palermitano L’Ora. L’anno dopo si è trasferita a Milano collaborando con varie testate.

Nel 1974 tornò a Palermo e creò, con Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione fotografica”, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.

Nel 1974 si trovò a documentare l’inizio della guerra di mafia scattando foto dei delitti.

Il suo archivio racconta l’egemonia del clan dei Corleonesi. Sono suoi gli scatti all’hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo.

Il sei gennaio del 1980 Letizia Battaglia fu la prima fotoreporter a giungere sul luogo dell’assassinio di Piersanti Mattarella.

Nello stesso anno un suo scatto della “bambina con il pallone” nel quartiere palermitano della Cala fa il giro del mondo.

Nel 2017 inaugurò a Palermo all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia da lei diretto, metà museo, metà scuola di fotografia e galleria.

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