In estate Franco Italiano, 63 anni di Santa Venerina, comune in provincia di Catania, proverà a battere il record del mondo di quota in autogiro. Al momento, il record è detenuto dalla veneta Donatella Ricci, che è riuscita a raggiungere gli 8.400 metri. Franco Italiano si divide tra la sua impresa di carpenteria metallica, specializzata nel settore del ferro e dell’acciaio, e il volo da cui è rimasto affascinato sin da bambino. L’incontro con Angelo D’Arrigo è stato determinante per iniziare a volare sul serio e a voler oggi sfidarsi e superare il record. L’evento ha preso il nome di: “A diecimila metri sopra il Vulcano” perché Franco Italiano punta dritto ai diecimila metri circondato da uno scenario spettacolare come l’Etna.
Quando è stata la sua prima volta con il deltaplano?
Ho iniziato nel 1986. Allora, avevo incontrato Angelo D’Arrigo. Eravamo poco più di due ragazzini. Oddio, ragazzini, io avevo 29 anni e Angelo 4-5 anni meno di me. Da lì è iniziato tutto il mio percorso di volo.
Quali sono state le emozioni che ha provato volando con il deltaplano e che le hanno fatto dire che avrebbe voluto continuare?
Ho provato tantissime emozioni. Sin da piccolo sognavo di volare perchè correvo con un vecchio copertone e un pezzo di legno sulle strade. Anche scalzo a volte, bruciandomi i piedi. Quando accadeva, mi veniva voglia di staccare i piedi da terra. A metà degli anni ‘60, ho scoperto Nembokid grazie a mia cugino che aveva dei suoi fumetti. Era un supereroe che volava con il suo mantello: per me era una sorta di Superman. Mi immedesimavo in lui e lo imitavo. All’età di 14 anni, per la prima volta, ho visto in tv il primo deltaplano a motore disponibile all’epoca. Me ne sono subito innamorato, solo che rimandavo sempre fino a che non ho incontrato Angelo D’Arrigo. Da quel giorno non ho più rimandato. È stato subito amore per il volo e non ho più smesso.

Angelo D’Arrigo è stato il suo istruttore per vent’anni. Qual è il ricordo che più la lega a lui?
Con Angelo abbiamo in comune tanti ricordi di volo e di amicizia. Non ero solo un allievo, ma col tempo si è creato un rapporto.
Quali sono le lezioni sul volo che ha imparato da Angelo D’Arrigo?
Da Angelo ho imparato a volare e l’esperienza che ci ha trasmesso. Con esperienza intendo il modo di stare attenti e di pianificare le cose. Non era solo una questione di volo, ma anche una lezione di vita con Angelo.
A distanza di anni dalla scomparsa di Angelo D’Arrigo, di cosa dovremmo fare tesoro della sua vita?
Ci sarebbero tantissime cose. Ci ha insegnato a volare, quindi di sicuro dobbiamo fare tesoro del suo modo di insegnare. Ma anche come allevava i rapaci: faceva volare le aquile e i falchi. Angelo era una fonte di energia inesauribile. Per questo ci manca tanto.
In estate cercherà di battere il record di Donatella Ricci…
Il record è stato battuto da Donatella Ricci, mia carissima amica. L’ho invitata a collaborare con me per raggiungere questo record e lei si è resa molto disponibile. È una cosa bellissima che ci fa onore perchè abbiamo dimostrato che non siamo l’uno contro l’altro, ma siamo l’uno con l’altro. Oltre agli obiettivi personali, il punto è poter arrivare sempre un passo più avanti con cautela e le dovute precauzioni.

Come ci si prepara a livello mentale e a livello fisico per superare un record?
Fisicamente sono un giovincello, anche se c’è l’età. Io mi sento di farlo adesso, anche perchè se vado più in là nel tempo rischio di non farlo più e io non so cosa succederà domani. Per quanto riguarda la preparazione, siamo partiti da un’idea che si è associata all’esperienza del volo e in seguito abbiamo fatto delle valutazioni con calcoli matematici.
Di conseguenza, farò delle prove a partire dai 5.000 agli 8.000 metri fino a raggiungere il record finale. Le prove sono necessarie per regolare la macchina, il passo dell’elica e comprendere come funziona il motore a quella quota.
A livello mentale, devo essere tranquillo e calmo. Devo essere sicuro di quello che faccio. Non posso permettermi di sbagliare.
Che ruolo ha la paura?
La paura c’è, eccome se c’è. La mia paura è se non avrò calcolato prima qualcosa e, improvvisamente, mi troverò a dover affrontare una situazione che non avevo previsto durante la quale ho pochi secondi per riflettere e devo risolvere il problema. La mia paura è di commettere qualche errore.
Dove si trova il coraggio per fare questo tipo di esperienze?
Non è una questione di coraggio. Secondo me è l’esperienza che ti fa andare avanti perchè ti dà quella sicurezza. Io so a cosa vado incontro. È una questione di stare molto attento. Il coraggio sta nel prendere la decisione perchè lì ti trovi ad un punto di non ritorno.
Si tratta anche di una sfida con la natura, visto che sorvolerà l’Etna…
Ho scelto di sorvolare l’Etna perchè questo record voglio dedicarlo ad Angelo D’Arrigo che era innamorato del vulcano, a tutti i siciliani e alla mia terra.
Qual è il messaggio che vuole lanciare nel voler raggiungere questo record?
In questa impresa c’è un messaggio di pace.
Sandy Sciuto

