Futuro area industriale di Siracusa, l’allarme dei sindacati - QdS

Futuro area industriale di Siracusa, l’allarme dei sindacati

Luigi Solarino

Futuro area industriale di Siracusa, l’allarme dei sindacati

giovedì 04 Maggio 2023

I segretari delle sigle Filctem, Femca e Uiltec Siracusa esprimono preoccupazione per l’asset dell’economia locale: “L’obiettivo di garantire sviluppo e occpazione pare appartenere al passato”

SIRACUSA – “Si prospetta un futuro incerto per l’area industriale di Siracusa”. L’allarme viene lanciato dai segretari generali di Filctem, Femca e Uiltec Siracusa, Amato, Tripoli e Bottaro.

“Da anni assistiamo ad un disimpegno dei soggetti interessati a tutelare un asset fondamentale dell’economia siracusana – affermano i tre sindacalisti -. Pare che l’obiettivo di garantire lo sviluppo e l’occupazione siracusana attraverso strategie appropriate e studiate appartenga al passato. L’atteggiamento delle aziende non sia determinato nel programmare il futuro. Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a tante dismissioni e pochi investimenti. È arrivato il momento di chiamare al confronto Confindustria e le aziende dell’area industriale per un focus sull’assetto futuro e sui temi della sicurezza e degli appalti, e sulla occupazione in genere”.

In merito ad Isab ed alla luce del passaggio alla Goi Energy, Amato, Tripoli e Bottaro, recriminano “Il mancato coinvolgimento da parte del Governo sui dettagli della vendita, soprattutto perché ogni azione che possa apportare vantaggi per l’economia del territorio è sempre accolta positivamente ma sarebbe stato auspicabile comprendere quali i piani futuri e gli investimenti programmati per la più grande raffineria italiana soprattutto nell’ottica della transizione energetica. A tal fine le segreterie hanno chiesto un incontro ufficiale all’amministratore delegato, ritenendo utile tornare al Mimit per affrontare integralmente la questione”.

Stessa sorte per la Versalis in cui tutti i piani di investimento che l’azienda ha presentato negli ultimi anni, sono rimasti lettera morta, – aggiungono – come ad esempio quelli relativi alla fermata dell’impianto del polietilene, necessaria a far spazio a nuove produzioni e quindi a prevedere nuove prospettive di crescita per il sito di Priolo”.

“La situazione appare un po’ più difficile per la Sasol – proseguono i sindacalisti – in cui la fermata di quasi tutti gli impianti, della durata di due mesi, preoccupa particolarmente sindacati e lavoratori. Non è semplice comprendere la strategia aziendale scelta per il sito di Augusta. Anche per Sonatrach, dopo cinque anni dal passaggio societario, è giunto il momento di conoscere i piani della raffineria rispetto alle sfide della transizione energetica, così come per Air Liquide in cui negli ultimi anni si è assistito a riorganizzazioni e ridimensionamenti senza comprendere il punto di arrivo aziendale e l’integrazione con il sito produttivo. Parimenti in Eni Rewind: i piani di sviluppo aziendali necessitano di una strategia occupazionale che preveda il giusto mix generazionale. La presenza nel polo industriale siracusano va rafforzata cogliendo le possibilità che il sito offre”.

Tuttavia, l’incertezza più grande e che non lascia tranquilli i tre segretari, proviene dalla “Complicata situazione che perdura in Ias, il depuratore consortile per il quale, pur avendo piena fiducia nell’operato della Magistratura, si attende che vengano affrontati i temi della governance all’interno di questo fondamentale asset che necessita di un piano di investimenti economicamente pesanti ma necessari sia per il mantenimento dell’impianto, ormai fatiscente, sia per tutelare l!ambiente nell’interesse del territorio”. In merito alle procedure interne delle aziende, i segretari attendono un tavolo comune per ragionare sulla politica degli appalti e, “se non si può pensare ad un protocollo per l’intera area industriale, è arrivato il momento di affrontare questo tema con ogni singola committente, per tutelare l’occupazione, la sicurezza ed il tessuto produttivo del territorio”.

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