Gap Year, un anno all’estero è utile per 9 studenti su 10 - QdS

Gap Year, un anno all’estero è utile per 9 studenti su 10

redazione

Gap Year, un anno all’estero è utile per 9 studenti su 10

mercoledì 11 Maggio 2022

Che si tratti di prendersi un anno di pausa per viaggiare, per perfezionare una lingua o per intraprendere un percorso di stage in un Paese straniero, sono ormai diverse le università che consigliano l’esperienza del Gap Year.

Secondo le analisi di EF Education First, organizzazione leader nella formazione internazionale, il 96% degli studenti afferma che vivere l’esperienza del Gap Year li ha resi molto più sicuri di sé, il 66% affronta il proprio percorso accademico in modo più consapevole e maturo, mentre l’85% si dichiara soddisfatto del proprio lavoro post laurea, una percentuale maggiore rispetto ai coetanei.

Gli studenti che hanno affrontato un Gap Year, sviluppando una forte motivazione e fiducia nel proprio futuro, ottengono voti più alti all’università, 9 su 10 affermano che l’esperienza all’estero ha facilitato il proprio ingresso nel mondo del lavoro e si dichiarano decisamente più soddisfatti della propria carriera. Non solo: si sentono anche parte integrante di una comunità globale, convinzione che deriva da una conoscenza più approfondita di altre culture, sono più propensi a scegliere la carriera più adatta alle proprie abilità e predisposizioni naturali, aspetto che accresce la motivazione nell’affrontare il percorso accademico. Inoltre, 7 studenti su 10 affermano di aver imparato a gestire il proprio denaro meglio dei coetanei che non hanno vissuto all’estero.

“Da anni constatiamo che gli studenti che fanno l’esperienza del Gap Year, trovano più facilmente la loro strada. Durante questo periodo hanno infatti modo di valutare o riaffermare le proprie scelte, arrivando così con nuove e più forti motivazioni agli studi universitari o all’inserimento nel mondo del lavoro. Si tratta di un’occasione unica, non solo per esplorare un diverso Paese, ma soprattutto per conoscere meglio se stessi e, grazie al confronto con culture e lingue diverse, diventare cittadini del mondo”, commenta Natalia Anguas, Amministratore Delegato di EF Italia.

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