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Governo di minoranza

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Governo di minoranza

Giovanni Pizzo  |
giovedì 17 Novembre 2022

Manca una maggioranza politica in Sicilia. Il Governo Schifani comincia la propria avventura in rischiosa salita.

Il dato politico, al di là delle singole votazioni, è chiaro. In Sicilia il voto regionale non ci ha consegnato una maggioranza politica. E il voto sulla presidenza Galvagno, sostenuto artefattamente da De Luca, il successivo voto sul vicepresidente Di Paola dei 5 stelle, sono solo la raffigurazione plastica di questa assenza di maggioranza.

L’inesistenza di una maggioranza era inevitabile per due fattori. Il primo è di ragione personale. Da 28 anni il costruttore, o il disfacitore, di maggioranze è stato Gianfranco Miccichè. Questo centrodestra a trazione meloniana ne ha voluto fare a meno, con la scelta di Schifani, una scelta non afferente a Miccichè, peraltro in casa sua.

La maggioranza, conquistando solo 40 eletti, non era al sicuro dal ritorno di fiamma di Miccichè dopo il voto. Il quale non solo si è candidato alle regionali in Sicilia, ma non è intenzionato ad andarsene, essendo stato eletto. La coalizione che ha chiuso su Schifani doveva capire che questo problema si sarebbe presentato, ma pare che abbia scientemente deciso di ignorarlo.

Il secondo fattore è politico. Questa Sicilia non si è risvegliata improvvisamente sovranista, difatti Fratelli d’Italia ha avuto un risultato sotto le attese, se si confronta il dato con il Nord del Paese, oggi Nazione.
Coloro che rifuggono un quadro di destra, caratterizzato come è successo in questi giorni da imposizioni romane, non sono pochi in Sicilia, e gradualmente saranno maggioranza.

Questo non vuol dire che il governo Schifani non possa proseguire, ma sarà ostaggio continuo di ricatti della opposizione. Ed il conto di De Luca, o di altri soccorritori, sarà molto salato, frantumando sempre di più la tenuta di una maggioranza che oggi non c’è.

Un governo di minoranza deve comprare voti su ogni provvedimento, specie con una finanziaria difficile alle porte, difficilissima visto che non possiamo fare spese in deficit come lo Stato, e non abbiamo un debito pubblico a cui fare ricorso.

Schifani è ad un bivio. O trova un accordo con Miccichè o con De Luca. Nel frattempo, costituendo il governo ed andando alla conta sulle postazioni in Ars, si è tolto le frecce dal suo arco politico. Il rebus diventa sempre più arduo.

Così è se vi pare.

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