C’è una cifra che racconta più di ogni altra la malattia collettiva dell’Italia: 157,4 miliardi di euro. È questa la somma astronomica raccolta nel 2024 dal sistema del gioco d’azzardo legale nel nostro Paese, pari al 7,2% del PIL nazionale. Cifra superiore, di ben 20 miliardi, alla spesa sanitaria complessiva.
Un dato agghiacciante, che parla di un Paese assuefatto alla scommessa, dove la speranza è in saldo e si consuma a colpi di “gratta e vinci”, slot digitali e roulette online. A certificare i numeri è la terza edizione del “Libro Nero dell’Azzardo”, il volume curato da CGIL, Federconsumatori e Fondazione ISSCON.
Il Libro Nero
Dirompenti i dati che testimoniano la crescita del fenomeno del gioco d’azzardo: +6,6% sul 2023, addirittura +42,5% sul 2019. Il volume denuncia con forza le ombre sistemiche che avvolgono la macchina dell’azzardo, tra dati secretati, ostacoli istituzionali e opacità funzionali al sistema stesso.
A partire dalla resistenza dell’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) nel fornire i dati territoriali, soprattutto sul gioco fisico e sulle piattaforme online nei piccoli centri. Un “comportamento omissivo che parla da sé”, spiegano i sindacati.
Gioco d’azzardo online, la Sicilia tra le aree più vulnerabili
Tra le pieghe del rapporto, la Sicilia emerge come uno dei territori più esposti e vulnerabili al fenomeno. E non si tratta più solo di gioco fisico. A dominare è il canale online, dove il confine tra legalità e criminalità organizzata si fa sempre più sottile.
Tre delle prime dieci province italiane per giocato online pro-capite si trovano proprio in Sicilia: Siracusa, Messina e Palermo. Tutte sopra la soglia dei 3.000 euro per cittadino nella fascia d’età 18-74 anni. Tra i comuni spiccano Patti (ME), con 6.452 € pro capite e addirittura quarto posto a livello nazionale; poi Acate (RG), Floridia (SR), Corleone e Ficarazzi (PA), Siracusa città e Termini Imerese (PA).
Un dato che si traduce in centinaia di milioni di euro trasferiti ogni anno dai conti correnti dei siciliani alle casse del sistema dell’azzardo. E che segna una crescita costante: nel 2024, in tutte queste province l’aumento della raccolta online è stato a doppia cifra.
Siracusa guida la classifica regionale e occupa le primissime posizioni a livello nazionale. Un segnale inquietante, soprattutto se si considera che proprio la provincia aretusea è da anni teatro di un’intensa attività investigativa su riciclaggio e infiltrazioni mafiose. Non a caso l’azzardo online è oggi una delle corsie preferenziali per il lavaggio di capitali illeciti.
Il gioco d’azzardo come leva per il riciclaggio, anche in Sicilia
Il Sud, secondo il report, è il grande protagonista dell’azzardo online. O, per meglio dire, la sua vittima. Lì, dove il potere d’acquisto è inferiore, dove i servizi sono carenti e il disagio sociale più profondo, fiorisce l’illusione della vincita facile.
È una mappa che si sovrappone pericolosamente a quella dell’illegalità organizzata: Napoli, Caserta, Salerno, Reggio Calabria, Taranto, stesse province distintesi in negativo nella precedente edizione. E la Sicilia, in questo scenario, occupa un posto centrale.
La raccolta pro-capite online cresce in modo esponenziale proprio nei contesti urbani dove la criminalità organizzata ha radici storiche. Palermo, ad esempio, è tra le prime dieci province italiane con una perdita pro-capite che sfiora i 3.000 euro. Un trend che, secondo gli analisti del report, è incompatibile con le condizioni economiche medie dei territori.
L’assioma è semplice: più povero è il territorio, più alta è la propensione al gioco d’azzardo. E più fragile è il tessuto sociale, più semplice è per la criminalità infiltrarsi nel sistema e trarne profitto. Non è un caso, infatti, che ADM sia accusata nel rapporto di aver oscurato i dati proprio laddove il fenomeno è più preoccupante.
Un dramma silenzioso
La fotografia scattata dal “Libro Nero” non si limita ai macro-dati regionali. Entra nel dettaglio dei Comuni, quando i dati lo permettono. E lì il quadro si fa ancor più drammatico. La classifica dei centri sopra i 10.000 abitanti vede il dominio di Castel San Giorgio, con una raccolta pro-capite di 18.045 euro nel 2024. Ma anche Zola Predosa, vicino Bologna, tocca quota 9.608 euro. In Sicilia, anche se i dati puntuali per i piccoli centri sono più difficili da ottenere, emerge comunque una tendenza simile pressoché ovunque il gioco online trovi terreno fertile.
Il dramma è di tipo sociale, culturale e sanitario. Le perdite complessive per gli italiani sfiorano i 23 miliardi di euro in un solo anno. Una cifra che non tiene conto dei costi indiretti: famiglie distrutte, usura, indebitamento patologico, dipendenze, suicidi.
In Sicilia, secondo i dati Istat integrati nel report, la crescita delle patologie legate al gioco – disturbi del comportamento, richieste di aiuto ai Sert, aumento di prestiti non finalizzati – è del 12% rispetto al 2022. Una tendenza in linea con l’esplosione del gioco online. Non è un caso che nel report venga denunciata la retorica del “gioco responsabile”. Un ossimoro funzionale a legittimare una delle più grandi macchine di drenaggio economico mai costruite.
Gioco d’azzardo legale: l’anomalia italiana nel cuore dell’UE
Nel confronto europeo, l’Italia è un’anomalia evidente. Pur avendo il potere d’acquisto più basso tra i grandi Paesi UE, è il primo mercato del gioco d’azzardo. Con 21 miliardi di euro di perdite reali da parte dei cittadini, batte anche il Regno Unito. Per dare un ordine di grandezza: Germania e Francia si fermano a 14 miliardi.
In questo scenario, la Sicilia è parte integrante della grande distorsione nazionale. E al tempo stesso è la regione che più avrebbe bisogno di un cambiamento di paradigma: dalla delega al caso alla costruzione di un futuro. Ma per farlo, servono dati, trasparenza e volontà politica. Tre elementi che, secondo il Libro Nero, oggi mancano drammaticamente.
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