Gestioni reti idriche ai Comuni, sospensiva del Tar che blocca tutto - QdS

Gestioni reti idriche ai Comuni, sospensiva del Tar che blocca tutto

Vincenza Grimaudo

Gestioni reti idriche ai Comuni, sospensiva del Tar che blocca tutto

mercoledì 21 Agosto 2019

Accolto ricorso dell’amministrazione comunale di Buseto Palizzolo su restituzione d’imperio. Sollevata dai giudici la questione di legittimità costituzionale innanzi alla Consulta

BUSETO PALIZZOLO (TP) – Nuova sospensiva del Tar sulla legge regionale che imporrebbe ai Comuni di riprendersi in gestione le reti idriche e fognarie in vista dell’oramai imminente liquidazione dell’Eas, l’ente acquedotti siciliano.

Con propria ordinanza il tribunale amministrativo ha in buona sostanza accolto il ricorso di uno dei 16 Comuni della provincia trapanese, Buseto Palizzolo, che si è opposto alla restituzione d’imperio delle reti.

Nelle more i giudici hanno trasmesso gli atti alla Corte costituzionale per pronunciarsi sull’incostituzionalità della norma regionale. A ruota seguiranno tutti gli altri pronunciamenti del Tar, che si presume saranno sostanzialmente identici fra loro, in seguito ai ricorsi di ogni singolo Comune che ha le reti in gestione all’Eas e che quindi avrebbe dovuto subire la restituzione delle reti idriche e fognarie. Sulla base di quanto enunciato dai giudici, “per l’ente comunale è impossibile la gestione del servizio conforme al parametro del buon andamento nel rispetto della propria autonomia finanziaria e dell’equilibrio del proprio bilancio”.

La sezione prima del Tar ha preso in esame “la giurisprudenza costituzionale, in materia di riparto di competenze dopo la riforma del Titolo V della Costituzione nei rapporti fra Stato e Regioni… affermazione che può predicarsi anche nei rapporti fra le Regioni e i Comuni”.

A parere dei giudici va tenuto conto “dell’esistenza del principio del parallelismo tra responsabilità di disciplina della materia e responsabilità finanziaria”: ciò significa che la Regione non può scaricare sic et simpliciter dall’oggi al domani una tale responsabilità gestionale senza alcun supporto economico o di altro tipo ai Comuni. La palla ora passa alla Corte costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legittimità per l’appunto della legge regionale in materia. Come se non bastasse i Comuni hanno dovuto anche lottare sul piano burocratico, con i suoi concittadini, per la fatturazione di bollette in alcuni case davvero “pazze”, con cifre di migliaia e migliaia di euro per presunti saldi a chiusura di pagamenti di anni pregressi. Anche qui contenziosi infiniti e bollette impugnate.

A questo si aggiunge il fatto che sempre i Comuni, a causa della liquidazione dell’Eas, da anni devono anticipare le somme per interventi di manutenzione alle reti, rivalendosi successivamente sullo stesso ente acquedotti. Anche qui altri contenziosi chiusi a favore dei Comuni.

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