Nella vita nulla è gratis, alla fine c’è sempre un prezzo da pagare. Il libero arbitrio è, in un contesto sociale, la sintesi di autonomia e responsabilità. Un binomio che non può essere scisso, a meno di danni enormi per una comunità.
Il blocco del lavoro portuale a Trieste è il classico esempio di scissione, di libero arbitrio al di fuori di un contesto di reciprocità.
Quando ero giovane ho fatto il servizio militare. Anche allora c’erano molti che non lo volevano fare. Potevano avere la libertà di non farlo, ma dovevano pagare il prezzo dell’obiezione di coscienza.
Niente concorsi pubblici ed altre limitazioni.
Questo è il vero tema.
Stamattina invece ci sono sui giornali due vignette, una di Repubblica ed una del Corsera.
In una ellekappa, su Repubblica, dava ai no pass la patente di fascisti asintomatici.
Giannelli sul Corsera esemplificava che la cosa difficile in Italia non era avere il green pass per il lavoro, ma era avere un lavoro.
Questi due modi di analisi della realtà sono sintomatici di dove si trova questo paese. In un impasse tra ideologie contrapposte, che servono solo a far campare dei piccoli dirigenti politici, ed i loro sodali nel mondo dei media, e la concretezza dei veri problemi della società italiana.
Che sono la bassa competitività, la bassa competenza derivante dal bassissimo numero di laureati, l’alta disoccupazione assoluta e giovanile, la scarsa emancipazione femminile.
Pensare che la società sia divisa tra fascisti e comunisti è un pensiero del 900. Un secolo archiviato da globalizzazione, crisi climatica, scontro tra Oriente ed Occidente.
Che sembra su laicismo ed Islam, ma è invece sul controllo delle materie prime e sull’indice demografico.
Se questo “Vecchio” Paese o Nazione, a seconda se siete di sinistra o di destra, non si “sveglia” e si proietta su cosa serve alla generazione zero, il suo futuro, può solo trasformarsi in una enorme RSA dove potrà pascolare a piacimento il prossimo inevitabile virus di un mondo che ha superato quota dieci miliardi di persone.
Ps: se l’Italia fosse uno Stato intellettualmente onesto ed intelligente non avrebbe, visto che dipendono da Roma, concentrato la logistica portuale esclusivamente al Nord, tra Trieste e Genova.
Come dice la canzone è più bello far l’amore, ed anche il lavoro, da Trieste in giù.
Sarebbe una mossa di elevato profilo strategico se si finanziasse, dentro il PNRR, il progetto di fattibilità presentato da Eurispes sul porto di Palermo, che ne avrebbe delineato il futuro da capitale logistica del Sud del Mediterraneo.
Una Palermo che ha ormai solo nel nome l’essere “Tutta Porto”. Ne gioverebbe l’intera comunità nazionale e darebbe una Mission ad una città in devastante declino, che presenta progettini da fichi secchi alla programmazione dei fondi.
Gatto Silvestro

