I protagonisti sono: l'ex boss di Cosa nostra Gaspare Mutolo, collaboratore di giustizia, che si è recato in visita in via D'Amelio, e la madre del bambino innocente, ucciso dalla mafia a undici anni
Durante la commemorazione per la morte di Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, il 19 luglio, pare si sia verificato un episodio spiacevole. I protagonisti sono: l’ex boss di Cosa nostra Gaspare Mutolo, collaboratore di giustizia, che si è recato in visita in via D’Amelio, e la madre del bambino innocente, ucciso dalla mafia a undici anni, Claudio Domino.
Cosa è successo, Mutolo accusato
“Io sono stata offesa da Gaspare Mutolo in via D’Amelio”. È la denuncia di Graziella Accetta, la madre del piccolo Claudio Domino, il bimbo ucciso dalla mafia. Nei giorni scorsi il collaboratore ed ex boss Gaspare Mutolo si era presentato alle commemorazioni di via D’Amelio a Palermo.
E ha avuto un alterco con la donna. “Mi ha detto per ben tre volte lecca c… davanti a tutti – denuncia – io come tutti i familiari delle Vittime Innocenti di mafia abbiamo tutto il diritto di cacciarlo via quel giorno, giorno di ricorrenza della Strage dove furono dilaniati il dottor Borsellino, Emanuela Loi, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli. Ricordiamoci che lui e i suoi degni compari brindarono con champagne e caviale il 19 luglio del 1992”.
Poi Graziella Accetta replica al pentito che su Facebook la definisce “bugiarda”. “Il ‘signor’ Mutolo che dice a me bugiarda, tra l’altro non so di che, ha omesso di dire un particolare nella sua lettera che, in Via D’Amelio è lui che ha mancato di rispetto a quel Luogo Sacro mettendoci piede e offendendo la madre un bambino Claudio Domino ucciso a 11 anni Vittima Innocente di mafia oltre che una donna”.
“Il ‘signor’ Mutolo può dire quello che vuole, quando gli sono andata incontro tranquilla gli ho chiesto se ci conoscevamo e lui mi ha risposto che non mi aveva mai vista se non una volta in televisione e gli ho detto allora come si era permesso di parlare di me e di cercare di infangarmi – racconta – mi ha risposto che ‘io sapevo il motivo per cui era stato ucciso mio figlio’ e quando l’ho invitato ad andare in Procura a dire quello che sapeva, mi ha risposto che ero una lecca c. ripetendomelo per ben tre volte. Io sono stata offesa da lui, questo naturalmente lui lo omette, qui se c’è un lecca c… è stato lui di Totò Riina tutta la vita, con il sangue in testa per l’offesa appena ricevuta (ci sono i testimoni) rispettando il luogo e il giorno dedicato alle Nostre Vittime mi sono allontanata ripetendogli che lui non doveva stare li e che per me se ne doveva andare perché non era degno di stare in quel luogo, che i nostri morti si stavano rivoltando nella tomba, ho raggiunto il punto dove era Roberta Gatani raccontandole quello che era successo, invitandomi alla calma personalmente lei mi ha detto che non era stato invitato da loro, che loro non mandavano via nessuno da quel luogo, mi sono allontanata per un poco dal luogo dove era Mutolo. Ritornandoci ‘calma’ dicendo sempre che se ne doveva andare, quando lui ha visto che nessuno gli stava vicino come qualcuno ha suggerito, gli hanno fatto fare il giro largo per non farlo passare davanti a me e alla gente indignata dal suo comportamento e dalla sua presenza, se ne è andato in fondo alla via D’Amelio, dove ha parlato per un bel po’ con una agenda rossa”.
“Il bugiardo è lui e gli rinnovo il mio invito ad andare in Procura, di quello che dico ci sono i testimoni – dice Graziella Accetta – io non ho bisogno di visibilità, semmai Via D’Amelio l’ha voluta oltraggiare lui violando un luogo sacro con la sua presenza uccidendo di nuovo i nostri Martiri”.