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Giustizia, il Senato approva separazione carriere con 106 sì: ok anche da Azione, no da PD e M5S

Giustizia, il Senato approva separazione carriere con 106 sì: ok anche da Azione, no da PD e M5S
Senato della Repubblica

Dopo il via libera di oggi del Senato, dovrà fare altri due passaggi parlamentari, di nuovo alla Camera e poi a Palazzo Madama

Con 106 voti a favore, 61 no e 11 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il disegno di legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere in magistratura, tra pm e giudici. A favore del provvedimento le forze di maggioranza, Fdi, FI e Lega, cui si è aggiunto Calenda, contrari il Pd e il M5S, mentre Italia Viva si è astenuta.

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Il testo di riforma costituzionale, già approvato a gennaio scorso dalla Camera -per la prima delle quattro letture previste- dopo il via libera di oggi del Senato, dovrà fare altri due passaggi parlamentari, di nuovo alla Camera e poi a Palazzo Madama, non prima di tre mesi da oggi, con il quorum del voto che sarà fissato ai 2/3 dell’Aula, per poter evitare il passaggio referendario per la conferma della riforma costituzionale. Referendum ritenuto probabile e atteso per la prossima primavera.

Russo (FdI): “Svolta epocale, giustizia più libera che manterrà la sua autonomia“

“Il voto di oggi sull’approvazione della separazione delle carriere, del sorteggio al CSM e dell’Alta Corte è uno snodo epocale. Non si tratta solo di un’altra promessa elettorale mantenuta dal centrodestra, ma del primo passo verso una giustizia più libera, che realizzi il giusto processo e la parità processuale attraverso la separazione delle carriere“, ha dichiarato Raoul Russo, senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione antimafia.

“La separazione delle carriere non è solo una questione tecnica, ma una riforma che risponde a un’esigenza sentita da molti cittadini. Garantire che giudici e pubblici ministeri abbiano percorsi distinti significa rafforzare l’imparzialità della giustizia. La riforma non è contro la magistratura, ma se ne vuole esaltare il valore della sua funzione pubblica eliminando le incrostazioni che anche questa istituzione aveva accumulato negli anni, mantenendone assoluta autonomia anche nel solco degli insegnamenti trasmessi dai giudici Falcone e Borsellino“.

“Attraverso meccanismi innovativi e trasparenti, come il sorteggio, vogliamo restituire fiducia nelle istituzioni e promuovere un sistema più meritocratico. Il sistema del sorteggio darà una sferzata al problema delle correnti, e con la riforma il giudice non sarà solo terzo e imparziale, ma lo apparirà anche agli occhi dei cittadini“.

“Oggi – conclude Russo – non solo nasce una giustizia più liberale, ma si rafforza anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni“.