Progetto internazionale One Voice, gli artisti si raccontano dopo il lockdown - QdS

Progetto internazionale One Voice, gli artisti si raccontano dopo il lockdown

redazione

Progetto internazionale One Voice, gli artisti si raccontano dopo il lockdown

giovedì 03 Settembre 2020

Dal 16 al 30 settembre la Fondazione Sant’Elia ospiterà i lavori realizzati da sette siciliani. Il sindaco Orlando: “Censiti con la Soprintendenza i muri da destinare alla street art”

PALERMO – Un murales nato a Palermo farà il giro del mondo, una fotografia scattata a Cuba sarà proiettata digitalmente negli Stati Uniti, un’immagine venuta fuori in Costa Rica potrebbe apparire su una parete in Angola. L’arte non conosce confini, muri, celle, barriere: è libera di esistere, respirare, discutere e far discutere. E durante la pandemia, sono stati tantissimi gli artisti che hanno ripensato il loro rapporto con il sistema-arte, avviano un dialogo che ha superato i Paesi per stringersi un unico abbraccio collettivo.

One Voice nasce da qui: un movimento sociale che promuove un festival outdoor internazionale dove l’arte pubblica diventa mezzo per ispirare e unire le comunità. Fondato da Gil Shavit (Perù) ed Eugene Lemay (Usa), ‘One Voice’ è nato durante i momenti più difficili della pandemia come progetto di solidarietà in un momento di incertezza mondiale. E ha raccolto adesioni immediate, tanto da creare un unico filo rosso attraverso 20 città, di 14 Paesi in cinque continenti; senza contare che è sceso in campo il gotha della street Art, da Ron English ai California Locos, Hugo Gyrl, Chroboogie, Hiero Noriega o Nate Dee. Palermo ha aderito ad One Voice ed è pronta a fare la sua parte: dal 16 al 30 settembre Fondazione Sant’Elia ospiterà i lavori di sette artisti siciliani realizzati durante il lockdown: Mario Bajardi, Gandolfo Gabriele David, Andrea Kantos, Giacomo Rizzo, Mauro D’Agati, Igor Scalisi Palminteri, Nicola Pucci, Max Serradifalco e Antonio Macaluso.

Artisti che hanno sposato appieno lo spirito di One Voice e sono già al lavoro per completare le opere – tele, video, fotografie, installazioni, note -, ognuno secondo la propria, personale cifra artistica, ispirazione, carattere. I lavori “occuperanno” in maniera totale l’area di Palazzo Sant’Elia, dalla Cavallerizza alle corti esterne, salendo alla Loggia o affacciandosi su via Maqueda, mentre un murales di otto metri, di grande impatto emotivo e di forte significato sociale, nascerà nel quartiere palermitano dello Sperone, vicino ad una scuola vandalizzata durante il lockdown. L’ideazione del murales è nata in seno al progetto dell’associazione Beyond Lampedusa, creata per sostenere l’educazione e la formazione di minori vulnerabili.

“Da tempo – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – la città di Palermo ha censito, in sinergia con la Soprintendenza, i muri della città da destinare alla street art: sono 28 e di questi, 24 possono essere utilizzati per interventi di natura temporanea”.

“Riqualificare e riconsegnare: oggi l’arte e la vita della città si intrecciano come confermato da Manifesta12 – hanno aggiunto per la Fondazione Sant’Elia il sindaco e il sovrintendente Antonio Ticali -; e la street art spesso parla alla città in maniera più incisiva e immediata di altri interventi. One Voice riesce nell’intento: mai come in questo caso, l’arte pubblica unisce la comunità, la rende partecipe, la invita a difendere ciò che le appartiene e in cui si riconosce”.

One Voice è un progetto ideato da Fondazione Fugaz Arte De Convivir, Perù| Mana Contemporary, Usa. Fino a questo momento hanno aderito Perù, Usa, Portogallo, Angola, Panama, Italia, Cuba, Costa Rica, Israele, Costa d’Avorio, Cina, Australia, Giappone, Romania. Per la città di Palermo la sede ospitante è Fondazione Sant’Elia, in collaborazione con Mlc Comunicazione. Patrocinio del Comune di Palermo e della Città Metropolitana di Palermo.

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