Anche quest’anno, Gaetano Galvagno non si è sottratto alla tradizionale cerimonia del ventaglio omaggiato dalla stampa parlamentare al presidente dell’Ars in vista dell’ormai prossima pausa estiva.
Con una sala stampa gremita forse più del solito, Galvagno ha tenuto una vera e propria conferenza stampa senza poi negare risposte ai cronisti. Sereno, forse anche sicuro di sé, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana ha messo in fila dati, cifre, fatti. Anche quando le domande riguardavano la sua ex portavoce Sabrina De Capitani. Fratelli d’Italia, il partito di Galvagno, lo riceverà domani o dopodomani.
Anche su questo il presidente ha manifestato grande tranquillità, tanto da non ricordare con certezza e dover rivedere l’e-mail che i verti del partito di Giorgia Meloni hanno inviato con data e ora dell’incontro. I probiviri del partito erano stati informati dallo stesso Galvagno che ha trasmesso tutta la documentazione in suo possesso relative ai motivi dell’indagine della Procura di Palermo a suo carico per corruzione.
Il presidente dell’Ars, inoltre, ha smentito nuovamente le dimissioni: “Mie dimissioni? Non ho ricevuto né una notifica di conclusione delle indagini, né una richiesta di rinvio a giudizio, che è comunque cosa diversa dal rinvio a giudizio. In Aula nessun gruppo parlamentare del resto ha chiesto le mie dimissioni. Quando e se ci saranno altri passaggi in questa vicenda, ci potranno anche essere determinate valutazioni da parte mia”.
Galvagno, i numeri dell’Ars alla cerimonia del ventaglio
Al fianco di Galvagno, durante la cerimonia all’Ars, Fabrizio Scimè, il segretario generale dell’Ars, che come in aula ha confermato le informazioni lette dal presidente circa la produttività del parlamento siciliano, in linea con gli anni precedenti della stessa legislatura. “In due anni e mezzo di legislatura – rendiconta alla stampa il presidente – sono stati presentati 960 ddl contro gli 872 della passata legislatura; 809 parlamentari e 151 governativi, contro i 779 parlamentari e i 93 governativi dello stesso periodo della scorsa legislatura. Approvate 79 leggi più 6 leggi voto, a fronte di 65 leggi e 3 leggi voto, con un incremento del 20% dei testi legislativi varati; su 79 leggi approvate, quelle impugnate sono 6, rispetto alle 17 leggi impugnate su 65 del medesimo periodo della scorsa legislatura”.
Sono diminuite le sedute delle commissioni ma non il numero di disegni di legge poi prodotti da Sala d’Ercole. Dice il presidente: “Le sedute delle commissioni sono inferiori rispetto al passato, c’è una concentrazione preminente per il martedì e il mercoledì; non so se è figlia di quelle sanzioni che abbiamo voluto mettere di 180 euro o meno”. Secondo Galvagno “non hanno inficiato i disegni di legge”. Ride e scherza Gaetano Galvagno, anche quando gli viene consegnato il tradizionale ventaglio, quest’anno oggetto di antiquariato, e legge il biglietto con il nome della ditta: “Ragazzi, è pubblicità occulta?”.
Su questa linea ha risposto anche alle domande che riguardano le indagini della Procura o lo stato dell’arte nella maggioranza.
La questione della Manovra e la riforma mancata
Torna, inevitabilmente con la manovra finanziaria ter ormai alle porte di Sala d’Ercole, la questione delle risorse che la Regione rende nella disponibilità dei singoli deputati all’Ars per specifiche istanze che la deputazione regionale porta avanti in favore dei rispettivi territori. Gaetano Galvagno ribadisce che non ha in mente un metodo, una regolamentazione per queste risorse, ma che si appella a tutte le forze politiche “per trovare il criterio più corretto per l’assegnazione delle risorse”. Galvagno sminuisce ciò che nei giorni scorsi ha avuto enfasi, ridimensiona le crisi, scherza anche sull’affondamento del ddl sul riordino dei consorzi di bonifica: “Ci sono leggi e riforme, come quella sui Consorzi di bonifica, che non sarebbero state approvate in aula neanche se a presiedere ci fosse stato Maradona. Il punto è che c’è un diffuso bipolarismo, ma non in senso politico, cioè di due poli, ma di bipolarismo nel singolo deputato. Non sto scherzando! Sindrome del bipolarismo, cercatelo!”.
E sul vertice di maggioranza a Palazzo d’Orleans Galvagno glissa con analoga leggerezza: “Il Presidente Schifani molte volte ha fatto incontri sia con i segretari che con i capigruppo a cui non ho partecipato, non sono sempre presente. Ma comunque non c’è alcun tipo di problema, i rapporti con il presidente Schifani sono molto buoni e c’è fiducia“.
Sull’inchiesta per corruzione
E quando il QdS ha chiesto se tornando indietro cambierebbe qualcosa nei rapporti con il proprio staff, anche alla luce di altri episodi che hanno investito Sabrina De Capitani recentemente denunciata dal rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri per diffamazione, Gaetano Galvagno afferma che la sua non è “una finta ipocrisia” e che molte cose le legge sui giornali, poi risponde con un’altra battuta alla domanda su cosa farebbe in maniera diversa se potesse tornare indietro: “Si, probabilmente metterei le telecamere di Grande Fratello per monitorare tutto quello che accadeva”.
Telecamere a parte, Gaetano Galvagno non si sbilancia in nessuna direzione. Anzi, in qualche modo difende le capacità della sua ex portavoce Sabrina De Capitani, consulente della Fondazione Federico II, per i risultati prodotti. Nel 2023 la Fondazione presieduta da Gaetano Galvagno, con l’intensa attività della sua collaboratrice quale consulente, ha chiuso con un utile di oltre un milione di euro. Nel 2024 l’utile della fondazione è arrivato a circa 1,7 milioni. Dalle proiezioni di quest’anno, gli utili della Federico II potrebbe ulteriormente aumentare. Galvagno quindi è forse ciò che cerca di apparire: sereno ed in carica fino a prova contraria. Non annuncia nessuna soglia per eventuali dimissioni. Non lo farà nel caso di richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura, perché non si sostituisce ad un giudice che deve decidere se accogliere tale richiesta, e non sembra temere forzature dal Fratelli d’Italia.
Gli scontri e i dibattiti politici
Altro capitolo con cui il QdS è voluto tornare sulla questione politica dell’Ars, chiedendo lumi al presidente che quindi non è prossimo alle dimissioni, è quello del voto segreto nel parlamento siciliano. Così è stato affondato il ddl sui consorzi di bonifica e su questo tema il centrodestra discute da due legislature e si è recentemente pronunciato contro questo istituto anche il presidente della Regione Renato Schifani. “Ho una proposta, in atto, con il presidente della Regione, da sottoporre prima alla commissione e poi all’aula, con una idea di modifica del regolamento. Se si volesse fare un atto di responsabilità, di trasparenza in un momento simile, io ritengo che oggi sia il miglior momento per essere quanto più cristallini, limpidi possibile; se non si può eliminare, quantomeno se ne limitasse l’uso. Le idee ce le ho, mi confronterò con i capigruppo – conclude Gaetano Galvagno – e se l’aula vorrà essere veramente limpida e trasparente questa sarà la soluzione a tutti i problemi, perché ci si mette la faccia ad ogni votazione”.
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