Gibellina, l'intervista al sindaco Sutera dopo il riconoscimento

Gibellina, Capitale italiana 2026 dell’arte contemporanea: l’intervista al sindaco Sutera

Gibellina, Capitale italiana 2026 dell’arte contemporanea: l’intervista al sindaco Sutera

Sandy Sciuto  |
venerdì 15 Novembre 2024

Le parole del primo cittadino in merito all'importante riconoscimento e a ciò che significherà in materia di prospettive future.

È Gibellina la prima Capitale italiana 2026 dell’arte contemporanea. Preferita tra ventitré città italiane, lo scorso 31 ottobre è stato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli a dare questo riconoscimento a Gibellina. Il tutto grazie al progetto firmato da Roberto Albergoni dal titolo “Portami il futuro”.

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Gibellina, Capitale italiana 2026 dell’arte contemporanea

La storia di Gibellina è stata caratterizzata dal violento terremoto del 1968 che devastò il Belice. Grazie alla visione lungimirante di Ludovico Corrao, la città fu ricostruita distante da dove si trovava prima e, al suo posto, è stato realizzato il Cretto di Burri, la land art più grande d’Europa. Corrao aveva immaginato la nuova Gibellina come un museo a cielo aperto. A distanza di anni da quella visione, Gibellina conquista un riconoscimento che attesta le sue peculiarità, il lavoro di tanti anni e la certezza di un futuro d’arte e di cultura.

L’intervista al sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera

Per parlare di Gibellina, del riconoscimento e del suo futuro abbiamo intervistato il sindaco della città Salvatore Sutera.

Sindaco, cosa vuol dire per Gibellina ricevere questo riconoscimento?

“È importante e fondamentale: è un riconoscimento a tutta una storia che parte dal terremoto e soprattutto dalla volontà di Ludovico Corrao di collegare la rinascita della città – tra l’altro spostata dal luogo dove si trovava prima – all’arte contemporanea e all’architettura. È un percorso iniziato cinquant’anni fa definito sogno, utopia che nel tempo con la partecipazione e l’azione di altri e dei cittadini di Gibellina è diventato realtà”.

E continua: “Si è creata l’opportunità di partecipare al bando del Ministero della Cultura, un atto spontaneo e doveroso perché già da tempo Gibellina si accomuna all’arte contemporanea. Partecipare per noi è stato naturale. Ci abbiamo creduto e abbiamo cercato di lavorare bene. Il progetto ‘Portami il futuro’ è stato coordinato dalla Fondazione Meno con Roberto Albergoni che è stato fondamentale nel riuscire a collegare tutto il lavoro fatto negli anni ad una rete nazionale di musei, università e fondazioni nazionali e quindi riaprendo un dibattito sull’arte contemporanea per cui Gibellina ha segnato una parte importante del ‘900″.

Possiamo dire che Ludovico Corrao rappresenta l’esempio di un uomo non solo sindaco ma anche con una visione per la città che ha amministrato per circa vent’anni?

“Assolutamente sì! Credo che ogni sindaco debba avere una propria visione della città. Ludovico Corrao ha segnato in grande per tutto quello che ha realizzato in venticinque anni e poi ha continuato anche con la Fondazione fino alla sua morte ad occuparsi di tutto questo. È stato un gigante nel panorama culturale italiano”.

Perché Gibellina ha prevalso rispetto alle ventitré città italiane candidate?

“Secondo me, oltre la storia e il grande patrimonio, Gibellina ha prevalso per la capacità di coinvolgere il territorio. Fin dall’inizio hanno partecipato al progetto tutti i comuni della provincia di Trapani e i comuni del Belice. Molti sindaci sono stati presenti a Roma nel giorno del riconoscimento. Siamo arrivati a creare un progetto che si basa su un passato importante, ma è un progetto attuale e futuro. ‘Portami il futuro’, titolo del progetto, punta alla volontà di far giungere gli artisti a Gibellina che si confronteranno con questa realtà producendo arte.

Ci sono state polemiche sull’assegnazione del riconoscimento e anche diffidenza perché si tratta di una città del sud Italia. Lei cosa risponde?

“Le polemiche non servono a nulla. Come ho già fatto a Roma, ho chiesto di trovare il modo di poter collaborare con le città che hanno messo in campo tutte le energie cercando di fare dei progetti validi. Ho invitato i colleghi sindaci a partecipare attivamente nell’anno in cui ci si incontrerà per Gibellina, Capitale dell’arte contemporanea. Ci siamo già messi al lavoro. Dimostreremo con i fatti, augurandoci il sostegno anche della Regione. Non deluderemo le aspettative e sarà un periodo importante per il rilancio della città e del territorio”.

Le aspettative per il futuro di Gibellina

Il progetto presentato è di Roberto Albergoni dal titolo “Portami il futuro”. Quale futuro si immagina per Gibellina?

“Mi immagino una crescita dal punto di vista culturale e un’importante ricaduta dal punto di vista economico. Penso alla presenza di un numero sempre maggiore di turisti che verranno a visitare i nostri musei, oltre alla città museo. Senza tralasciare che chi viene a Gibellina ha la possibilità di raggiungere in poco tempo siti importanti come Segesta, Selinunte, Erice e Marsala. Ci sono una serie di percorsi che legano il territorio che negli anni hanno saputo creare attrattiva e bellezza“.

E per chi vive a Gibellina e i giovani che scelgono di restare?

“Non entro nel dettaglio, anche perché è difficile così, ma il progetto vede la partecipazione di giovani artisti locali in modo da creare la possibilità che tanti giovani possano rimanere anche qui occupandosi di arte. Ciò non può da solo fermare totalmente l’emorragia, ma sarà un aiuto importante contro lo spopolamento di cui soffriamo un po’ tutti”.

Immagina, quindi, un aumento dei posti di lavoro?

“Assolutamente sì! Abbiamo un progetto importante del Teatro di Consagra dove all’interno, se finanziato, ci sono una serie di iniziative e di start up legate proprio al mondo dell’arte in cui potranno venire tanti giovani a studiare e a lavorare. Il riconoscimento porterà al territorio dodici milioni stanziati dalla Regione Sicilia e un milione provenienti dal Ministero della Cultura. L’unica certezza è il milione di euro del Ministero che è il premio. Quando si parlava di dodici milioni ci si riferiva ad alcuni progetti che erano inseriti come il Teatro di Consagra, progetto finanziato con il PNRR ma aspettiamo di risolvere delle problematiche con il Ministero. Oltre a questo, noi ci stavamo già impegnando per cercare di sistemare il grande patrimonio. Dodici milioni è una cifra che non so a cosa si riferisca. Ci aspettiamo un sostegno importante dalla Regione che a breve dovremo quantificare”.

Quali sono i primi investimenti che farete?

È chiaro che noi dovremo provvedere all’attuazione del programma che già esiste. In tutto questo, noi lavoreremo per sistemare alcune opere che hanno necessità. Dall’anno scorso la Regione è diventata più sensibile con un contributo di 200.000 euro di cui abbiamo appaltato i lavori già la settimana scorsa e si interverrà su alcune zone. Abbiamo una serie di iniziative. Stiamo provando a rendere Gibellina efficiente e funzionale”.

Il Ministro Giuli ha motivato il riconoscimento per Gibellina definendo il programma “solido e organico che dà all’arte funzione sociale e alla cultura statuto di bene comune”.

“Questo è nel solco di come è nata l’arte a Gibellina. Ludovico Corrao è stato un precursore di quello di cui oggi si parla ossia dell’impatto dell’arte dal punto di vista della rigenerazione sociale. Noi siamo andati proprio in quella direzione con il programma che ha delle solide fondamenta e contiene una visione per il futuro. È un progetto fatto per i cittadini, per la città e il territorio che proverà ad attirare il turismo. È un progetto per chi vive la città e il turismo sarà una conseguenza naturale”.

Alla base del progetto c’è il dialogo costante tra arte e territorio. Possiamo dire che attraverso Gibellina c’è una nuova definizione di bellezza?

“L’arte si rapporta sempre con il territorio. Gibellina ha una caratteristica particolare ossia di essere una città di nuova fondazione con un assetto urbanistico che nulla ha a che fare con la tradizione. Gibellina è in divenire. Si cercano sempre soluzioni urbanistiche e organizzative e l’arte, con le opere che si trovano in città, rappresenta il punto fondamentale su cui lavorare”.

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