Gela e quel pasticciaccio dello stop al parcheggio Arena - QdS

Gela e quel pasticciaccio dello stop al parcheggio Arena

Liliana Blanco

Gela e quel pasticciaccio dello stop al parcheggio Arena

sabato 21 Maggio 2022

Dopo la denuncia da parte di un rappresentante del Comune è stata disposta la chiusura della struttura. Così è scattata la corsa contro il tempo di Comune e Ghelas per riaprire in tempi rapidi

GELA (CL) – Il parcheggio Arena ha chiuso i battenti. Proprio ora, alle porte dell’inizio dell’estate. Una lunga storia quella che coinvolge la struttura del centro storico, dotata di cento stalli: inaugurata dall’allora sindaco Rosario Crocetta, nel 2007, ha passato più tempo inutilizzato che in attività per una serie di mancati adempimenti e collaudi assenti, che ne hanno reso impossibile la fruizione. Il tutto mentre i posti auto, in città, scarseggiano.

Nel corso degli anni, nel frattempo, l’Arena è stato oggetto di attenzioni da parte dei vandali, che l’hanno preso di mira praticamente ogni giorno. Ma adesso è arrivato il giro di vite decisivo.

Dieci giorni fa, infatti, un cittadino gelese ha subito danni alla sua costosa auto, ha fatto denuncia e da qui è scaturita una relazione firmata da un rappresentante del Comune, arrivata fino alla Procura e alla Prefettura. Immediata la reazione dei massimi dirigenti istituzionali, che hanno disposto la chiusura del parcheggio.

Una sequenza di fatti che hanno preso in contropiede l’Amministrazione comunale e i vertici della Ghelas, società che gestisce la struttura, in quanto il dipendente comunale, seppur titolato, si sarebbe preso autonomamente la briga di aprire la strada per la chiusura dell’Arena.

La Ghelas al lavoro per risolvere i problemi del parcheggio

Fatto sta che da quando è stato imposto lo stop alla struttura, fervono i lavori degli operatori della Ghelas per riparare tutto ciò che non risultava funzionante e ripristinare le condizioni minime di sicurezza. “Quasi tutte le criticità – ha affermato il manager dell’azienda, Francesco Trainito – sono in fase di risoluzione. L’impianto di videosorveglianza è ora perfettamente funzionante dopo la sostituzione delle quattro telecamere che erano state divelte (su trenta, nda) dai relativi alloggiamenti. L’impianto antincendio è stato reintegrato degli estintori che mancavano e le porte tagliafuoco sono state riposizionate nei rispettivi ancoraggi”.

L’uso degli ascensori rimane ancora interdetto al pubblico per motivi di sicurezza, ma la società che subentrerà nella gestione dovrà garantirne la messa in funzione.

Nel frattempo, il sindaco Lucio Greco e l’amministratore di Ghelas, Francesco Trainito, hanno inviato una nota al questore Emanuele Ricifari e al prefetto Chiara Armenia per comunicare che sono venute meno le condizioni di criticità che ne hanno causato la chiusura. “Il parcheggio Arena – ha affermato il primo cittadino – è una struttura fondamentale non soltanto per chi lavora in centro, ma anche per chi vuole viverlo nelle ore libere. Intendiamo puntare su di esso sempre di più. Non appena ho avuto rassicurazioni sull’espletamento dei lavori di messa in sicurezza, ho parlato col questore, che ringrazio per l’attenzione e la sensibilità, e l’ho aggiornato sulla situazione, comunicandogli la disponibilità all’apertura”.

Intanto, continua la collaborazione con Questura e Prefettura sul fattore sicurezza delle strutture comunali, come garantito nel corso dell’ultimo comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblico. In attesa del completamento della procedura di gara pubblica per l’assegnazione della gestione del parcheggio Arena, nelle ore diurne il controllo degli accessi verrà assicurato dai volontari della Protezione civile, mentre nelle ore notturne da una società di vigilanza privata. Rafforzamento in vista anche per i controlli della Polizia municipale.

Si è tenuto poi un incontro con i rappresentanti dei sindacati, per parlare del rinnovo del contratto in Ghelas, ormai in fase di scadenza. Erano presenti le organizzazioni di Filcams-Cgil, Ugl terziario e Uiltucs, con i segretari Nuccio Corallo, Michelangelo Mazzola e Gianmatteo D’Arma. Tutti hanno chiesto ampie e precise rassicurazioni in merito alla continuità del contratto e alla sua durata, almeno triennale se non addirittura quinquennale, per meglio tutelare i posti di lavoro.

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