Movimento 5 stelle o l’Uomo qualunque - QdS

Movimento 5 stelle o l’Uomo qualunque

Carlo Alberto Tregua

Movimento 5 stelle o l’Uomo qualunque

martedì 28 Maggio 2019

Gli scenari post elezioni europee

Ricordate il movimento che nacque nel 1944 fondato da Guglielmo Giannini con la denominazione di Fronte dell’Uomo Qualunque? Raccolse grandi consensi elettorali, fino a ottenere 30 seggi nell’Assemblea costituente, ma durò appena pochi anni.
Il richiamo si sta riproducendo con il Movimento 5 stelle: un partito nato dal nulla, inventato da Gianroberto Casaleggio che, fondato sulla protesta rumorosa e continua, è riuscito a diventare il primo partito nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018 con il 32,6%.
Lo scorso anno c’è stata la débâcle del Partito democratico, proveniente da scissioni, lacerazioni, guerre interne e separazioni. Sul fronte opposto, invece, vi è stata una crescita repentina della Lega che ha attestato il proprio risultato sul 17,3% partendo dal 4% di Bossi.
In questo anno, quel furbone di Matteo Salvini, dotato di grande comunicativa, di semplicità elementare di linguaggio e del vento politico che ogni tanto cambia direzione e spira spingendo qualcuno ai vertici (come accaduto per l’M5s), è riuscito a raddoppiare i consensi portandoli al 34,3% delle Europee.
Contestualmente, l’M5s è crollato al 17% e vi è stato un buon recupero del Partito democratico attestatosi al 22,7%.

Dobbiamo sottolineare la diminuzione dell’affluenza di due punti e mezzo, attestatasi al 56%. Molto grave è il dato della circoscrizione Sicilia-Sardegna, perché l’affluenza è stata appena del 37,51%, oltre 5 punti in meno del 2014. Significa che è andato a votare appena un isolano su tre. Gli altri due terzi degli elettori sono rimasti a casa. Perché? Probabilmente perché sono disgustati da questo ceto politico cui non vogliono dare più fiducia.
Gli elettori siciliani e sardi che hanno dato il consenso al Movimento 5 stelle, delle schede valide, sono stati poco più del 28%, consentendo ai pentastellati di diventare il primo partito in quest’area d’Italia. Dunque, vi è una connessione tra povertà relativa e consenso al M5s, il quale con il Reddito di cittadinanza è diventato il gratificatore di chi non ha niente.
Però, non è distribuendo la povertà ai poveri che si risolve il problema della povertà, ma distribuendo ai poveri la ricchezza.
La ricchezza: bisogna produrla. I meccanismi sono noti a tutti e i valori su cui poggia anche: merito, competitività, competenza, capacità. Un Paese che si assesta sui bisogni e non produce stimoli per creare iniziative produttive è destinato al declino definitivo. Quei partiti che anziché avere un progetto di crescita, con la creazione di nuovo lavoro, pensano solo alle poltrone, retrocedono inesorabilmente verso il baratro.
Salvini dichiara che nonostante il risultato a lui favorevole questo Governo continuerà a operare fino alla scadenza naturale del 2023. Ma sappiamo che si tratta di una finta perché ha aggiunto: a condizione che si faccia la Tav, che si approvi la Flat-tax e altri punti indigesti all’alleato pentastellato. Esso avrà soltanto la possibilità di chinare il capo obbedendo, contestualmente suicidandosi, o dire no e aprire la crisi. Proprio quello che cerca Salvini.
Staremo a vedere nelle prossime settimane quale sarà l’epilogo di questa farsa italiana, in uno scenario di consumati attori politici, che cercano di farsi apprezzare per le cose che dicono e non per le promesse mantenute.

In Europa, la situazione non è mutata granché, perché il Ppe ha ottenuto 179 seggi, il Partito socialista e democratico 150. Poi a essi vanno aggiunti 108 liberali. I tre partiti hanno una larga maggioranza di 437 eurodeputati. Il Partito popolare ha il diritto di indicare il prossimo presidente della Commissione europea, mentre gli altri 27 Paesi indicheranno altrettanti commissari, ma solo quelli più capaci di tessere relazioni avranno i “ministeri” di maggiore peso.
Il 2 di luglio si riunirà il nuovo Parlamento europeo e da allora a fine ottobre verrà eletta la nuova Commissione. Ma fino a quel momento l’attuale sarà ancora nel pieno delle sue funzioni. Essa si occuperà della Legge di bilancio italiana 2020 (come per gli altri Paesi).
Ecco lo sbarramento che dovrà affrontare il nostro Governo in carica, sia quello GialloVerde o un altro tecnico, oppure un terzo non si sa ancora bene come composto. Ma la Legge di Bilancio dovrà essere approvata e in essa trovati 43 miliardi.
Ci vuole Mandrake o statisti di grande valore per una magia di tal genere.

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