Dallo scorso lunedì ha preso servizio al pronto soccorso di Patti. Con lui sono già tre gli infermieri che hanno lasciato l’ospedale di Lipari, l’isola più grande delle Eolie, dopo avere ottenuto la mobilità. Da un momento all’altro, il piccolo ospedale – che già soffre da anni per carenze croniche in molti settori, dall’ortopedia alla cardiologia – si ritrova senza tre sanitari: uno prestava servizio al pronto soccorso, gli altri due in Medicina.
Costi troppo alti per restare a Lipari
Il sanitario che oggi si trova a Patti spiega che la situazione era diventata insostenibile sotto il profilo finanziario, a causa dei consistenti aumenti dei trasporti e dell’impossibilità, in estate, di trovare un alloggio a meno di 50 euro al giorno. “Non ce l’ho fatta più – spiega oggi con rammarico –. Stavo bene all’ospedale di Lipari, ma tra le trasferte in auto per raggiungere Milazzo, il costo dell’aliscafo e dell’alloggio, sono stato costretto a partecipare al bando per la mobilità. Per restare a Lipari spendevo più di 400 euro al mese, su uno stipendio di poco più di 1.700. Così, alla fine, ho detto basta”.
Rimborsi mai arrivati e promesse disattese
L’infermiere ha gettato la spugna anche per i pesanti ritardi nel rimborso delle trasferte, disposto molti mesi fa per decreto dall’assessorato regionale ai Trasporti ma ancora non corrisposto a tutti i pendolari. “In effetti – spiega – ancora non ho ricevuto nulla dalla Regione. E so che anche altre categorie di pendolari attendono ancora il pagamento di quanto promesso. Mi chiedo: a chi giova che le isole Eolie diventino un deserto per servizi indispensabili come la sanità?”.
Il disagio dei pendolari che lavorano sulle isole
Quanto sta accadendo all’ospedale di Lipari è soltanto la punta dell’iceberg del disagio in cui si ritrovano tutti i pendolari che ogni giorno fanno la spola dalla terraferma alle isole per venire a lavorare. Le proteste aumentano e segnano il fallimento dell’operazione rimborsi messa in atto dalla Regione, che tardano ad essere corrisposti. Certamente l’argomento sanità sarà uno dei temi più scottanti degli “Stati generali” delle isole minori, che il ministro al Mare e alla Protezione civile, Nello Musumeci, presiederà a metà ottobre proprio sull’isola di Lipari.
Il dirigente dell’ospedale: “Situazione economica insostenibile”
Il dirigente medico Sergio Crosca, responsabile dell’ospedale di Lipari, allarga le braccia e si augura che nel frattempo l’Asp provveda a individuare nuovi infermieri per coprire i posti rimasti vacanti. “Mi rammarica che queste persone specializzate siano andate via grazie al bando di mobilità disposto dall’azienda, ma in effetti mi rendo conto che chi abita sulla terraferma, a un certo punto, cerca di avvicinarsi a casa. Sicuramente a incidere nelle scelte è stato l’aspetto economico. Queste persone, ogni mese, devono affrontare tra trasporti e alloggio all’incirca 400 euro di costi per lavorare a Lipari. Una parte delle spese relative ai trasporti sono anticipate dal lavoratore e spero che prima o poi vengano rimborsate dalla Regione”.
“Proprio ieri – aggiunge – ho parlato con la direzione dell’azienda e già un infermiere è stato assunto a tempo determinato: andrà a coprire uno dei due posti liberi in Medicina. Ma nei prossimi mesi altri cinque infermieri potrebbero lasciare la struttura di Lipari sempre per la stessa mobilità, e la situazione potrebbe addirittura peggiorare. Per di più in questo periodo, in cui siamo entrati nel pieno della stagione estiva e sulle isole ci sono presenze che arrivano a superare le cinquantamila unità”.
Pendolari senza supporto: indennità e foresteria mai attuate
Il nodo è quindi quello di garantire a questi pendolari – attivi in svariati settori, dalle forze dell’ordine alla scuola – la possibilità di ricevere un rimborso che renda meno problematico il lavoro sulle isole. «C’era stata in passato – prosegue il dott. Crosca – una proposta che verteva sulla possibilità di corrispondere ai pendolari un’indennità di disagio, da erogare a tutti i lavoratori che viaggiano. Una cifra fissa necessaria per ripagarsi le spese, proporzionata al ruolo. Se ne parla da quasi due anni, ma di fatto ancora niente si è concretizzato. Questa idea sarebbe stata utile per fornire a questi lavoratori un aiuto finanziario che forse non li avrebbe spinti ad andare via. Inoltre, una proposta simile avrebbe potuto incentivare altre persone a venire a lavorare a Lipari”.
Il progetto della foresteria: edificio individuato ma mai ristrutturato
In passato, quando alla guida dell’Asp c’era il commissario Alagna, si era già parlato di una foresteria da adibire ad alloggio per i pendolari della sanità e non solo. Oggi si sa che l’edificio era stato individuato, ma i costi di ristrutturazione sono stati considerati troppo onerosi. Anche questa possibilità è finita in un cassetto.

