La corsa al fotovoltaico in Sicilia sta passando anche dall’estirpazione di vigneti Doc? È il quesito che il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle ha posto al governo Schifani, con un’interrogazione che ha come primo firmatario il deputato Luigi Sunseri.
Nel mirino è finito un progetto già avviato nel territorio di Menfi, in provincia di Agrigento. Nelle contrade Cinquanta e Feudotto, in area agricola, da inizio anno sono partiti i lavori per impiantare i pannelli solari relativi a un impianto che, una volta entrato a regime, produrrà poco più di un megawatt di potenza.
Al centro dell’attenzione, stavolta, non è la grandezza dell’impianto, considerato che nell’isola sono stati già autorizzati progetti per centinaia di megawatt, ma l’area in cui l’azienda che ha ottenuto il via libera sta operando.
Fotovoltaico in Sicilia, il caso di Menfi e le richieste al governo
“Il presidente della Regione e l’assessora regionale per il Territorio e l’Ambiente sono a conoscenza della realizzazione dell’impianto fotovoltaico ricadente nel territorio del Comune di Menfi?”. La domanda posta dal gruppo pentastellato è estesa anche agli uffici regionali che sono deputati a verificare la compatibilità delle procedure adottate per arrivare all’autorizzazione.
All’origine delle perplessità ci sono le caratteristiche dei terreni in cui si sta lavorando: “Un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, classificata ad alta sensibilità ecologica e individuata tra le aree a rischio desertificazione”, si legge nell’atto depositato agli uffici dell’Assemblea regionale siciliana. La zona, inoltre, “sembrerebbe disti poche centinaia di metri da siti archeologici, beni isolati D1 e strade panoramiche tutelate”.
Quanto basta, secondo il M5s, per mettere in discussione la legittimità dell’iter seguito da Imam Ambiente, la società che fa capo al 54enne di origine palermitana Giacomo La Rosa. L’impresa, infatti, avrebbe ottenuto il via libera tramite la Pas, la procedura amministrativa semplificata, che prevede uno screening più snello nella valutazione dei progetti di limitata potenza.
Per Sunseri e colleghi, tuttavia, la localizzazione dei terreni avrebbe dovuto fare sì da escludere “la possibilità di ricorrere alla procedura semplificata, imponendo piuttosto il rilascio di un titolo abilitativo ordinario preceduto da autorizzazione paesaggistica e da valutazione degli enti competenti”.
L’espianto dei vigneti
I lavori a Menfi sarebbero iniziati a inizio anno. “Sono stati avviati in assenza di cartello di cantiere nel mese di gennaio 2025 – si legge nell’interrogazione – con attività di movimentazione del terreno, estirpazione di vigneti produttivi e installazione di strutture metalliche, mediante l’impiego di mezzi meccanici pesanti. Solo in data 6 giugno 2025 è stato affisso un cartello di cantiere, che recava come data di inizio lavori la data del 4 giugno 2025. Da ciò sembrerebbe dunque che i lavori siano di fatto iniziati ben prima che la società effettuasse la denuncia di inizio attività”.
A essere criticato è anche il tipo di lavori effettuati per fare spazio ai pannelli fotovoltaici. “L’intervento ha comportato l’estirpazione di vigneti produttivi ricadenti in zona Doc, in violazione di quanto stabilito dal regolamento comunale approvato con deliberazione del 27 dicembre 2013, che vieta la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili in presenza di colture pregiate e permanenti come vigneti e uliveti – sottolineano i deputati nell’interrogazione –. Nonostante l’ampia portata dell’intervento e l’impatto paesaggistico e agricolo che ne deriva, il Comune di Menfi non risulta aver rilasciato alcun titolo abilitativo formale, né è intervenuto per accertare eventuali abusi edilizi e paesaggistici. Tali circostanze, se confermate, configurerebbero violazioni delle normative urbanistiche, paesaggistiche e ambientali”.
Dalla visura catastale dei terreni in cui Imam Ambiente ha allestito il cantiere risulta che la proprietà è di G.L.R. Futuro & Iniziative, società che – come verificato dal Quotidiano di Sicilia – è controllata G.L.R. Investment, di cui detiene una piccola quota lo stesso La Rosa, e che a sua volta rimanda alla Simon Fiduciaria e infine a Ersel Banca Privata. In precedenza, invece, il nominativo del proprietario dei terreni – un 53enne originario di Castelvetrano – figurava nel libro soci, sezione viticoltori, del Consorzio di tutela vini Doc, tenuto dalla Regione.
Le zone idonee
I terreni acquisiti da G.L.R. Futuro & Iniziative a Menfi, ricadenti in quattro differenti particelle catastali, non sono gli unici in cui Imam Ambiente è attualmente impegnata nella realizzazione di parchi fotovoltaici in Sicilia.
La società, che ha sede legale a Torino e investimenti anche in Turchia e Romania, ha presentato l’anno scorso un progetto simile nel territorio di Castelvetrano. In quel caso la commissione tecnico-specialistica, interpellata per la verifica di assoggettabilità del progetto alla valutazione d’impatto ambientale, ha disposto che l’iter della Via dovrà essere attivato.
“La Pas., disciplinata dall’art. 6 del D.Lgs. 28/2011, può essere adottata solo per impianti di piccole dimensioni ed esclusivamente in assenza di vincoli ai sensi del D.Lgs. 42/2004 – affermano i deputati del M5s –. L’area interessata, al contrario, presenta vincoli paesaggistici e ambientali tali per cui l’amministrazione comunale non avrebbe mai potuto autorizzare l’opera tramite Pas, né avrebbe potuto farlo tramite autorizzazione unica”.
Il caso Menfi, a prescindere di quale sarà l’esito di eventuali approfondimenti che la Regione potrà decidere di compiere, riaccende il dibattito sulla concentrazione dei progetti per l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile in zone agricole. La legge italiana consente tale possibilità. Al contempo, però, non sono pochi quanti ricordano che le aree che andrebbero preferite sono quelle già compromesse dal punto di vista ambientale, come discariche e cave dismesse o le zone industriali.

