Il Covid attacca anche gli occhi, un gel "mascherina" per proteggerli - QdS

Il Covid attacca anche gli occhi, un gel “mascherina” per proteggerli

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Il Covid attacca anche gli occhi, un gel “mascherina” per proteggerli

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giovedì 12 Agosto 2021

Gli occhi insomma sono un organo bersaglio del coronavirus. Uno speciale collirio a base di ozono è stato sviluppato da team ricercatori italiani, ecco cosa dicono

Un gel oftalmico a base di ozono stabilizzato potrebbe fungere da barriera contro l’ingresso del virus SARS CoV-2 attraverso gli occhi, funzionando dunque un po’ da “mascherina” per gli occhi, da “indossare” insieme alla classica mascherina chirurgica che copre naso e bocca.

È la proposta che scaturisce da uno studio pubblicato sul numero di agosto di Traslational Vision Science & Technology, siglato da ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dall`Università di Ferrara.

“I gel oftalmici all’ozono – spiega Stanislao Rizzo, Professore Ordinario di Oftalmologia all`Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, e Direttore UOC di Oculistica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – sono già utilizzati per lenire i sintomi legati a patologie oculari di tipo infiammatorio, anche di origine infettiva; il nostro studio suggerisce che potrebbero avere anche un effetto barriera contro l’ingresso del virus attraverso gli occhi o il sistema naso-lacrimale. Si tratta tuttavia di uno studio in vitro, i cui risultati dovranno essere confermati da studi su modello animale e nell’uomo”.

Il virus SARS CoV-2 può penetrare nell’organismo anche attraverso gli occhi, come scoprì a sue spese un membro del National Expert Panel on Pneumonia americano inviato a Wuhan per un’ispezione; l’uomo, che non indossava presidi di protezione per gli occhi, sviluppò prima una congiuntivite, poi la classica polmonite da Covid-19. Altri studi hanno dimostrato che il virus può permanere negli occhi anche a distanza di alcune settimane dalla fase acuta della malattia.

Gli occhi insomma sono un organo bersaglio del SARS CoV-2, in particolare in presenza di piccoli danni, come quelli che si verificano nella sindrome dell`occhio secco. Nei pazienti con Covid-19 ad essere colpite sono soprattutto le cellule mucipare “a calice”, mentre quelle della cornea e quelle congiuntivali, forse perché protette dal film lacrimale che si rinnova ogni 5 minuti, sembrano più protette dall`infezione, a meno che non ci si trovi in una condizione come la sindrome dell’occhio secco.

Questa osservazione ha portato a pensare che il film lacrimale possa agire come barriera protettiva anche contro il virus; ma in realtà si tratta di un`arma a doppio taglio, perché se il virus riesce a penetrare nello strato delle lacrime, il loro drenaggio determina il suo arrivo nel sistema naso-lacrimale, da dove il SARS CoV-2 può facilmente penetrare nell’organismo, attraverso la sua via d`accesso preferita, il naso appunto.

“Da queste osservazioni – spiega il professor Rizzo – è nata l’idea di potenziare l’effetto barriera delle lacrime contro il SARS CoV-2, utilizzando uno speciale collirio a base di ozono“.

Da tempo sono note le proprietà antimicrobiche dell’ozono, che è utilizzato da tempo in medicina per disinfettare e trattare patologie infettive, vista la sua capacità di inattivare batteri, virus, funghi, lieviti e persino protozoi.

La sua attività antivirale in particolare si esplica danneggiando il capside virale e alterando la replicazione virale attraverso la perossidazione.

“Essendo un gas – spiega il professor Rizzo – l’ozono è molto instabile, ma per renderlo idoneo ad un uso topico, si può stabilizzare facendolo reagire con un acido grasso monoinsaturo come l`acido oleico e creando così i cosiddetti “oli ozonati”, che mantengono le stesse proprietà dell`ozono gassoso e sono ben tollerati dai tessuti.

Gli oli ozonati in nanoformulazione vengono già utilizzati sotto forma di collirio o di gel oftalmico per lenire i sintomi legati a patologie oculari di tipo infiammatorio, anche di origine infettiva; l’ozono peraltro facilita la guarigione dei danni corneali, minimizzando il rischio di cicatrizzazione e opacamento della cornea”.

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